L'anima degli animali
L'amore e il rispetto che ho sempre avuto per gli animali mi ha condotto a pensare che se gli esseri umani hanno un'anima a maggior ragione devono averla gli animali che ne danno sicuramente maggiore testimonianza, perciò una delle prime domande riguardò proprio questi nostri fratelli.
“Gli animali hanno un anima individuale?”
“Si gli animali hanno un anima individuale, ma gli insetti hanno un anima di gruppo e vanno a librarsi solo a prossima vita del gruppo a cui appartengono. La loro vita è prossima a quella delle piante e non sono più liberi di percorrere la loro evoluzione perché sono stati portati a vivere la loro vita altrove e non sono stati impartiti ordini a proposito”.
“E gli animali più piccoli come lucertole, gechi, piccole ranocchie e serpentelli?”
“Hanno un'anima individuale ma non hanno ancora una loro volontà e quindi sono ancora nello stadio della creazione di quelle creature che sono soggette alla volontà della specie. E' la specie che si prende cura di loro che non si sono ancora presi le loro responsabilità e quindi la loro anima è ancora molto lontana da quella degli animali più grandi che invece sono più consapevoli e sono più intelligenti.”
“E i pesci?”
“ I pesci hanno un'anima di gruppo come gli insetti e non sono consapevoli della loro vita”.
“ Però non ci sono solo i pesci che nuotano in banco, i delfini, le balene e altri grossi pesci hanno sicuramente un'anima”
“Si, loro si, perché sono evoluti e sono mammiferi e quindi sono diversi dagli altri pesci più piccoli”
“So che in fondo agli abissi vivono le più strane e fantastiche creature marine, per caso vi sono anche sirene?”
“No, non sono mai esistite le sirene ma sono esistite le fantasie umane che le hanno create per la loro gioia di vivere e per esaltare la bellezza del mare e della vita che così sembra ancora più fantasiosa e più bella di quello che è già”.
“Gli animali si reincarnano come gli esseri umani? E possono reincarnarsi in un essere di una specie evolutiva superiore?”
“Gli animali superiori possono reincarnarsi nella stessa specie o anche, a volte, quando sono molto evoluti, possono reincarnarsi in una specie superiore per evoluzione, ad esempio possono diventare anche esseri umani molto semplici e poi progredire fino all'evoluzione finale della specie”.
“La mia gatta Pentesilea che era sicuramente un essere altamente evoluto potrebbe essersi reincarnata in una persona?”
“Si potrebbe essersi reincarnata in una persona ma anche no, perché non è così scontato che un essere sia pronto a cambiare specie e potrebbe anche non volerlo e preferire rimanere nella stessa specie”.
“Anche gli animali rinascono dopo aver programmato un loro piano di vita?”
“Si è così e spesso i loro piani di vita sono anche più precisi di quelli umani.”
“Ma secondo la legge dell'evoluzione gli animali dovranno prima o poi reincarnarsi in un essere di livello evolutivo superiore?”
“Si arriveranno a incarnarsi a un livello evolutivo superiore ma non sempre e non in modo obbligato. Possono anche rimanere per sempre nella stessa specie.”
“Mi hai detto che gli esseri umani devono evolversi e fare esperienza di tutti i pianeti esistenti, anche gli animali devono viaggiare per tutto l'universo?”
“Si anche gli animali fanno le stesse esperienze degli esseri umani e possono viaggiare per tutte le galassie e per tutto l'universo ma non devono soffrire come gli esseri umani perché sono più innocenti e non hanno contratto tanti debiti karmici”.
“Mi hai spiegato che alla fine delle incarnazioni quando gli esseri avranno fatto tutte le esperienze e avranno pagato tutti i loro debiti accederanno ai mondi superiori di eterna luce, vi accederanno anche gli animali?”
“Si, possono accedere ai mondi superiori come gli esseri umani perché sono anche migliori e quindi il loro spirito può arrivare a giungere fino ai livelli più alti della spiritualità e possono diventare esseri di luce e curare gli esseri umani e anche i loro simili”.
C'era ancora una cosa che volevo sapere e che riguardava un evento straordinario che mi era capitato di vivere. La mia gatta Kelima, nei confronti della quale avevo avuto un attaccamento enorme, almeno quanto il suo per me, era già scomparsa da alcuni anni senza che io avessi mai smesso di pensare a lei. Una notte mi resi conto che era nel mio letto come quando era viva e dormiva con me tra le mie braccia. Kelima si profuse in una quantità di coccole e bacini come faceva quando era viva e il fatto straordinario era che io, che ero sveglia e cosciente, sentivo il calore e il peso del suo corpicino e perfino l'odore buono della sua pelliccia. Insomma non era una visione giacché io sentivo tutta la sua fisicità e perfino l'umido dei suoi bacini. Successivamente sentii il respiro pesante di un uomo e poi la sensazione che un altro gatto si fosse arrampicato lungo la mia gamba. Furono questi sgradevoli particolari a indurmi ad accendere la luce e terminare l'esperienza. L'incredibile episodio mi aveva riempito di commozione anche se non sapevo spiegarmelo e tuttavia una convinzione interiore mi assicurava che Kelima era volutamente venuta da me. Posi alla mia anima queste domande:
“Era veramente Kelima quella che è venuta da me? Questo vuol dire che è sopravvissuta? E come sta?”
“Si era lei, è sopravvissuta e sta bene”
“La rivedrò?”
“Si la rivedrai”
“Assieme a Kelima ho sentito il respiro di un uomo e un gatto che si arrampicava lungo la mia gamba, erano altre entità?”
“Si sono venute altre entità perché lei per venire da te ha dovuto aprire un varco attraverso cui sono passate altre entità, erano la tua gatta Pentesilea e un uomo che non conosci e che è voluto uscire per andare a ritrovare il suo mondo passato e si è ritrovato da te”.
“Pentesilea ci è rimasta male per il fatto che non le ho dato retta?”
“No perché sapeva che tu non eri preparata a quella doppia visita”
“Pentesilea sa che le voglio molto bene?”
“Si lo sa e ti vuole bene anche lei. Voleva stare ancora con te ma non è dispiaciuta di non esserci riuscita perché sa che vi rivedrete e che starete ancora insieme”.
“Quando è venuta Kelima io ero lucida e sveglia ma mi sentivo strana, ero nel mio corpo fisico oppure ne ero uscita e mi trovavo nel corpo astrale?”
“ Sei uscita fuori dal corpo fisico e hai abbracciato la tua gatta mentre eri fuori dal corpo fisico e per questo tu la sentivi fisicamente perché anche tu eri fuori dal corpo fisico”.
“Come mai se ero in astrale sono riuscita ad accendere la luce?”
“ Quando hai deciso di concludere l'esperienza sei tornata prontamente nel corpo fisico.”
martedì 21 luglio 2020
domenica 5 luglio 2020
Dialogo con l'anima
Da quel momento in poi la scrittura automatica diventò un vero e proprio dialogo con l'entità che dichiarava essere ( e non ho motivo di credere che non lo fosse) la mia anima. Si avvicinava per me un periodo di impegni intenso e pieno di difficoltà che mi metteva in ansia e mi creava tensione. La scrittura automatica mi dava allora saggi suggerimenti: “Metti alla tensione un sigillo. Niente può ferire la tua anima. Nella mente nulla merita di essere preso sul serio. Senti nella testa l'unità nella speranza, leggera, sempre legge dell'universo. Leggeri, leggeri devono essere i pensieri.” Capitò anche che mentre ero impegnata nella seduta di scrittura automatica ricevetti la telefonata di un amico. Avevamo molte cose da dirci e mi trattenni al telefono più di quanto fosse opportuno. Poiché non avevo terminato la mia seduta provai a rimettere la matita sul foglio sperando di non dover aspettare un'altra mezz'ora prima che cominciasse a muoversi. Lo fece immediatamente, ma per rimproverarmi con asprezza l'interruzione. “Temetti dimenticare me. Letteralmente la tua anima. Non è bello. Meglio nessun contatto”
Non me lo aspettavo, mi fece sorridere ma allo stesso tempo mi confermava che c'era veramente qualcuno che stava dialogando con me, che fosse un'entità esterna o una parte di me profonda e sconosciuta esigeva attenzione e rispetto. Chiesi scusa e mi fu risposto “Ti scuso ma che non si ripeta più”. E il tono categorico mi fece capire che chi stava dialogando con me non faceva sconti.
Nelle sedute successive i messaggi della scrittura automatica si concentrarono soprattutto nel rimproverarmi di essere ancora troppo triste e di non “mettere gioia nella mente”. Mi suggerivano di riempire di stupore e di entusiasmo i miei pensieri e le mie speranze e mi facevano notare che mentre le mie mani erano impegnate nello svolgere un lavoro la mia mente era altrove e non facevo attenzione a ciò che stavo facendo, cosa che sembrava essere gravissima. Aggiungevano “Meno malinconia, la tua anima ne è rattristata”. Poiché mi stavo impegnando con tutte le mie forze ad uscire dallo sconforto queste affermazioni mi fecero arrabbiare e chiesi risentita in cosa secondo lei stavo sbagliando. La sua risposta fu “Nei tuoi impegni e nelle tue sensazioni stai sbagliando perché non stai mettendo gioia nella mente perché non stai facendo attenzione alle cose che fai. Metti qualche motivo di gioia nella mente”. Dopo una serrata diatriba e avendo rivendicato tutti gli sforzi che avevo fatto in quegli ultimi giorni, finalmente concesse “Si sei stata brava negli ultimi giorni ma non sei ancora riuscita a mettere gioia nella mente, sebbene sia riuscita a fare dei progressi, ma nelle prossime settimane otterrai ben altri risultati”. Nel salutare prima di chiudere la seduta chiesi se c'era ancora qualcosa che dovevo sapere e la risposta fu “Si devi sapere che sei importante per me e che sei importante per la Mente Universale”.
Nel corso delle nostre discussioni la mia “anima” usava a volte anche espressioni sorprendenti riferite ad un'entità spirituale. Dopo una sua affermazione vagamente ironica chiesi di specificare meglio cosa aveva voluto dire e mi rispose “Era per fare un'ipotesi, sono già alla frutta se non mi capisci”.
Mentre nelle prime sedute ponevo tra l'una e l'altra un bel po' di tempo, di solito circa un mese, successivamente i miei contatti con l'anima divennero pressoché quotidiani. Avevo creduto che fosse inopportuno disturbare questa entità interrogandola troppo spesso e che fosse irrispettoso porle domande che non appartenessero al regno della metafisica e della spiritualità. Un giorno però che ero disperata perché non trovavo più le chiavi di casa mi risolsi a rivolgermi a lei. Non appena poggiai la penna sul foglio questa cominciò a scrivere e le risposte alle mie richieste mi permisero di ritrovare le chiavi smarrite. Questo episodio sconcertante mi chiarì che potevo chiedere qualsiasi cosa, la più concreta e quotidiana ed avrei ricevuto una risposta. Non mi feci quindi più scrupolo di rivolgerle domande su tasse, bollette, appuntamenti medici e quant'altro, in particolare subissandola di domande sulla salute dei miei gatti che mi dava molti pensieri. Le risposte erano precise, sagge, e non c'era il minimo rimprovero per aver posto simili banali domande. Utilissimi furono i suggerimenti rispetto ai gatti. Non capivo perché il mio gatto con la stomatite si rifiutava di mangiare nonostante gli avessi appena praticato la puntura di cortisone, dopo averglielo chiesto la mia anima mi suggerì di portarlo subito dal veterinario perché aveva una grave infezione e abbisognava urgentemente di antibiotici, mi tranquillizzò anche rispetto all'anestesia assicurandomi che l'avrebbe sopportata. Il micio aveva infatti un brutto ascesso sotto il mento che non si vedeva e sebbene il veterinario mi avvertì che avrebbe dovuto anestetizzarlo ma non garantiva che si sarebbe svegliato date le sue precarie condizioni, si svegliò lucido e cosciente e pur essendo un micio assai nervoso si lasciò praticare due punture al giorno senza protestare, esattamente come mi aveva assicurato la mia anima. Dopo sette giorni non ne volle più sapere, ma la prescrizione del veterinario ne prevedeva dieci così chiesi nuovamente consiglio con la scrittura automatica e la risposta fu”il veterinario ha prescritto la cura per 10 giorni solo per precauzione, ma quello che ha fatto è sufficiente, non fargli più niente perché ha sofferto abbastanza e non è il caso di farlo ancora agitare. Rispetta la sua decisione perché lui ne sa più di te”. Fui colpita dalla considerazione e dalla rispettosa empatia con cui parlava del mio micio, ma in seguito ne capii la ragione quando indagai a fondo sulla vera natura degli animali. Ormai tutte le domande che mi erano girate in testa da quando avevo cominciato a pensare potettero essere formulate e il più delle volte trovarono le risposte. Gli argomenti rispetto ai quali discussi attraverso la scrittura automatica furono numerosi e vari ma i dialoghi che sto per esporre si possono configurare tra i più importanti e sorprendenti.
Non me lo aspettavo, mi fece sorridere ma allo stesso tempo mi confermava che c'era veramente qualcuno che stava dialogando con me, che fosse un'entità esterna o una parte di me profonda e sconosciuta esigeva attenzione e rispetto. Chiesi scusa e mi fu risposto “Ti scuso ma che non si ripeta più”. E il tono categorico mi fece capire che chi stava dialogando con me non faceva sconti.
Nelle sedute successive i messaggi della scrittura automatica si concentrarono soprattutto nel rimproverarmi di essere ancora troppo triste e di non “mettere gioia nella mente”. Mi suggerivano di riempire di stupore e di entusiasmo i miei pensieri e le mie speranze e mi facevano notare che mentre le mie mani erano impegnate nello svolgere un lavoro la mia mente era altrove e non facevo attenzione a ciò che stavo facendo, cosa che sembrava essere gravissima. Aggiungevano “Meno malinconia, la tua anima ne è rattristata”. Poiché mi stavo impegnando con tutte le mie forze ad uscire dallo sconforto queste affermazioni mi fecero arrabbiare e chiesi risentita in cosa secondo lei stavo sbagliando. La sua risposta fu “Nei tuoi impegni e nelle tue sensazioni stai sbagliando perché non stai mettendo gioia nella mente perché non stai facendo attenzione alle cose che fai. Metti qualche motivo di gioia nella mente”. Dopo una serrata diatriba e avendo rivendicato tutti gli sforzi che avevo fatto in quegli ultimi giorni, finalmente concesse “Si sei stata brava negli ultimi giorni ma non sei ancora riuscita a mettere gioia nella mente, sebbene sia riuscita a fare dei progressi, ma nelle prossime settimane otterrai ben altri risultati”. Nel salutare prima di chiudere la seduta chiesi se c'era ancora qualcosa che dovevo sapere e la risposta fu “Si devi sapere che sei importante per me e che sei importante per la Mente Universale”.
Nel corso delle nostre discussioni la mia “anima” usava a volte anche espressioni sorprendenti riferite ad un'entità spirituale. Dopo una sua affermazione vagamente ironica chiesi di specificare meglio cosa aveva voluto dire e mi rispose “Era per fare un'ipotesi, sono già alla frutta se non mi capisci”.
Mentre nelle prime sedute ponevo tra l'una e l'altra un bel po' di tempo, di solito circa un mese, successivamente i miei contatti con l'anima divennero pressoché quotidiani. Avevo creduto che fosse inopportuno disturbare questa entità interrogandola troppo spesso e che fosse irrispettoso porle domande che non appartenessero al regno della metafisica e della spiritualità. Un giorno però che ero disperata perché non trovavo più le chiavi di casa mi risolsi a rivolgermi a lei. Non appena poggiai la penna sul foglio questa cominciò a scrivere e le risposte alle mie richieste mi permisero di ritrovare le chiavi smarrite. Questo episodio sconcertante mi chiarì che potevo chiedere qualsiasi cosa, la più concreta e quotidiana ed avrei ricevuto una risposta. Non mi feci quindi più scrupolo di rivolgerle domande su tasse, bollette, appuntamenti medici e quant'altro, in particolare subissandola di domande sulla salute dei miei gatti che mi dava molti pensieri. Le risposte erano precise, sagge, e non c'era il minimo rimprovero per aver posto simili banali domande. Utilissimi furono i suggerimenti rispetto ai gatti. Non capivo perché il mio gatto con la stomatite si rifiutava di mangiare nonostante gli avessi appena praticato la puntura di cortisone, dopo averglielo chiesto la mia anima mi suggerì di portarlo subito dal veterinario perché aveva una grave infezione e abbisognava urgentemente di antibiotici, mi tranquillizzò anche rispetto all'anestesia assicurandomi che l'avrebbe sopportata. Il micio aveva infatti un brutto ascesso sotto il mento che non si vedeva e sebbene il veterinario mi avvertì che avrebbe dovuto anestetizzarlo ma non garantiva che si sarebbe svegliato date le sue precarie condizioni, si svegliò lucido e cosciente e pur essendo un micio assai nervoso si lasciò praticare due punture al giorno senza protestare, esattamente come mi aveva assicurato la mia anima. Dopo sette giorni non ne volle più sapere, ma la prescrizione del veterinario ne prevedeva dieci così chiesi nuovamente consiglio con la scrittura automatica e la risposta fu”il veterinario ha prescritto la cura per 10 giorni solo per precauzione, ma quello che ha fatto è sufficiente, non fargli più niente perché ha sofferto abbastanza e non è il caso di farlo ancora agitare. Rispetta la sua decisione perché lui ne sa più di te”. Fui colpita dalla considerazione e dalla rispettosa empatia con cui parlava del mio micio, ma in seguito ne capii la ragione quando indagai a fondo sulla vera natura degli animali. Ormai tutte le domande che mi erano girate in testa da quando avevo cominciato a pensare potettero essere formulate e il più delle volte trovarono le risposte. Gli argomenti rispetto ai quali discussi attraverso la scrittura automatica furono numerosi e vari ma i dialoghi che sto per esporre si possono configurare tra i più importanti e sorprendenti.
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