sabato 14 settembre 2013

Israele sfrutta i disordini in Egitto per aumentare gli attacchi ai contadini di Gaza.


Coltivare nella “zona cuscinetto” della Striscia di Gaza nel migliore dei casi è azzardato. Le truppe israeliane normalmente sparano proiettili veri sui contadini palestinesi nella free-fire area, che si estende per centinaia di metri entro il territorio assediato dalla barriera che lo separa da Israele, e invadono i loro campi con blindati e bulldozer.

di Joe Catron

Secondo i contadini di Gaza, l’aggressione di Israele contro i civili nell’area è aumentata da quando l’esercito egiziano, il 3 luglio, ha deposto il presidente eletto Muhammad Morsi e ha insediato un nuovo governo.



“Dopo il colpo di stato in Egitto, gli israeliani hanno cominciato a sparare molto di più,” ha riferito Abu Jamal Abu Taima, un agricoltore di Khuzaa, un villaggio dell’area di Khan Younis nella parte meridionale di Gaza.

Abu Jamal è il mukhtar, o capo eletto della famiglia Abu Taima, 3.500 profughi provenienti da Bir al-Saba – una città israeliana chiamata attualmente Beersheba – disseminata ora fra i terreni agricoli fuori Khan Younis.

Lui e altre due decine di contadini della stessa famiglia hanno parlato con The Electronic Intifada durante e dopo un incontro che hanno svolto a Khuzaa.

“L’Egitto era il garante dell’ultimo accordo di cessate il fuoco [nel 2012], “ ha detto. “Ora Israele è libero di fare tutto ciò che vuole.”

“Solo pochi mesi fa non c’erano sparatorie. Ora ci sono. Non siamo neppure in alta stagione, ma loro hanno già cominciato a sparare.”

Il 21 novembre dello scorso anno, a conclusione degli otto giorni di attacchi israeliani nella Striscia di Gaza e del fuoco di rappresaglia dei gruppi sul territorio, il governo di Morsi mediò un cessate il fuoco tra Israele e i gruppi della resistenza palestinese.

Come parte dell’accordo, Israele ridusse la “zona cuscinetto” che aveva imposto nel 2005, da 300 a 100 metri, secondo la sezione dell’Amministrazione Civile dell’esercito israeliano, COGAT.
Presi di mira

Nel maggio di quest’anno, dopo mesi di dichiarazioni contraddittorie sull’estensione dell’area da parte del COGAT e del portavoce dell’esercito israeliano, il COGAT ha deciso che la”zona cuscinetto” rimaneva a 300 metri (IDF: ‘Forbidden Zone’ in Gaza three times larger than previously stated,” +972 magazine, 12 maggio 2013)

Ma i contadini sostengono che gli spari israeliani hanno addirittura allargato ulteriormente la zona.

“In base al cessate il fuoco , i contadini potevano raggiungere pressappoco tutti i loro campi,” sostiene Abu Jamal Abu Taima, “Attualmente, gli israeliani sparano loro a 500 metri [dal confine].

Non è l’unico agricoltore che attribuisce il cambiamento ai disordini in Egitto.

“Dopo il colpo di stato, gli israeliani hanno esteso l’area e i contadini non hanno potuto raggiungere i 500 metri,” ha affermato Abed al-Rasoul Abu Taima. “A tutti color che si avvicineranno maggiormente alla barriera di separazione verrà sparato.”

Altri contadini sostengono di essere stati presi di mira ad una distanza dalla barriera perfino superiore.

“Gli israeliani mi hanno sparato a 800 metri, “ ha riferito Zakaria Abu Taima. “Mi accingevo a seminare quando loro hanno aperto il fuoco. Mi sono nascosto in una tubatura di ferro, ma le pallottole lo hanno proprio attraversato.”

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha documentato un’aggressione a cannonate, dodici sparatorie e sette incursioni – che durante luglio e agosto, nella “zona cuscinetto” hanno portato a un morto e sette feriti, inclusi due bambini.

Dall’inizio di settembre, le forze israeliane hanno intrapreso per lo meno altre due incursioni per spianare i terreni agricoli.

Secondo gli agricoltori, molti altri attacchi, specialmente sparatorie che non hanno comportato morti o feriti, non sono mai stati riferiti.

“E’ singolare ora, quando si parla di incursioni limitate,” ha detto Khalil Shaheen, capo della sezione economica e civile del PCHR.

“Le violazioni definiscono l’area vietata. Ufficialmente, secondo il COGAT, de jure l’area è di 300 metri, ma de facto dipende dalle incursioni.”

Gli attacchi di Israele nella “zona cuscinetto” , specialmente quelli oltre i 300 metri, scoraggiano gli agricoltori dal far crescere alberi o costruire infrastrutture, come pompe elettriche o pozzi.

“Non permettono ai contadini di piantare alberi o realizzare infrastrutture, “ ha affermato il Dr. Nabil Abu Shammala, direttore delle politiche di pianificazione presso il ministero palestinese dell’agricoltura e della pesca. “Sostengono che è per motivazioni legate alla loro sicurezza.”

“In quest’area le attività agricole devono far fronte a svariati tipi di rischi. I contadini evitano di praticarla non solo a causa degli spari, ma anche per la devastazione dei terreni e la distruzione delle infrastrutture,” ha aggiunto.
“Noi abbiamo paura”

In mezzo all’attuale incremento degli attacchi, la potenziale distruzione dei loro campi preoccupa particolarmente gli agricoltori di Gaza.

Il pericolo che i bulldozer israeliani spianino i terreni ha convinto molti a rimandare l’avvio della messa a dimora delle piante.

“Abbiamo paura di recarci nei nostri campi perché, dopo aver piantato, possono arrivare gli israeliani e distruggere tutto,” ha spiegato Abdul Azia Mahmoud Abu Taima.

“E’ normale che ogni settimana i bulldozer spianino i nostri campi,” ha detto Abed el-Aziz Abu Taima. “Nessuno è in grado di fermarli.”

Interpellati sul bulldozer utilizzati per radere i loro terreni, i contadini hanno descritto i marchi triangolari distintivi dei bulldozer armati D-9 della Caterpillar.

“Nella “zona cuscinetto”, per gli israeliani il Caterpillar è la principale arma di distruzione,” ha sostenuto Shaheen del PCHR. “Non hanno modificato la politica della loro compagnia, nonostante tutte le informazioni che sono loro pervenute sull’uso delle loro macchine qui.

“Quando sono venuti a sapere che potevano accedere ai loro campi fino a 100 metri, li hanno seminati. Ora non possono giungervi. Hanno perduto il raccolto. I bulldozer israeliani lo ha spianato.

“E’ molto importante mostrare che cosa fa la Caterpillar e che essa sa che cosa sta succedendo.”

Nelle attuali circostanze, gli agricoltori devono affrontare una stagione ritardata con pericoli accresciuti ed esito incerto

“Aspetteremo fino a novembre per cominciare a seminare, “ ha dichiarato Zakaria Abu Taima. “Di norma, avremmo cominciato da ora.”

“Naturalmente semineremo,” ha commentato Abu Jamal Abu Taima. “Ma prima facciamo il raccolto, gli israeliani possono arrivare con i loro bulldozer.”

Joe Catron è un attivista statunitense a Gaza, Palestina. E’ co-editore di The Prisoner’s Diares: Palestinian Voices from the Israeli Gulag, 2011

(tradotto da mariano mingarelli)

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