Lettera aperta
Al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno
Al Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia
Signor Sindaco,
siamo venuti a conoscenza di una iniziativa della Sua amministrazione per chiedere la liberazione di Gilad Shalit, il militare israeliano catturato a Gaza da un gruppo palestinese, il 25 giugno del 2006, e del quale ricorre oggi il venticinquesimo compleanno.
Lo auspichiamo anche noi, perché avversiamo ogni privazione del diritto e ogni forma di abolizione o di limitazione della libertà personale di ogni singolo individuo. Nello stesso tempo però vorremmo che la Sua amministrazione chiedesse con forza la liberazione dei prigionieri palestinesi, eventualmente attraverso lo scambio con il soldato Shalit, scambio che fin’ora non è stato possibile per l’intransigenza del governo israeliano.
Vorremmo, infatti, vedere la Sua amministrazione sensibile al rispetto dei diritti umani ovunque questi siano calpestati. Sono migliaia e migliaia i civili palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane - tra loro minori e donne, molto spesso torturati, cui è negato il diritto alle visite familiari per anni - il più delle volte senza incriminazioni né processi, civili che trascorrono anni ed anni in detenzione amministrativa, attivisti della resistenza popolare nonviolenta, arrestati e condannati.
Ma può verificare Lei stesso sul sito di BetSelem : www.btselem.org, associazione israeliana per i diritti umani che documenta le permanenti violazioni del diritto internazionale compiuti dal governo israeliano e non da un gruppo estremista palestinese, oppure le denunce di Save the Children Internacional; non mancano certo le documentazioni al riguardo.
Vogliamo, peraltro, ricordare che Shalit, è un soldato di un esercito di occupazione, esposto quindi ai rischi connaturati al suo status, e catturato in un’azione di guerriglia condotta nel quadro della lotta di liberazione di un popolo oppresso; mentre i prigionieri palestinesi sono in maggioranza civili, prelevati il più delle volte dalle loro abitazioni ad opera di un esercito di occupazione nell’ambito di un’articolata e spietata azione repressiva tendente a fiaccare la capacità di resistenza di una popolazione vittima di un’occupazione militare illegale ed illegittima. Venga liberato Shalit, per cui si alzano petizioni e perorazioni, ma vengano liberate anche le migliaia di palestinesi, sui quali grava il più assoluto silenzio, e che giacciono in carcere senza aver commesso nessuna azione militare, tra loro anche 18 parlamentari eletti democraticamente.
Le consigliamo di vedere e leggere le testimonianze di soldati israeliani che hanno prestato servizio nei territori palestinesi occupati, nel sito di Breaking the silence: www.breakingthesilence.org, un movimento di soldati israeliani che mostrano le violazioni commesse dall’esercito nei confronti della popolazione civile palestinese, di come irrompono nella case, picchiando , arrestando, distruggendo, uccidendo.
Le chiediamo, Signor Sindaco, di adoperarsi con lo stesso impegno, pur nella asimmetria delle situazioni - vogliamo ripeterlo - da una parte un soldato sequestrato nelle sue funzioni di soldato occupante, dall’altro migliaia di civili palestinesi che rivendicano il loro diritto alla liberta. Per noi, tutti esseri umani che hanno diritto al rispetto, alla dignità ed alla libertà.
Vorremmo ancora chiederLe, Signor Sindaco, in nome di quale concezione del diritto e di quali criteri politici la Sua amministrazione può motivare la doppia posizione che ha assunto: da una parte iniziative e dichiarazioni, dall’altra il silenzio. Lei ritiene che ciò giovi alla causa della pace, contribuisca a porre fine al conflitto asimmetrico che vede uno degli eserciti più agguerriti ed organizzati del mondo contro una popolazione cui non viene riconosciuto il diritto ad avere uno stato, a vivere in libertà ed indipendenza nel proprio paese?
Oggi 28 agosto non è solo il soldato Gilad Shalit a trascorrere in carcere il proprio compleanno. Nelle carceri israeliane, compiono gli anni nello stesso giorno anche decine di cittadini palestinesi
Siamo fiduciosi, signor Sindaco, che non lascerà senza risposte le nostre domande e auspichiamo che la Sua amministrazione rettifichi secondo giustizia e verità la propria posizione.
La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese
Comitato per il No all'Occupazione Israeliana di Milano
Roma, Milano 28 agosto 2011
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