mercoledì 20 agosto 2008

FREE GAZA

Partirà da Cipro navigando in acque internazionali la nave Free Gaza per arrivare sulle coste di Gaza senza passare, per la prima volta per Israele. Fanno parte dellìequipaggio palestinesi e pacifisti internazionali che si apprestano a rompere l'assedio. Ci sono state minacce da parte di Israele molto pesanti, ai palestinesi di uccidere le loro famiglie rimaste nei territori occupati, agli altri minacce di arresti ecc. Ma Israele non ha nessuna giurisdizione sul percorso della Free Gaza affiancata da altre imbarcazioni e alla fine ha cambiato atteggiamento, staremo a vedere.






08/08/2008

Liberty, il nostro vascello più piccolo,
sta viaggiando a vele spiegate verso Creta, sabato ci sarà un'attesa conferenza stampa,
inviteremo a bordo la stampa internazionale.

Free Gaza, l'imbarcazione più grande, è fuori in alto mare a compiere gli ultimi test di navigazione.
Mai mi sarei immaginato che armonizzare tutti gli strumenti di rotta fosse così complicato, come accordare un'orchestra sinfonica.
Per fortuna con noi c'è Paul Larudee, coofondatore del Free Gaza Movement, di professione accorda pianoforti.

Mi comunicano che sono molte le testimonianze giunte di affetto e vicinanza,
ringrazio vivamente tutti coloro che si stanno spendendo affinchè questa nostra missione non scada nell'anonimato.

Numerosi i palestinesi da ogni parte del mondo ci hanno chiesto un passaggio,
uomini e donne esuli di Gaza non rivedono la famiglia anche da più di dieci anni. A questi fratelli prometto che una volta riusciti a rompere l'assedio, tornati a Cipro, organizzaremo subito un altro convoglio, e ci sarà posto per tutti (ti ho dato la mia parola, Khalil).

Una terza barca seguirà la nostra impresa,
l'equipaggio è composto dai molti giornalisti ci hanno chiesto di poter essere accreditati, fra gli altri, Alan Johnston, il reporter della BBC rapito l'anno scorso proprio a Gaza da un gruppo di estremistri islamisti e rilasciato soprattutto grazie alle pressioni esercitate da Hamas.

Penso che sia ormai noto ai più che Luaren Booth, cognata di Tony Blair fa parte della nostra ciurma.

Grazie a Valentina ci è arrivato fino a qui l'incoraggiamento di Wafa,
suo carissimo amico palestinese che vive presso il campo profughi di Al Shatee.
Wafa sarà fra le decine di migliaia di palestinesi pronti a riceverci al porto di Gaza.
Queste le sue letterali parole:

"Al di là delle provviste che porterete, nei nostri occhi vedrete la vittoria di avere una risposta alla nostra
soffocata richiesta di vita, una forma di rispetto al nostro stato di sopravvivenza e un gesto , un
je accuse verso i veri assassini delle libertà,
certo che ce la farete.."


Sappiamo che sono parecchi i palestinesi di Gaza a pensarla come Wafa, nel mio peregrinare in Palestina mi sono sempre accorto che le sofferenze provocate dalla efferata occupazione israeliana, sono ulteriormente aggravate da questo sentimento di abbondono, lo sconforto nell'apprendere giorno per giorno che il mondo si è quasi completamente disinteressato alla tragedia palestinese.

Io ho la speranza che ce la faremo, non la certezza.
Ma sono sicuro che qualsiasiasi cosa succeda al larco di Gaza,
stiamo facendo la cosa giusta, legalmente e umanamente.

A volte le utopie si concretizzano.
E se non concretizzano, anche in quel caso servono.

"L'utopia è come una bella donna all'orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Faccio dieci passi e la bella donna si sposta di dieci passi. Per quanto cammini, mai la raggiungerò. A cosa serve l'utopia? Serve a questo: a camminare, ad andare avanti".

Andremo avanti noi, ci verranno incontro le speranze spezzate dei palestinesi, nella certezza che c'è ancora un angolo di mondo che è interessato ad ascoltare il loro pianto, che desidera ardentemente lenire il dolore,
e per far questo è disposto ad assumersi ogni rischio.

Quello di rischia di più fra noi è Jeff Halper, di cui vi presento il comunicato.
Dei 4 cittadini israeliani coinvolti nella nostra missione, è l'unico che effettivamente sarà imbarcato (gli altri resteranno a Cipro a coordinare i media). Jeff, attivista pacifista del comitato israeliano contro la demolizione delle case palestinesi, rischia fino a 20 anni di reclusione se viene arrestato.

Ma Jeff, come me, come tutti noi, ritiene che la causa dei diritti umani è un valore per cui è giusto impegnare la vita, qualsiasi rischio ciò possa comportare.

Restiamo umani,

Vittorio Arrigoni. blog:http://guerrillaradio...

website della missione: http://www.freegaza.o...

Nessun commento: