Le ronde, i pogrom contro i rom, il reato di immigrazione clandestina, la recrudescenza degli attacchi di neonazisti contro giovani della sinistra che vanno dai pestaggi all'omicidio, sono tutte tessere di un mosaico disumano ed estremamente pericoloso costruito dalla destra capitalista e fascista in Italia, in linea con l'Europa, ma all'avanguardia. Adesso, l'ultima trovata è la riesumazione della teoria degli opposti estremismi per quanto riguarda l'aggressione fascista alla Sapienza. Sembra che la società civile e il governo si alleino sulla strada dell'orrore.
Facciamo attenzione, si sta innescando un processo che poi sarà difficile controllare. Mai come in questo momento la vigilanza della società civile, quella vera, non quella delle ronde, deve essere alta.
mercoledì 28 maggio 2008
giovedì 22 maggio 2008
UNA PIETRA SUL CUORE
Ho una pietra sul cuore da molto tempo per l'atroce ingiustizia di cui sono vittime i miei fratelli palestinesi, negli ultimi giorni se n'è aggiunta un'altra, per l'altrettanto atroce ingiustizia sofferta dai miei fratelli rom. La campagna infame contro di loro secondo cui sarebbero un pericolo pubblico e ruberebbero bambini, è evidente, si colloca all'interno di un piano governativo di repressione e di assassinio di ogni libertà di pensiero a favore di un "senso comune" che da tempo si stanno sforzando di costruire facendo leva sull'egoismo e sul razzismo delle masse. Facile compito aizzare le folle contro una categoria di persone così debole ed esposta. Rubano i bambini gridano i titoli perfino dei giornaletti quotidiani pieni di pubblicità che vengono distribuiti gratis. Eppure la parlamentare europea che ha visitato i campi nomadi ha verificato che sono stati i bambini rom a sparire nel nulla dopo i bliz della polizia e che alcune famiglie non sanno più che fine abbiano fatto i loro figli.
Sono clandestini e se ne devono andare, sbraitava un personaggio spregevole e disgustoso in una trasmissione televisiva. Non è vero. Da molto tempo la maggior parte di queste popolazioni non sono più nomadi, ma stanziali. Moltissimi sono italiani, altro che clandestini! Sono semplicemente poveri trattati come spazzatura e come pericolo pubblico e quindi non sono soggetti da sostenere ed aiutare, ma da cacciare dovunque vadano.
Una volta la percezione di queste popolazioni era ambivalente. Da un lato la paura per chi è un diverso al quadrato, dall'altra l'attrazione per la figura dello gitano vista in senso romantico come colui che passa come il vento, che gira il mondo, che sa predire il futuro, che non ha bandiere, non ha stato, non ha esercito, non muove guerre. Ma il mondo si è globalizzato e la miseria è anch'essa divenuta globale, gli zingari non girano più il mondo, la loro ansia di libertà e nuove frontiere ha incontrato i confini certi della miseria. Ora sono soltanto poveri. E per i poveri non c'è pietà.
Ci sono due riflessioni che mi sembrano degne di nota. Una è che questo gioco sporco di aizzare i poveri e una popolazione in difficoltà contro un capro espiatorio facile e dar loro modo così di scaricare la rabbia che diversamente si incanalerebbe verso più giusti obiettivi è un gioco già sperimentato, ma che funziona sempre. In Germania quando il nazismo era in ascesa e c'era in atto una crisi economica si aizzò la popolazione verso gli ebrei che venivano presentati come i colpevoli di tutto. L'altra è che quando si vuole creare un clima di illibertà totale si comincia sempre dal colpire i più deboli, poi tutti gli altri e in breve ci sarà da stare molto attenti a meno di non conformarsi alla filosofia berlusconiana e leghista.
C'è un ultima riflessione che mi affligge:
Da tempo accusiamo Israele di perpetrare le punizioni collettive per cui se qualcuno fa un attentato viene punita tutta la comunità, da tempo accusiamo Israele di razzismo e apartheid contro i palestinesi, di far sparire i bambini nelle carceri israeliane senza nemmeno avvertire i genitori, da tempo accusiamo i coloni israeliani di bruciare i campi dei contadini palestinesi, di aggreedire i bambini, di tentare di cacciare i palestinesi dai villaggi. A un tratto mi rendo conto che i rom sono stati ripetutamente oggetto di punizione collettiva, il razzismo contro di loro si spreca, i bambini sono spariti nel nulla e i camorristi napoletani e i loro rozzi compagni hanno incendiato i campi nomadi esattamente come fanno i coloni israeliani.
Che razza di gente siamo diventata?
Per favore svegliatemi da quest'incubo.
Sono clandestini e se ne devono andare, sbraitava un personaggio spregevole e disgustoso in una trasmissione televisiva. Non è vero. Da molto tempo la maggior parte di queste popolazioni non sono più nomadi, ma stanziali. Moltissimi sono italiani, altro che clandestini! Sono semplicemente poveri trattati come spazzatura e come pericolo pubblico e quindi non sono soggetti da sostenere ed aiutare, ma da cacciare dovunque vadano.
Una volta la percezione di queste popolazioni era ambivalente. Da un lato la paura per chi è un diverso al quadrato, dall'altra l'attrazione per la figura dello gitano vista in senso romantico come colui che passa come il vento, che gira il mondo, che sa predire il futuro, che non ha bandiere, non ha stato, non ha esercito, non muove guerre. Ma il mondo si è globalizzato e la miseria è anch'essa divenuta globale, gli zingari non girano più il mondo, la loro ansia di libertà e nuove frontiere ha incontrato i confini certi della miseria. Ora sono soltanto poveri. E per i poveri non c'è pietà.
Ci sono due riflessioni che mi sembrano degne di nota. Una è che questo gioco sporco di aizzare i poveri e una popolazione in difficoltà contro un capro espiatorio facile e dar loro modo così di scaricare la rabbia che diversamente si incanalerebbe verso più giusti obiettivi è un gioco già sperimentato, ma che funziona sempre. In Germania quando il nazismo era in ascesa e c'era in atto una crisi economica si aizzò la popolazione verso gli ebrei che venivano presentati come i colpevoli di tutto. L'altra è che quando si vuole creare un clima di illibertà totale si comincia sempre dal colpire i più deboli, poi tutti gli altri e in breve ci sarà da stare molto attenti a meno di non conformarsi alla filosofia berlusconiana e leghista.
C'è un ultima riflessione che mi affligge:
Da tempo accusiamo Israele di perpetrare le punizioni collettive per cui se qualcuno fa un attentato viene punita tutta la comunità, da tempo accusiamo Israele di razzismo e apartheid contro i palestinesi, di far sparire i bambini nelle carceri israeliane senza nemmeno avvertire i genitori, da tempo accusiamo i coloni israeliani di bruciare i campi dei contadini palestinesi, di aggreedire i bambini, di tentare di cacciare i palestinesi dai villaggi. A un tratto mi rendo conto che i rom sono stati ripetutamente oggetto di punizione collettiva, il razzismo contro di loro si spreca, i bambini sono spariti nel nulla e i camorristi napoletani e i loro rozzi compagni hanno incendiato i campi nomadi esattamente come fanno i coloni israeliani.
Che razza di gente siamo diventata?
Per favore svegliatemi da quest'incubo.
domenica 18 maggio 2008
UNA MANO AI DIRITTI UMANI
MOSTRA DI SOLIDARIETA' CON LA PALESTINA
Ass. Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese, Associazione Stelle Cadenti
Finalmente è giunto alla fine il lavoro di organizzazione, che mi ha impegnato in queste ultime settimane, della mostra per l'adozione a distanza di bambini palestinesi orfani o feriti. Non avevo mai organizzato una mostra da sola ed è stato molto faticoso, ora restano gli ultimi importanti particolari e l'allestimento e soprattutto la speranza che vada tutto bene. Questo sotto è il comunicato che ho diffuso;
Ieri 15 maggio sono volati nel cielo di Ramallah 21945 palloncini neri lanciati da bimbi vestiti di nero per simboleggiare ogni giorno dei 60 anni di Nakba.
6o anni di dolore e cancellazione dei diritti umani dei palestinesi.
I bambini, la cui integrità e sicurezza dovrebbe essere protetta da leggi internazionali, vivono in Cisgiordania e a Gaza una vita in bilico. Tutti i loro diritti, dall'istruzione alla salute e perfino alla vita sono calpestati dall'occupazione. La legge militare a cui sono soggetti i palestinesi considera i bambini adulti a 12 anni e li rapisce, li arresta e li incarcera, facendo anche uso di intimidazione e tortura e impedendo loro di avere i genitori vicino e di parlare con un avvocato.
A Gaza i bimbi sono sotto il tiro costantedi incursioni e bombardamenti e con l'embargo, la fame e la denutrizione sono salite a un livello insostenibile, mentre muoiono a centinaia per l'impossibilità di curarsi.
la loro sofferenza è infinita.
Seppur certi che la soluzione dei problemi dei palestinesi non è umanitaria, ma politica, sappiamo che anche la solidarietà è importante per riuscire a sopravvivere ed a sperare.
L'ass. Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese si occupa di adozioni a distanza di bambini palestinesi orfani o feriti e di diffondere e far conoscere la cultura della Palestina, i suoi poeti e scrittori, la sua musica, i suoi artisti, le sue tradizioni, assieme all'ass. Stelle cadenti-Artisti per la pace, che si occupa di arte contemporanea con un forte impegno sociale e politico ha organizzato la mostra di arte contemporanea
UNA MANO AI DIRITTI UMANI
L'inaugurazione della mostra è per Giovedì 29 maggio alle ore 18 nei locali di Carta, sala Pintor, in via Scalo di S. Lorenzo 67
Quaranta artisti hanno donato una loro opera per finanziare l'adozione a distanza di bambini palestinesi orfani o feriti.
La mostra è visitabile da Giovedì 29 maggio a Giovedì 5 giugno nei seguenti orari:
Mattino: dalle 11 alle 13
Pomeriggio: dalle 16 alle 18
Vi aspettiamo numerosi
Ass. Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese, Associazione Stelle Cadenti
Finalmente è giunto alla fine il lavoro di organizzazione, che mi ha impegnato in queste ultime settimane, della mostra per l'adozione a distanza di bambini palestinesi orfani o feriti. Non avevo mai organizzato una mostra da sola ed è stato molto faticoso, ora restano gli ultimi importanti particolari e l'allestimento e soprattutto la speranza che vada tutto bene. Questo sotto è il comunicato che ho diffuso;
Ieri 15 maggio sono volati nel cielo di Ramallah 21945 palloncini neri lanciati da bimbi vestiti di nero per simboleggiare ogni giorno dei 60 anni di Nakba.
6o anni di dolore e cancellazione dei diritti umani dei palestinesi.
I bambini, la cui integrità e sicurezza dovrebbe essere protetta da leggi internazionali, vivono in Cisgiordania e a Gaza una vita in bilico. Tutti i loro diritti, dall'istruzione alla salute e perfino alla vita sono calpestati dall'occupazione. La legge militare a cui sono soggetti i palestinesi considera i bambini adulti a 12 anni e li rapisce, li arresta e li incarcera, facendo anche uso di intimidazione e tortura e impedendo loro di avere i genitori vicino e di parlare con un avvocato.
A Gaza i bimbi sono sotto il tiro costantedi incursioni e bombardamenti e con l'embargo, la fame e la denutrizione sono salite a un livello insostenibile, mentre muoiono a centinaia per l'impossibilità di curarsi.
la loro sofferenza è infinita.
Seppur certi che la soluzione dei problemi dei palestinesi non è umanitaria, ma politica, sappiamo che anche la solidarietà è importante per riuscire a sopravvivere ed a sperare.
L'ass. Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese si occupa di adozioni a distanza di bambini palestinesi orfani o feriti e di diffondere e far conoscere la cultura della Palestina, i suoi poeti e scrittori, la sua musica, i suoi artisti, le sue tradizioni, assieme all'ass. Stelle cadenti-Artisti per la pace, che si occupa di arte contemporanea con un forte impegno sociale e politico ha organizzato la mostra di arte contemporanea
UNA MANO AI DIRITTI UMANI
L'inaugurazione della mostra è per Giovedì 29 maggio alle ore 18 nei locali di Carta, sala Pintor, in via Scalo di S. Lorenzo 67
Quaranta artisti hanno donato una loro opera per finanziare l'adozione a distanza di bambini palestinesi orfani o feriti.
La mostra è visitabile da Giovedì 29 maggio a Giovedì 5 giugno nei seguenti orari:
Mattino: dalle 11 alle 13
Pomeriggio: dalle 16 alle 18
Vi aspettiamo numerosi
giovedì 15 maggio 2008
COME OGGI I PALESTINESI RICORDANO LA NAKBA
In Palestina l'evento principale sarà un lancio di palloncini nel cielo di Ramallah: 21945mila palloncini che simboleggiano ogni giorno dei 60 anni di Nakba. Il lancio dei palloncini neri, sarà eseguito da bambini vestiti di nero.
Nei campi profughi si esibiranno in canti e balli tradizionali come la Dakba. Nel campo di Aida vicino Betlemme hanno costruito una chiave di 2 tonnellate che simboleggia il ritorno dei profuughi e verrà esposta nella piazza con una enorme scritta: NON E' IN VENDITA per ricordare che il ritorno dei profughi non è stato dimenticato.
Nel cielo di Damasco sventolerà la bandiera più grande del mondo di 27mila metri quadri di superficie, cioè la superficie della Palestina ridotta in scala 1 a mille.
In Italia, a Roma, un lancio simbolico di 460 palloncini a ricordo dei 460 villaggi distrutti nel 48'.
Nei campi profughi si esibiranno in canti e balli tradizionali come la Dakba. Nel campo di Aida vicino Betlemme hanno costruito una chiave di 2 tonnellate che simboleggia il ritorno dei profuughi e verrà esposta nella piazza con una enorme scritta: NON E' IN VENDITA per ricordare che il ritorno dei profughi non è stato dimenticato.
Nel cielo di Damasco sventolerà la bandiera più grande del mondo di 27mila metri quadri di superficie, cioè la superficie della Palestina ridotta in scala 1 a mille.
In Italia, a Roma, un lancio simbolico di 460 palloncini a ricordo dei 460 villaggi distrutti nel 48'.
mercoledì 14 maggio 2008
60 ANNI DI NAKBA
NO AD OGNI NEGAZIONISMO
CELEBRIAMO LA SPERANZA
Tutta la storia dello stato israeliano è la storia fondata sulla negazione di un altro popolo, quello palestinese. Lo slogan che ha dato l'avvio a questa menzogna continuata è stato "una terra senza popolo per un popolo senza terra" per questo la parola palestinese è stata sempre una parola impronunciata e impronunciabile. Si parla di "arabi israeliani" per i palestinesi cittadini di Israele. Dire palestinese è ammettere che esisteva prima di Israele una terra chiamata Palestina, non perchè era il nome che aveva sotto il mandato britannico, ma perchè appunto abitata da palestinesi. I palestinesi non hanno alcuna identità nazionale, sono arabi e quindi possono togliere il disturbo andandosi a scegliere un paese arabo a loro piacere. Sharon affermava che c'è già uno stato palestinese: la Giordania. La menzogna è continuata negando che ci siano stati massacri e distruzione di villaggi: I palestinesi se ne sono andati perchè istigati dagli altri stati arabi (su cui ricade la responsabilità dei profughi) e perchè non hanno avuto fiducia nei colonizzatori. I palestinesi sono così negati da essere chiamati "assenti" anche quando sono ben presenti e viventi sul suolo patrio diventato Israele. Assenti per quanto riguarda i diritti naturalmente, presenti per i doveri. Anche l'occupazione di Gaza e della Cisgiordania avvenuta nel 67' non è stata mai dichiarata un'occupazione. Del resto Israele non ha mai definito i propri confini, nell'attesa di annettersi con successive pulizie etniche e confische di territorio fino all'ultimo lembo di terra. Il muro non è quell'orribile mostro che distrugge la vita dei palestinesi e li tiene in prigione, ma un sempklice "recinto" o muro di separazione che serve solo per difesa ed argine ai terroristi.
L'embargo che sta uccidendo tutta la popolazione di Gaza è solo una misura verso i lanciatori dei razzi kassam.
La negazione non riguarda solo il passato, ma anche il presente. Il presente è che la conquista non è terminata, ma secondo quanto affermò Sharon nel 2002 sulle pagine di Haaretz, "La guerra di indipendenza non è finita, il 48' non era che un capitolo" e annunciava una nuova tappa che sarebbe durata 50 anni.
Ma non si può cancellare la storia. I palestinesi ricordano benissimo il massacro di Der Yassin, di Tantura, di Dewaimeh: Ricordano l'espulsione di 750mila persone nel 48' e quella dei 300mila "nuovi profughi" del 67'. Ricordano le centinaia di villaggi distrutti, la pulizia etnica e il continuo furto della terra.
Israele è uno stato di Apartheid peggio del Sudafrica. I coloni che hanno occupato la Cisgiordania sono sottoposti alla legislazione civile dello stato, mentre i palestinesi siono soggetti alla legge militare che cancella i diritti di tuti, anche dei bambini, incarcerati a 12 anni, adulti per la legge militare. I coloni hanno strade megagalattiche solo per loro,se gli gira, possono derubare e ucciderre i palestinesi che vivono nei villaggi sotto le colline da loro occupate, restando impuniti. I palestinesi non hanno i permessi per costruire le case e per scavare i pozzi: l'acqua disponibile è usata dai coloni per l'80%. I coloni sono liberi di circolare come vogliono. I palestinesi sono prigionieri tra muro e ceck-point. Tuttavia nonostantre la solare evidenza di ciò guai a parlare di Apartheid. Israele è l'unica democrazia del Medio Oriente: Dunque questa grande democrazia Ha celebrato il 60esimo anniversario della sua fondazione NASCONDENDO QUESTE MENZOGNE durate 60 anni. La sua celebrazione è stata internazionale. Si è festeggiato negli Stati Uniti, in Europa e perfino in Russia. La Comuinità Internazionale che è stata compatta nel perpetrare l'embargo contro la popolazione palestinese occupata è altrettanto compatta nel festeggiare e celebrare Israele, lo stato occupante.
L'Occidente ha girato le spalle alle sue conquiste migliori. Nel 60esimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani Festeggia il 60esimo anniversario DI UNO STATO CHE LI HA CANCELLATI TUTTI.
A lungo la parola antisemitismo è stata caricata da Israele e dai suoi sostenitori di valenze antisioniste, ma non sempre questa equiparazione è sostenibile ed ecco che allora Marrazzo ci dice che essere antisionisti è essere antieuropei. Probabilmente ha ragione avendo sposato l'Europa tutti i contenuti razzisti e neocolonialisti del Sionismo. L'unione Europea, in particolare Germania e Italia, è molto amica di israele. Come quest'ultimo perseguita i palestinesi loro perseguitano le minoranze rom, i migranti, coloro che chiedono asilo politico con leggi crudeli, razziste ed escludenti. Anche quando riconosconop il loro bisogno di lavoratori stranieri vorrebbero che questi offrissero loro le sole braccia da lavoro e non manifestassero anche bisogni umani. L'Europa ammira molto l'efficenza sicuritaria, la tecnologia e l'avanzata ricerca militare e bellica israeliana. Tanto è vero che ha stipulato con Israele accordi commerciali e militari a cui tiene molto. Per forma ha messo come condizione l'art. 2 sui diritti umani: ovvero gli accordi dovrebbero decadere qualora Israele non rispettasse i diritti umani. Israele non li ha rispettati, ma i contratti non sono stati annullati.
L'Europa ha ancora una mentalità colonialista. Qui in Italia è stato steso un velo sul passato colonialista della nazione. Non se ne è mai parlato e le giovani generazioni, ed anche quelle meno giovani, non sanno niente sul passato recente del loro paese. Questa mentalità colonialista fa risultare di poco conto le vite cancellate e il sangue versato quando appartiene a popoli non occidentali. Perciò Gaza può morire nel silenzio, le sue grida di dolore sono coperte dai festeggiamenti che in tutto il mondo celebrano l'occupantte.
In Israele nel "giorno dell'indipendenza" a cui è stata conferita una sacralità religiosa, tutti sono obbligati a festeggiare. Ma in israele c'è anche la minoranza palestrinese. Dovrebbe festeggiare la catastrofe che Israele ha provocato per il suo popolo 60 anni fa? A Nazaret i palestinesi hanno cercato di commemorare la Nakba ma è stato loro vietato con la motivazione che commemorare la Nakba è un evento politico. Perchè festeggiare il "giorno dell'indipendenza" non lo è?
Non tutti gli israeliani però festeggiano in Israele. Un gruppo di "Anarchici contro il muro" già attivissimo nelle manifestazioni di Bi'lin, ha attaccato manifesti a Jaffa contro la sfilata di commemorazione della conquista della città nel 48'. I giovani sono stati arrestati, ma nella stessa notte altri "anarchici contro il muro" Si sono impadroniti, assieme ai loro amici palestinesi, di un avamposto di una colonia "illegale" una sinagoga piantata su una collina che i coloni non occupano ancora giorno e notte. Si sono arrampicati sul tetto staccando la bandiera israeliana sostituendola con quella palestinese. I coloni sono accorsi numerosi ed è cominciata una battaglia terminata con l'esercito che ha sparato sugli anarchici e sui palestinesi.
Questi giovani hanno fatto una giusta scelta di campo. Ed è questo che vogliamo festeggiare e celebrare: la speranza che essi rappresentano. La speranza che si possa uscire dalla mitologia sionista, che si possa pensare a un futuro insieme dove ci sia uguaglianza, dignità, rispetto e libertà per tutti.
CELEBRIAMO LA SPERANZA
Tutta la storia dello stato israeliano è la storia fondata sulla negazione di un altro popolo, quello palestinese. Lo slogan che ha dato l'avvio a questa menzogna continuata è stato "una terra senza popolo per un popolo senza terra" per questo la parola palestinese è stata sempre una parola impronunciata e impronunciabile. Si parla di "arabi israeliani" per i palestinesi cittadini di Israele. Dire palestinese è ammettere che esisteva prima di Israele una terra chiamata Palestina, non perchè era il nome che aveva sotto il mandato britannico, ma perchè appunto abitata da palestinesi. I palestinesi non hanno alcuna identità nazionale, sono arabi e quindi possono togliere il disturbo andandosi a scegliere un paese arabo a loro piacere. Sharon affermava che c'è già uno stato palestinese: la Giordania. La menzogna è continuata negando che ci siano stati massacri e distruzione di villaggi: I palestinesi se ne sono andati perchè istigati dagli altri stati arabi (su cui ricade la responsabilità dei profughi) e perchè non hanno avuto fiducia nei colonizzatori. I palestinesi sono così negati da essere chiamati "assenti" anche quando sono ben presenti e viventi sul suolo patrio diventato Israele. Assenti per quanto riguarda i diritti naturalmente, presenti per i doveri. Anche l'occupazione di Gaza e della Cisgiordania avvenuta nel 67' non è stata mai dichiarata un'occupazione. Del resto Israele non ha mai definito i propri confini, nell'attesa di annettersi con successive pulizie etniche e confische di territorio fino all'ultimo lembo di terra. Il muro non è quell'orribile mostro che distrugge la vita dei palestinesi e li tiene in prigione, ma un sempklice "recinto" o muro di separazione che serve solo per difesa ed argine ai terroristi.
L'embargo che sta uccidendo tutta la popolazione di Gaza è solo una misura verso i lanciatori dei razzi kassam.
La negazione non riguarda solo il passato, ma anche il presente. Il presente è che la conquista non è terminata, ma secondo quanto affermò Sharon nel 2002 sulle pagine di Haaretz, "La guerra di indipendenza non è finita, il 48' non era che un capitolo" e annunciava una nuova tappa che sarebbe durata 50 anni.
Ma non si può cancellare la storia. I palestinesi ricordano benissimo il massacro di Der Yassin, di Tantura, di Dewaimeh: Ricordano l'espulsione di 750mila persone nel 48' e quella dei 300mila "nuovi profughi" del 67'. Ricordano le centinaia di villaggi distrutti, la pulizia etnica e il continuo furto della terra.
Israele è uno stato di Apartheid peggio del Sudafrica. I coloni che hanno occupato la Cisgiordania sono sottoposti alla legislazione civile dello stato, mentre i palestinesi siono soggetti alla legge militare che cancella i diritti di tuti, anche dei bambini, incarcerati a 12 anni, adulti per la legge militare. I coloni hanno strade megagalattiche solo per loro,se gli gira, possono derubare e ucciderre i palestinesi che vivono nei villaggi sotto le colline da loro occupate, restando impuniti. I palestinesi non hanno i permessi per costruire le case e per scavare i pozzi: l'acqua disponibile è usata dai coloni per l'80%. I coloni sono liberi di circolare come vogliono. I palestinesi sono prigionieri tra muro e ceck-point. Tuttavia nonostantre la solare evidenza di ciò guai a parlare di Apartheid. Israele è l'unica democrazia del Medio Oriente: Dunque questa grande democrazia Ha celebrato il 60esimo anniversario della sua fondazione NASCONDENDO QUESTE MENZOGNE durate 60 anni. La sua celebrazione è stata internazionale. Si è festeggiato negli Stati Uniti, in Europa e perfino in Russia. La Comuinità Internazionale che è stata compatta nel perpetrare l'embargo contro la popolazione palestinese occupata è altrettanto compatta nel festeggiare e celebrare Israele, lo stato occupante.
L'Occidente ha girato le spalle alle sue conquiste migliori. Nel 60esimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani Festeggia il 60esimo anniversario DI UNO STATO CHE LI HA CANCELLATI TUTTI.
A lungo la parola antisemitismo è stata caricata da Israele e dai suoi sostenitori di valenze antisioniste, ma non sempre questa equiparazione è sostenibile ed ecco che allora Marrazzo ci dice che essere antisionisti è essere antieuropei. Probabilmente ha ragione avendo sposato l'Europa tutti i contenuti razzisti e neocolonialisti del Sionismo. L'unione Europea, in particolare Germania e Italia, è molto amica di israele. Come quest'ultimo perseguita i palestinesi loro perseguitano le minoranze rom, i migranti, coloro che chiedono asilo politico con leggi crudeli, razziste ed escludenti. Anche quando riconosconop il loro bisogno di lavoratori stranieri vorrebbero che questi offrissero loro le sole braccia da lavoro e non manifestassero anche bisogni umani. L'Europa ammira molto l'efficenza sicuritaria, la tecnologia e l'avanzata ricerca militare e bellica israeliana. Tanto è vero che ha stipulato con Israele accordi commerciali e militari a cui tiene molto. Per forma ha messo come condizione l'art. 2 sui diritti umani: ovvero gli accordi dovrebbero decadere qualora Israele non rispettasse i diritti umani. Israele non li ha rispettati, ma i contratti non sono stati annullati.
L'Europa ha ancora una mentalità colonialista. Qui in Italia è stato steso un velo sul passato colonialista della nazione. Non se ne è mai parlato e le giovani generazioni, ed anche quelle meno giovani, non sanno niente sul passato recente del loro paese. Questa mentalità colonialista fa risultare di poco conto le vite cancellate e il sangue versato quando appartiene a popoli non occidentali. Perciò Gaza può morire nel silenzio, le sue grida di dolore sono coperte dai festeggiamenti che in tutto il mondo celebrano l'occupantte.
In Israele nel "giorno dell'indipendenza" a cui è stata conferita una sacralità religiosa, tutti sono obbligati a festeggiare. Ma in israele c'è anche la minoranza palestrinese. Dovrebbe festeggiare la catastrofe che Israele ha provocato per il suo popolo 60 anni fa? A Nazaret i palestinesi hanno cercato di commemorare la Nakba ma è stato loro vietato con la motivazione che commemorare la Nakba è un evento politico. Perchè festeggiare il "giorno dell'indipendenza" non lo è?
Non tutti gli israeliani però festeggiano in Israele. Un gruppo di "Anarchici contro il muro" già attivissimo nelle manifestazioni di Bi'lin, ha attaccato manifesti a Jaffa contro la sfilata di commemorazione della conquista della città nel 48'. I giovani sono stati arrestati, ma nella stessa notte altri "anarchici contro il muro" Si sono impadroniti, assieme ai loro amici palestinesi, di un avamposto di una colonia "illegale" una sinagoga piantata su una collina che i coloni non occupano ancora giorno e notte. Si sono arrampicati sul tetto staccando la bandiera israeliana sostituendola con quella palestinese. I coloni sono accorsi numerosi ed è cominciata una battaglia terminata con l'esercito che ha sparato sugli anarchici e sui palestinesi.
Questi giovani hanno fatto una giusta scelta di campo. Ed è questo che vogliamo festeggiare e celebrare: la speranza che essi rappresentano. La speranza che si possa uscire dalla mitologia sionista, che si possa pensare a un futuro insieme dove ci sia uguaglianza, dignità, rispetto e libertà per tutti.
I ROM NON RAPISCONO BAMBINI
Di solito guardo poco la TV, ma l'altra sera mi è capitato di vedere il programma "Chi l'ha visto" dove si commentava il presunto rapimento di una bambina da parte di una ragazzina rom. Ho appreso esterrefatta di come un intero paese si sia scatenato nel tentativo di linciaggio di una diciassettenne come se fosse la cosa più normale del mondo. "I nomadi non rapiscono i bambini, ne hanno a sufficienza" dichiarava il responsabile dell'Opera Nomadi che cercava, tra i dileggi e le aggressioni verbali di un tale che dovrebbe essere un avvocato, di spiegare che la gran parte di queste popolazioni non si dedicano ai furti e all'elemosina, ma che lavorano, creano cooperative, mandano i figli a scuola e che solo una minoranza, causa emarginazione ed estrema povertà si dedica ancora a queste attività. Dopo il fatto, ancora da accertare, ci sono state manifestazioni e proteste e infine lo sgombero del campo dove risiedeva la fanciulla. Mi è venuto in mente subito l'accusa rivolta agli ebrei non tanto tempo fa, di rapire bambini cristiani per ucciderli ed usare il loro sangue per impastare le azzime per la festa di Pesac, cosa che giustificava poi pogrom, uccisioni e aggressioni di estrema ferocia. I nomadi, rom, sinti e tutti gli altri gruppi, hanno subito la SHoah esattamente come il popolo ebraico, ma a differenza di quest'ultimo, la loro Shoah non è mai finita. Nessuno ancora si è fatto prendere da rimorsi e da senso di colpa, ma al contrario la loro persecuzione è continua e generale. La favola dei rom che rapiscono bambini è frutto di un razzismo pericoloso e devastante. Sono loro il pericolo per la sicurezza e non invece i clan mafiosi che stanno infestando la capitale, come pure altre regioni italiane. Il reato commesso da un rom o da un "clandestino" o straniero non clandestino è una minaccia che fa esplodere la paranoia delle folle, non lo sono i delitti, sebbene efferati di italiani e non lo sono i mafiosi, compresi quelli che anbbiamo in parlamento.
venerdì 9 maggio 2008
Nascita di Israele e Nakba
Nascita di Israele e Nakba - Intervento all'interno della trasmissione "Scirocco".
L'intervista sara' trasmessa anche su Radio Citta' Aperta e altre radio.
Ascolta l'intervista su scirocco.amisnet.org
L'intervista sara' trasmessa anche su Radio Citta' Aperta e altre radio.
Ascolta l'intervista su scirocco.amisnet.org
venerdì 2 maggio 2008
ANCHE GLI ANIMALI SOFFRONO PER L'EMBARGO
GLI ANIMALI DI GAZA PROTESTANO DAVANTI ALLA SEDE DELL'ONU CONTRO L'ASSEDIO
Con lo slogan "APPELLO DEGLI ANIMALI PER I DIRITTI UMANI", decine di animali hanno marciato fino alla sede dell'ONU in segno di protesta contro l'assedio imposto a Gaza. Si sono radunati in un presidio cavalli, cammelli, mucche con addosso degli slogan che condannano i massacri sionisti contro i palestinesi e condannano l'assedio imposto alla striscia di Gaza.
In una lettera a Watan Press, chi ha organizzato l'evento ha ribadito che anche gli animali a Gaza subiscono a causa dell'embargo ed in una conferenza stampa, Sami Aklia, coordinatore dell'iniziativa, ha detto che questa mossa nasce da una vera esplosione e rabbia dei palestinesi che vivono nella striscia di Gaza, precisando che se le proteste umane nel mondo non riescono a farsi sentire, è il caso di passare la parola agli animali con la speranza che riescano a muovere qualcosa.
notizia dal sito , www.watanpress.com
Con lo slogan "APPELLO DEGLI ANIMALI PER I DIRITTI UMANI", decine di animali hanno marciato fino alla sede dell'ONU in segno di protesta contro l'assedio imposto a Gaza. Si sono radunati in un presidio cavalli, cammelli, mucche con addosso degli slogan che condannano i massacri sionisti contro i palestinesi e condannano l'assedio imposto alla striscia di Gaza.
In una lettera a Watan Press, chi ha organizzato l'evento ha ribadito che anche gli animali a Gaza subiscono a causa dell'embargo ed in una conferenza stampa, Sami Aklia, coordinatore dell'iniziativa, ha detto che questa mossa nasce da una vera esplosione e rabbia dei palestinesi che vivono nella striscia di Gaza, precisando che se le proteste umane nel mondo non riescono a farsi sentire, è il caso di passare la parola agli animali con la speranza che riescano a muovere qualcosa.
notizia dal sito , www.watanpress.com
giovedì 1 maggio 2008
ISRAELE INTENDE PORTARE A FONDO IL GENOCIDIO A GAZA
ISRAELE INTENDE PORTARE A FONDO IL GENOCIDIO A GAZA
Segnali preoccupanti di nuove campagne omicide a Gaza per questa estate.
Da Osservatorio Irak:
Offensiva terrestre in estate?
Quella che emerge dalle affermazioni dell’esecutivo di Tel Aviv, che hanno accompagnato i raid delle ultime ore, è una vera è propria dichiarazione di guerra alla striscia di Gaza, controllata da Hamas a partire dal giugno scorso.
Ieri, il primo ministro Ehud Olmert ha ribadito di ritenere il Movimento della resistenza islamica come il "solo diretto responsabile di quello che avviene nella striscia di Gaza” al quale “far pagare il prezzo".
Affermazioni che – stando a quanto è emerso oggi sulla stampa israeliana – preparano il terreno a un massiccio intervento militare nella Striscia.
Su questo punto, le autorità israeliane continuano a esitare, per timore che Hamas risponda con "una pioggia di razzi" sulle città del sud di Israele in occasione dalla Pessah, la Pasqua ebraica, che inizia domenica e dura otto giorni.
Ma, più che bocciata, l’ipotesi di offensiva via terra sarebbe solo rimandata. Secondo fonti anonime della Difesa israeliana – citate oggi dal quotidiano The Jerusalem Post - Olmert attende solo la visita del presidente Usa George W. Bush, prevista alla metà di maggio per il 60esimo anniversario della fondazione dello Stato d’Israele, prima di lanciare l’offensiva.
Di fatto, il massiccio attacco via terra potrebbe scattare la prossima estate (probabilmente tra giugno e luglio, in un periodo ritenuto ottimale dagli esperti) e dovrebbe essere simile a quello lanciato nel 2002 in Cisgiordania.
Obiettivo dichiarato è “ripulire Gaza” e colpire duramente le infrastrutture militari di Hamas, mentre viene esclusa per il momento l’ipotesi di mantenere una presenza militare all'interno di Gaza.
Segnali preoccupanti di nuove campagne omicide a Gaza per questa estate.
Da Osservatorio Irak:
Offensiva terrestre in estate?
Quella che emerge dalle affermazioni dell’esecutivo di Tel Aviv, che hanno accompagnato i raid delle ultime ore, è una vera è propria dichiarazione di guerra alla striscia di Gaza, controllata da Hamas a partire dal giugno scorso.
Ieri, il primo ministro Ehud Olmert ha ribadito di ritenere il Movimento della resistenza islamica come il "solo diretto responsabile di quello che avviene nella striscia di Gaza” al quale “far pagare il prezzo".
Affermazioni che – stando a quanto è emerso oggi sulla stampa israeliana – preparano il terreno a un massiccio intervento militare nella Striscia.
Su questo punto, le autorità israeliane continuano a esitare, per timore che Hamas risponda con "una pioggia di razzi" sulle città del sud di Israele in occasione dalla Pessah, la Pasqua ebraica, che inizia domenica e dura otto giorni.
Ma, più che bocciata, l’ipotesi di offensiva via terra sarebbe solo rimandata. Secondo fonti anonime della Difesa israeliana – citate oggi dal quotidiano The Jerusalem Post - Olmert attende solo la visita del presidente Usa George W. Bush, prevista alla metà di maggio per il 60esimo anniversario della fondazione dello Stato d’Israele, prima di lanciare l’offensiva.
Di fatto, il massiccio attacco via terra potrebbe scattare la prossima estate (probabilmente tra giugno e luglio, in un periodo ritenuto ottimale dagli esperti) e dovrebbe essere simile a quello lanciato nel 2002 in Cisgiordania.
Obiettivo dichiarato è “ripulire Gaza” e colpire duramente le infrastrutture militari di Hamas, mentre viene esclusa per il momento l’ipotesi di mantenere una presenza militare all'interno di Gaza.
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