Vignetta da "Haaretz" traduzione "Fin qui "congeliamo, da qui in poi costruiamo" dice Netanjau
1 commento:
Andrea
ha detto...
Nel 2000 a Yasser Arafat venne offerto un ritiro israeliano dal 95% dei territori (Cisgiordania e striscia di Gaza) in cambio di un accordo che ponesse fine al conflitto. Rifiutò, perché non lo considerava un ritiro completo dalla Terra d’Israele/Palestina. Nonostante il tentativo di fare un ulteriore passo lasciando la striscia di Gaza (estate 2005), non solo congelando ma smantellandone tutti gli insediamenti, ciò che Israele ottenne in cambio fu altre aggressioni e distruzioni, qualcosa di assai diverso dalla pace che dovrebbe scaturire dalla rimozione del famoso “ostacolo”. In altre parole, non solo gli arabi non considerano gli insediamenti più antichi di Israele diversi da quelli più recenti che “minacciano la pace”, ma lo smantellamento di questi ultimi non ha fatto che innescare l’attacco contro i primi. Sappiamo, dall’esempio di Gaza, che l’obiettivo degli arabi non era quello di rimuovere Israele da una preziosa porzione di terra, ma quello di sradicare gli ebrei e cacciarli dalla terra rimanente. E allora è meglio continuare con le costruzioni “per la pace” nelle comunità al di là dei confini, e parlare di sgombero solo quando vedremo nei vicini di Israele autentici segni di una cultura di pace e buon vicinato, con la dovuta considerazione della nuova realtà sul terreno che cambierà tanto più, quanto meno gli arabi si affretteranno verso un accordo di pace.
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Nel 2000 a Yasser Arafat venne offerto un ritiro israeliano dal 95% dei territori (Cisgiordania e striscia di Gaza) in cambio di un accordo che ponesse fine al conflitto. Rifiutò, perché non lo considerava un ritiro completo dalla Terra d’Israele/Palestina. Nonostante il tentativo di fare un ulteriore passo lasciando la striscia di Gaza (estate 2005), non solo congelando ma smantellandone tutti gli insediamenti, ciò che Israele ottenne in cambio fu altre aggressioni e distruzioni, qualcosa di assai diverso dalla pace che dovrebbe scaturire dalla rimozione del famoso “ostacolo”. In altre parole, non solo gli arabi non considerano gli insediamenti più antichi di Israele diversi da quelli più recenti che “minacciano la pace”, ma lo smantellamento di questi ultimi non ha fatto che innescare l’attacco contro i primi.
Sappiamo, dall’esempio di Gaza, che l’obiettivo degli arabi non era quello di rimuovere Israele da una preziosa porzione di terra, ma quello di sradicare gli ebrei e cacciarli dalla terra rimanente. E allora è meglio continuare con le costruzioni “per la pace” nelle comunità al di là dei confini, e parlare di sgombero solo quando vedremo nei vicini di Israele autentici segni di una cultura di pace e buon vicinato, con la dovuta considerazione della nuova realtà sul terreno che cambierà tanto più, quanto meno gli arabi si affretteranno verso un accordo di pace.
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