domenica 29 luglio 2012
Non c'è pace per il Freedom Theatre
Nuova udienza per Nabil al Raee
Tornato libero su cauzione, ora il successore di Juliano Mer Khamis alla guida del Freedom Theatre attende il giudizio di una corte militare israeliana.
di Valeria Cagnazzo
Roma, 29 luglio 2012, Nena News - Al momento della scarcerazione, la moglie, Micaela Miranda, l'avrà salutato come aveva previsto, dicendogli semplicemente "Sono molto contenta di rivederti", e poi con un bacio, forse breve e nervoso, forse lungo e appassionato, dopo un'estenuante attesa durata per oltre un mese. La notte del 6 giugno scorso, infatti, il direttore artistico del Freedom Theatre di Jenin (Cisgiordania), Nabil Al-Raee, era stato arrestato. Senza un motivo apparente, perché i soldati si rifiutarono allora di fornire a Micaela informazioni relative alle ragioni dell'arresto, o del sequestro, come i palestinesi lo definiscono. Nel campo profughi di Jenin le irruzioni dell'esercito sono ormai all'ordine del giorno, i soldati arrivano all'improvviso e portano via qualcuno. "E' come una partita a scacchi" aveva spiegato la moglie di Al-Raee: "E' il loro modo di instillare terrore nella comunità. Non sappiamo mai chi sarà il prossimo, dove lo porteranno e per quanto tempo resterà in prigione".
In prigione al Raee è rimasto fino al 12 luglio scorso, quando è stato liberato sotto cauzione e ha potuto riabbracciare Micaela e sua figlia Mina, come ha detto lui stesso grazie a Dio, "alhamdulillah". In questi giorni l'artista palestinese dovrà partecipare, però, a una nuova udienza, in cui risponderà all'accusa di aver "collaborato" con il ricercato Zakaria Zubeidi, suo vicino di casa e cofondatore con l'attore e regista palestinese-ebreo Juliano Mer Khamis del Freedom Theatre, fornendogli sigarette e passaggi in auto.
Per tre volte il giudice aveva rilevato l'assenza di qualsiasi capo d'accusa per tenere il "sospettato" in carcere e per tre volte si era chiesto "più tempo" per trovare delle prove. Finalmente liberato, almeno provvisoriamente e per una somma di 800 dollari - come si legge sul sito ufficiale del Freedom Theatre -, al Raee ha voluto raccontare la sua traumatica esperienza nella prigione di Ashkelon, in Israele, dove ha praticato, per protesta, lo sciopero della fame, che l'amico Zakaria porta ancora avanti dietro le sbarre.
Nella sua cella, il successore di Juliano Mer Khamis ha passato due giorni legato ad una sedia, dopo aver passato due test alla macchina della verità. Dopo il quarto test della verità, gli inquisitori annunciarono a Nabil che l'avrebbero scarcerato il giorno seguente, ma la promessa si rivelò una menzogna e la prigionia immotivata si protrasse.
Agli interrogatori canonici - prosegue il racconto - si aggiungevano, inoltre, estorsioni di informazioni private, violenze psicologiche e minacce: gli inquisitori arrivarono a chiedere ad al Raee di immaginare cosa sarebbe successo a sua figlia se, per causa sua, anche sua moglie fosse stata arrestata.
Un giorno, sette interrogatori entrarono insieme nella sua cella, rivolgendogli ciascuno domande diverse e ricorrendo alle più abili arti della psicologia: alcuni - continua il resoconto - lo trattavano cordialmente, altri sfoggiavano atteggiamenti arroganti e violenti, senza, tra l'altro, riuscire a farsi confessare crimini.
Al Raee ha anche riferito che gli dissero che sapevano della sua innocenza in relazione all'omicidio di Mer Khamis (avvenuto ad aprile 2011 a Jenin) ma che intendevano tenerlo in prigione a causa del "pericolo" che la sua attività di artista ed attivista non-violento rappresenta per l'occupazione israeliana della Cisgiordania.
Si aspetta ora l'esito del processo. Da parte loro gli altri membri del Teatro della Libertà riferiscono di "avere paura". La sorte toccata al Raee - temono - quella con cui ancora combatte Zakaria Zubeidi, potrebbe spettare ad ogni attore, ad ogni studente. Avvicinarsi al teatro - spiegano - parlarne o addirittura farne parte equivale a percorrere un terreno minato. "Quando irrompono in casa tua con le armi per sequestrarti tuo marito, o quando ti uccidono davanti a tutti perché pensi liberamente, come nel caso di Juliano, faccio fatica a pensare come l'arte possa combattere contro le armi", ha commentato Micaela Miranda
Il Freedom Theatre chiede adesso che i suoi sostenitori continuino ad esprimere il loro sostegno e a premere affinché le autorità palestinesi si impegnino a rispettare la legge. Zakaria Zubeidi è ancora in sciopero della fame, nella prigione di Gerico, dove è segregato, riferisce il suo avvocato Farid Hawash, sulla base di accuse arbitrarie e inesistenti. Lo stesso Hawash, è stato arrestato il 12 luglio con l'accusa di aver ingiuriato l'Autorità Nazionale Palestinese, e rilasciato solo sei giorni dopo. Hawash aveva ripetutamente denunciato il comportamento dell'ANP e il suo disinteressamento nei confronti del caso. Un mese prima, anche la moglie di Nabil al Raee aveva espresso la propria costernazione. "L'esercito israeliano - aveva accusato - sta lavorando con l'Autorità Palestinese. L'ANP non difende i palestinesi, ma i propri interessi. Sono colpevoli di una parte dell'oppressione e incassano percentuali degli aiuti internazionali che arrivano. Prima di entrare nei campi profughi i gruppi armati chiamano l'ANP".
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