sabato 8 settembre 2012
PENTONE 2012 I POPOLI CHE RESISTONO
Era la seconda volta che avevo il grande piacere di partecipare alla manifestazione di Pentone organizzata dal centro di documentazione “Invictapalestina”, l'anno scorso ne ero rimasta entusiasta e commossa per il grande impegno dei militanti e simpatizzanti, per la partecipazione estesa a buona parte del paese e soprattutto per i temi affrontati con chiarezza politica, onestà e generosità. Insomma una di quelle situazioni che alla luce dei tanti conflitti e contrapposizioni,che purtroppo si verificano anche all'interno della sinistra e delle associazioni pro-Palestina, ti fanno respirare un po' di aria fresca e danno speranza.
Sono partita con grandi aspettative che non sono state deluse. La manifestazione di quest'anno, ricchissima di temi è stata anche più entusiasmante. I due intensi giorni di attività hanno visto la partecipazione di esponenti di varie realtà che sono andate oltre la Palestina, ma alla situazione palestinese erano ben legate dalla stessa aspirazione alla giustizia, alla libertà, al vivere degnamente.
Ospitati con la ben nota generosità dagli abitanti del paese e coccolati da un'atmosfera di amicizia e da buoni cibi, i partecipanti si sono divise le relazioni in due giornate.
Nel corso della mattina del primo giorno, la bellissima voce di Daria Spada, accompagnata alla chitarra da Maksim Cristan, si è levata dai balconcini fioriti e dalle piazzette del paese richiamando attenzione. I due musicisti che poi hanno fatto un concerto a chiusura della prima serata ci hanno accompagnato per tutti e due le giornate con stacchi musicali tra un intervento e l'altro. Un discorso a se andrebbe fatto su questi due giovani musicisti lui ex manager lei ex cantante lirica che hanno scelto di essere musicisti di strada, e che hanno portato una ventata di freschezza e di libertà, ma tutto l'intreccio di tematiche politiche espresse da interventi e dalle varie forme d'arte, il teatro con la toccante interpretazione di “Ritorno ad Haifa” di Gassan Kanafani ad opera di Patrizia Cecconi, lo spettacolo teatrale di Ernesto Orrico e Manolo Muoio che hanno raccontato storie di briganti calabresi, le letture di Katia Colica sull'emarginazione, la musica di “resistenza sonora” del gruppo rap calabrese Kalafro, hanno dato a tutta la manifestazione completezza e bellezza, non c'è stato un solo momento di calo di attenzione o di vuoto. Non è mancata neppure la presentazione dei vini “Cremisan” delle antiche cantine palestinesi, per far conoscere le “eccellenze palestinesi”. Israele vuole distruggere queste vigne per espandere la colonia di Gilo, come distrugge ogni possibilità per i palestinesi di esprimere e realizzare il loro ingegno, la loro cultura e la loro economia.
Il primo pomeriggio di interventi si è concentrato sulla Palestina e sul popolo Saharawi, che a seguito dell'invasione del Marocco nel 1975 vive in parte nel Sahara occidentale occupato, in parte nei campi profughi algerini. Ha introdotto il tema Francesca Doria, osservatore internazionale dell'associazione “Haima-Campania”.
Silvia Todeschini che ha vissuto a Gaza alcuni mesi, ha raccontato storie di vita quotidiana nell'inferno di Gaza dove anche andare a pescare o coltivare i campi significa diventare bersaglio dei militi israeliani che sparano sui pescatori incrociandoli anche prima delle tre miglia dalla costa, mentre i contadini lavorano i campi sotto il tiro dei cecchini e le uccisioni e i ferimenti sono un fatto quotidiano. Ma la determinazione a resistere dei gazawi è grande, una ragazzina ferita a cui Silvia racconta di aver fatto visita, dice “Nemmeno nei loro sogni ce ne andremo”.
Bassam Saleh ha poi parlato della situazione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, in detenzione amministrativa, delle perverse modalità di arresto in piena notte e senza spiegazioni, delle torture, delle umiliazioni e minacce delle difficoltà di farsi difendere e della situazione dei minori in carcere oggetto delle stesse torture e vessazioni degli adulti.
Quanto a me, ho rievocato storie della seconda Intifada che racconto nel libro “Festa di rovine”.
Ma assieme alla Palestina e ai saharawi si è parlato anche della Calabria. Pino Fabiano attraverso la figura di Rosario Migale, a cui ha dedicato un libro, racconta tratteggiando la vita di questo partigiano calabrese, fatti della nostra storia tra cui la strage di Melissa e traccia un parallelo tra i palestinesi e i contadini calabresi entrambi oppressi entrambi con pochi mezzi di difesa: pietre o strumenti di lavoro.
La seconda giornata di interventi è iniziata con la relazione di Enrico Campofreda, giornalista di “Contropiano” che durante le due giornate ha anche svolto il ruolo di moderatore. Si è soffermato sul tema delle primavere arabe, in particolare sull'Egitto che è anche il tema del suo libro presente a Pentone ”Diario di una primavera incompiuta”.
Maria Teresa Messidoro, che è stata a lungo in Sudamerica in particolare in Salvador a proposito del quale ha pubblicato un diario di viaggio, ha invece parlato della resistenza dei popoli latino americani e in particolare del Messico e della forte volontà di partecipazione e decisionalità delle donne e dei giovani che contestano ogni burocrazia partitica.
Ermelinda Varrese esponente del movimento NO TAV ha spiegato il perchè la popolazione della Valle si oppone al progetto dell'alta velocità. Ha parlato dei rischi ambientali, dell'inutilità dell'opera e della grande coesione e partecipazione alla resistenza di ogni singolo strato della popolazione, famiglie intere anziani e mamme che si organizzano per le proteste. La resistenza della Val di Susa è diventata un punto di riferimento nazionale.
Infine Nando Primerano ha raccontato del centro sociale “Angelina Cartella” nato 10 anni fa dopo l'occupazione di un edificio pubblico che poi era stato abbandonato. Il centro sociale che è da allora diventato un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere e per i migranti ha già subito tre incendi l'ultimo dei quali molto devastante. E' evidente la mano fascista e mafiosa che ha mosso questi attentati per impedire le attività volte a sostenere i migranti e ad organizzare attività per i bambini eventi culturali e corsi di italiano per stranieri. Sicuramente questi compagni sono molto coraggiosi e determinati.
Due giornate ricchissime di contenuti, di eventi, di amicizia e di bellezza.
Ce ne andiamo a casa portando con noi questo regalo di cui siamo grati al centro di documentazione, a Rosario, suo ispiratore, ai militanti e simpatizzanti e alle altre associazioni tra cui Emergency che hanno partecipato alla manifestazione.
Mi ha molto amareggiata la notizia che qualcuno a Pentone ha avuto il “coraggio” di criticare questa splendida iniziativa non so per quali oscuri fini. A questo proposito voglio esprimere tutta la mia solidarietà e il mio apprezzamento e affetto agli organizzatori di Invictapalestina con la speranza che possiamo ancora rivederci e riabbracciarci per nuove manifestazioni.
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