ANCORA IL FASCISMO
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una recrudescenza degli attacchi fascisti che hanno colpito Viterbo, ma anche Roma, ci ricordiamo di Villa Ada quest'estate dove un'invasione di forsennati vide un tardivo arrivo delle cosiddette forze dell'ordine che seppero solo arrestare qualcuna delle persone aggredite. I commentatori dei media etichettarono l'aggressione come una bravata che niente aveva di politico, allo scopo di sminuirne l'importanza, così gli episodi di violenza fascista si ripeterono ben presto. Dal 2005 ci sono state 55 aggressioni fasciste ai danni di migranti, omosessuali e giovani di sinistra. Ma queste vili aggressioni sono solo un aspetto dell'imbarbarimento dilagante, dove appare normale che chi ha già dei diritti li deve difendere contro chi non ne ha affatto. Così diventa normale trattare le fasce più deboli come un problema di ordine pubblico, di sicurezza legalità e pulizia. E quindi il sindaco di Roma caccia i rom dalla città, quello di Firenze criminalizza i lavavetri, quello di Pavia si esercita ancora nell'applaudito esercizio di far sloggiare i rom mentre quello di Bologna si fa un punto d'onore nell'essere, nella sua febbre di legalità, forte con i deboli e debole con i forti. Già con le ondate di immigrazioni avevamo assistito all'indecenza dei CPT, all'orrore dei continui naufragi, allo stravolgimento perfino della legge del mare, dove è naturale salvare chi è in difficoltà. Persone generose che avevano portato in salvo dei migranti sulle coste italiane dovettero subire arresti e processi, come nel caso della Cap Anamur, o dei pescatori tunisini tuttora in carcere accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, mentre i pescatori di Porto Palo pescano ancora cadaveri e resti umani che ormai chiamano "tonni". Li pescano e li ributtano in mare perché se li portassero a riva perderebbero tempo e denaro. Intanto siamo ossessionati dalla sicurezza. Bisogna rendere più sicure le città. Noi poveri cittadini siamo minacciati da orde di clandestini, di romeni, di zingari e di lavavetri. E' da loro che dobbiamo difenderci, non dallo sfruttamento, dalla precarietà del lavoro, dall'impossibilità per i giovani di progettare una vita futura, dall'incredibile leggerezza con cui non si fa nulla per impedire le quotidiane morti sul lavoro. Le campagne mediatiche contro i più deboli sono altamente pericolose, un paio di volte sono stata aggredita verbalmente dalla gente per aver difeso delle bambine rom, la cosa mi ha veramente sconvolto. Ma nessuno si ricorda che i rom sono stati sterminati dai nazisti nei campi di concentrramento? Il razzismo è una bestia maledetta e quando viene convogliato su una specifica minoranza perché faccia da capro espiatorio sappiamo già quali risultati produce. E' ovvio che i problemi si risolvono sostenendo le fasce più deboli, non schiacciandole. Combattere il fascismo significa fare una politica che lo isoli, che gli tolga gli spazi e l'ossigeno. Il fascismo purtroppo non è stato mai veramente battuto, anzi, ci dobbiamo ancora fare i conti oggi anche se sembra incredibile dopo il sacrificio generoso di chi fece la Resistenza. A volte ha un basso profilo, a volte, quando la situazione glielo permette, alza la testa. E' importante quindi tenere viva l'attenzione e creare continui momenti, non solo per denunciare, ma anche per sensibilizzare la gente ed esprimere contenuti che vadano all'opposto del fascismo, del razzismo, del cinico perbenismo egoista.
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