giovedì 22 maggio 2008

UNA PIETRA SUL CUORE

Ho una pietra sul cuore da molto tempo per l'atroce ingiustizia di cui sono vittime i miei fratelli palestinesi, negli ultimi giorni se n'è aggiunta un'altra, per l'altrettanto atroce ingiustizia sofferta dai miei fratelli rom. La campagna infame contro di loro secondo cui sarebbero un pericolo pubblico e ruberebbero bambini, è evidente, si colloca all'interno di un piano governativo di repressione e di assassinio di ogni libertà di pensiero a favore di un "senso comune" che da tempo si stanno sforzando di costruire facendo leva sull'egoismo e sul razzismo delle masse. Facile compito aizzare le folle contro una categoria di persone così debole ed esposta. Rubano i bambini gridano i titoli perfino dei giornaletti quotidiani pieni di pubblicità che vengono distribuiti gratis. Eppure la parlamentare europea che ha visitato i campi nomadi ha verificato che sono stati i bambini rom a sparire nel nulla dopo i bliz della polizia e che alcune famiglie non sanno più che fine abbiano fatto i loro figli.
Sono clandestini e se ne devono andare, sbraitava un personaggio spregevole e disgustoso in una trasmissione televisiva. Non è vero. Da molto tempo la maggior parte di queste popolazioni non sono più nomadi, ma stanziali. Moltissimi sono italiani, altro che clandestini! Sono semplicemente poveri trattati come spazzatura e come pericolo pubblico e quindi non sono soggetti da sostenere ed aiutare, ma da cacciare dovunque vadano.
Una volta la percezione di queste popolazioni era ambivalente. Da un lato la paura per chi è un diverso al quadrato, dall'altra l'attrazione per la figura dello gitano vista in senso romantico come colui che passa come il vento, che gira il mondo, che sa predire il futuro, che non ha bandiere, non ha stato, non ha esercito, non muove guerre. Ma il mondo si è globalizzato e la miseria è anch'essa divenuta globale, gli zingari non girano più il mondo, la loro ansia di libertà e nuove frontiere ha incontrato i confini certi della miseria. Ora sono soltanto poveri. E per i poveri non c'è pietà.
Ci sono due riflessioni che mi sembrano degne di nota. Una è che questo gioco sporco di aizzare i poveri e una popolazione in difficoltà contro un capro espiatorio facile e dar loro modo così di scaricare la rabbia che diversamente si incanalerebbe verso più giusti obiettivi è un gioco già sperimentato, ma che funziona sempre. In Germania quando il nazismo era in ascesa e c'era in atto una crisi economica si aizzò la popolazione verso gli ebrei che venivano presentati come i colpevoli di tutto. L'altra è che quando si vuole creare un clima di illibertà totale si comincia sempre dal colpire i più deboli, poi tutti gli altri e in breve ci sarà da stare molto attenti a meno di non conformarsi alla filosofia berlusconiana e leghista.
C'è un ultima riflessione che mi affligge:
Da tempo accusiamo Israele di perpetrare le punizioni collettive per cui se qualcuno fa un attentato viene punita tutta la comunità, da tempo accusiamo Israele di razzismo e apartheid contro i palestinesi, di far sparire i bambini nelle carceri israeliane senza nemmeno avvertire i genitori, da tempo accusiamo i coloni israeliani di bruciare i campi dei contadini palestinesi, di aggreedire i bambini, di tentare di cacciare i palestinesi dai villaggi. A un tratto mi rendo conto che i rom sono stati ripetutamente oggetto di punizione collettiva, il razzismo contro di loro si spreca, i bambini sono spariti nel nulla e i camorristi napoletani e i loro rozzi compagni hanno incendiato i campi nomadi esattamente come fanno i coloni israeliani.
Che razza di gente siamo diventata?
Per favore svegliatemi da quest'incubo.

Nessun commento: