Da quel momento in poi la scrittura automatica diventò un vero e proprio dialogo con l'entità che dichiarava essere ( e non ho motivo di credere che non lo fosse) la mia anima. Si avvicinava per me un periodo di impegni intenso e pieno di difficoltà che mi metteva in ansia e mi creava tensione. La scrittura automatica mi dava allora saggi suggerimenti: “Metti alla tensione un sigillo. Niente può ferire la tua anima. Nella mente nulla merita di essere preso sul serio. Senti nella testa l'unità nella speranza, leggera, sempre legge dell'universo. Leggeri, leggeri devono essere i pensieri.” Capitò anche che mentre ero impegnata nella seduta di scrittura automatica ricevetti la telefonata di un amico. Avevamo molte cose da dirci e mi trattenni al telefono più di quanto fosse opportuno. Poiché non avevo terminato la mia seduta provai a rimettere la matita sul foglio sperando di non dover aspettare un'altra mezz'ora prima che cominciasse a muoversi. Lo fece immediatamente, ma per rimproverarmi con asprezza l'interruzione. “Temetti dimenticare me. Letteralmente la tua anima. Non è bello. Meglio nessun contatto”
Non me lo aspettavo, mi fece sorridere ma allo stesso tempo mi confermava che c'era veramente qualcuno che stava dialogando con me, che fosse un'entità esterna o una parte di me profonda e sconosciuta esigeva attenzione e rispetto. Chiesi scusa e mi fu risposto “Ti scuso ma che non si ripeta più”. E il tono categorico mi fece capire che chi stava dialogando con me non faceva sconti.
Nelle sedute successive i messaggi della scrittura automatica si concentrarono soprattutto nel rimproverarmi di essere ancora troppo triste e di non “mettere gioia nella mente”. Mi suggerivano di riempire di stupore e di entusiasmo i miei pensieri e le mie speranze e mi facevano notare che mentre le mie mani erano impegnate nello svolgere un lavoro la mia mente era altrove e non facevo attenzione a ciò che stavo facendo, cosa che sembrava essere gravissima. Aggiungevano “Meno malinconia, la tua anima ne è rattristata”. Poiché mi stavo impegnando con tutte le mie forze ad uscire dallo sconforto queste affermazioni mi fecero arrabbiare e chiesi risentita in cosa secondo lei stavo sbagliando. La sua risposta fu “Nei tuoi impegni e nelle tue sensazioni stai sbagliando perché non stai mettendo gioia nella mente perché non stai facendo attenzione alle cose che fai. Metti qualche motivo di gioia nella mente”. Dopo una serrata diatriba e avendo rivendicato tutti gli sforzi che avevo fatto in quegli ultimi giorni, finalmente concesse “Si sei stata brava negli ultimi giorni ma non sei ancora riuscita a mettere gioia nella mente, sebbene sia riuscita a fare dei progressi, ma nelle prossime settimane otterrai ben altri risultati”. Nel salutare prima di chiudere la seduta chiesi se c'era ancora qualcosa che dovevo sapere e la risposta fu “Si devi sapere che sei importante per me e che sei importante per la Mente Universale”.
Nel corso delle nostre discussioni la mia “anima” usava a volte anche espressioni sorprendenti riferite ad un'entità spirituale. Dopo una sua affermazione vagamente ironica chiesi di specificare meglio cosa aveva voluto dire e mi rispose “Era per fare un'ipotesi, sono già alla frutta se non mi capisci”.
Mentre nelle prime sedute ponevo tra l'una e l'altra un bel po' di tempo, di solito circa un mese, successivamente i miei contatti con l'anima divennero pressoché quotidiani. Avevo creduto che fosse inopportuno disturbare questa entità interrogandola troppo spesso e che fosse irrispettoso porle domande che non appartenessero al regno della metafisica e della spiritualità. Un giorno però che ero disperata perché non trovavo più le chiavi di casa mi risolsi a rivolgermi a lei. Non appena poggiai la penna sul foglio questa cominciò a scrivere e le risposte alle mie richieste mi permisero di ritrovare le chiavi smarrite. Questo episodio sconcertante mi chiarì che potevo chiedere qualsiasi cosa, la più concreta e quotidiana ed avrei ricevuto una risposta. Non mi feci quindi più scrupolo di rivolgerle domande su tasse, bollette, appuntamenti medici e quant'altro, in particolare subissandola di domande sulla salute dei miei gatti che mi dava molti pensieri. Le risposte erano precise, sagge, e non c'era il minimo rimprovero per aver posto simili banali domande. Utilissimi furono i suggerimenti rispetto ai gatti. Non capivo perché il mio gatto con la stomatite si rifiutava di mangiare nonostante gli avessi appena praticato la puntura di cortisone, dopo averglielo chiesto la mia anima mi suggerì di portarlo subito dal veterinario perché aveva una grave infezione e abbisognava urgentemente di antibiotici, mi tranquillizzò anche rispetto all'anestesia assicurandomi che l'avrebbe sopportata. Il micio aveva infatti un brutto ascesso sotto il mento che non si vedeva e sebbene il veterinario mi avvertì che avrebbe dovuto anestetizzarlo ma non garantiva che si sarebbe svegliato date le sue precarie condizioni, si svegliò lucido e cosciente e pur essendo un micio assai nervoso si lasciò praticare due punture al giorno senza protestare, esattamente come mi aveva assicurato la mia anima. Dopo sette giorni non ne volle più sapere, ma la prescrizione del veterinario ne prevedeva dieci così chiesi nuovamente consiglio con la scrittura automatica e la risposta fu”il veterinario ha prescritto la cura per 10 giorni solo per precauzione, ma quello che ha fatto è sufficiente, non fargli più niente perché ha sofferto abbastanza e non è il caso di farlo ancora agitare. Rispetta la sua decisione perché lui ne sa più di te”. Fui colpita dalla considerazione e dalla rispettosa empatia con cui parlava del mio micio, ma in seguito ne capii la ragione quando indagai a fondo sulla vera natura degli animali. Ormai tutte le domande che mi erano girate in testa da quando avevo cominciato a pensare potettero essere formulate e il più delle volte trovarono le risposte. Gli argomenti rispetto ai quali discussi attraverso la scrittura automatica furono numerosi e vari ma i dialoghi che sto per esporre si possono configurare tra i più importanti e sorprendenti.
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