domenica 29 novembre 2009

ODIOSI SOPRUSI

Comunicato Stampa

ESERCITO ISRAELIANO ABBATTE E CONFISCA PILONI DELL'ELETTRICITA'
IMPEDENDO AI PALESTINESI DI MIGLIORARE LA PROPRIA QUALITA' DELLA VITA

25 novembre 2009 - At-Tuwani, South Hebron Hills

Mercoledì 25 novembre, esercito e polizia israeliani hanno rimosso e confiscato due piloni dell’elettricità dal villaggio di At-Tuwani. I piloni erano stati installati dagli abitanti del villaggio per connettersi alla linea elettrica di Yatta, una città palestinese situata poco più a nord.
L’esercito israeliano ha dichiarato l’area attorno ai piloni “Zona Militare Chiusa” per impedire ai palestinesi e ai volontari internazionali di ostacolare, o semplicemente documentare, tale confisca. Nonostante questo, dozzine di abitanti hanno protestato e hanno ostruito il passaggio di una jeep della polizia israeliana verso at-Tuwani.

Nonostante una recente visita di Tony Blair, inviato del Quartetto Speciale per il Medio Oriente, nella quale l'ex premier britannico aveva assicurato agli abitanti di At-Tuwani che le autorità israeliane avevano dato un permesso orale al proseguimento dei lavori per l’allacciamento dell’elettricità, la comunità locale in diverse occasioni è stata costretta a interrompere i lavori. (Vedi comunicato stampa: http://snipurl.com/tfwk7)

Venerdì 30 ottobre l’esercito israeliano aveva fermato con la forza i lavori per portare la linea elettrica nella zona. Ufficiali del Distretto (DCO) hanno detenuto Mohammed Awayesa, un operaio palestinese di Ad-Dhahiriya, e hanno confiscato diverso materiale tra cui un camion, un elevatore meccanico e un grosso rotolo di cavo elettrico. Nessun ordine scritto è stato emesso per la detenzione dell'uomo, per l’arresto dei lavori e la confisca dei beni. (Vedi comunicato: http://snipurl.com/tfwn5)

Il 28 luglio 2009, la DCO aveva emanato un ordine di demolizione per sei piloni dell’elettricità appena costruiti ad At-Tuwani. Il 25 maggio 2009, la DCO era entrata nel villaggio e ordinato ai residenti di fermare i lavori di costruzione dei piloni dell’elettricità. Anche in quell'occasione non era stato emanato alcun ordine scritto. (Vedi azione urgente: http://snipurl.com/tfkrp)

Vedi le foto del 25 novembre 2009 al seguente indirizzo: http://snipurl.com/tfw15

9 commenti:

Ulisse9 ha detto...

I soprusi dell'entità sionista nei confronti della popolazione palestinese sono all'ordine del giorno da Gaza ai territori occupati.
Essi sono funzionali al piano di pulizia etnica che i sionisti portano avanti dal 1948.
Ma tranquilla che ci sarà qualche hasba-ratto che definirà queste azioni come "il diritto di Israele alla propria difesa".

Ciao Myriam,

Francesco

Andrea ha detto...

I palestinesi non "migliorano la propria qualità della vita" per colpa di loro stessi e della loro intransigenza che li porta a dire no a qualunque proposta di pace...basti pensare al rifiuto di Arafat che ricevette due offerte generosissime, nel 2000 a Camp David e nel 2001 a Taba: Il 97% dei territori, Gerusalemme Capitale. I palestinesi e gran parte del mondo arabo non possono fare la pace con Israele perché non vogliono la pace con Israele. E non la vogliono perché non vogliono che esista Israele.

arial ha detto...

naturalmente i 60.000 coloni dopo Oslo, naturalmente i 200.000 coloni sono segno reale di pace e convivenza...ma si sa i palestinesi non si accontentano mai e non sanno apprezzare le casette bianche che creano di fatto un golem rovesciato...e naturalmente mai una parola su hebron vero? per carità..

Ulisse9 ha detto...

Ciao Myriam e Arial, avete visto che avevo ragione: l'hasba-ratto è arrivato. :-)

Francesco

Andrea ha detto...

Ulisse...pulizia etnica è un termine che non si può usare a sproposito senza essere contraddetti dalla realtà. Quando gli Hutu in Rwanda hanno provato a sterminare i Tutsi – e in soli 100 giorni le vittime sono state 937.000 secondo i dati ufficiali del governo rwandese – i fiumi erano rossi di sangue e, a confermare l’eccidio, poi, c’erano i cadaveri insepolti, le casevuote, i bambini orfani, le scuole deserte, i campi incolti. La Cambogia ha perso un terzo dei suoi abitanti durante il regime di Pol Pot, tra il 1976 e il 1979, e questo risulta dai dati demografici oltre che dalle decine di migliaia di teschi accumulati nei musei a perenne ricordo della tragedia. Lo stesso vale per il genocidio armeno e naturalmente, prima di tutto, per l’Olocausto che ha dimezzato gli ebrei residenti in Europa.

Ma gli andamenti demografici dei palestinesi sono tutti di segno opposto.Nel 1949 i profughi erano meno di un milione e adesso sono cinque milioni. In dieci anni la crescita demografica in Cisgiordania è stata del 37%, con un tasso di fertilità di 5,4, e a Gaza del 45%, con una media di oltre sette figli per donna, il tasso di fertilità più elevato del mondo. D’altra parte,gli stessi dati usati per dimostrare il danno causato da Israele ai palestinesi smentiscono il genocidio. Si prenda, ad esempio, Jean Ziegler,il sociologo svizzero allievo di Che Guevara per anni relatore speciale dell’Onu per il diritto all’alimentazione e ora nominato esperto nelComitato consultivo del Consiglio dei diritti umani sempre all’Onu. A lui si deve l’espressione «punizione collettiva vietata dalle Convenzioni di Ginevra» usata per la prima volta nel 2004 per definire lo stato di malnutrizione in cui Israele costringerebbe i palestinesi. Secondo Ziegler,in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza è in corso una catastrofe umanitaria e lo prova il fatto che «la Striscia di Gaza è uno dei luoghi più affollati della terra con la più alta densità di popolazione: 1,3 milioni di persone stipate in un’area di 360 chilometri quadrati».

Ulisse9 ha detto...

Senti un pochino, hasbaratto, se tu sei ignorante, oltre che troll, non ci posso fare niente.
Per pulizia etnica, secondo la Commissione dei diritti umani (1992), si intendono quelle politiche finalizzate alla creazione di un'area etnicamente omogenea o pura, forzando le persone o determinati gruppi ad allontanarsene mediante l'uso della forza.
L'espressione pulizia etnica è stata spesso associata al concetto di genocidio, nonostante manchi dello specifico significato tecnico proprio di quest'ultimo.
(MASTER IN DIRITTI UMANI E AZIONE UMANITARIA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA)
Quindi quella effettuata dai sionisti in Palestina è pulizia etnica , gli eventi cui ti riferisci si chiamano Genocidi.
Allora chi è che usa i termini a sproposito? Tu o io?

Non capisco proprio perché perdo tempo con te. Mglio ignorarti.

Ciao Myriam,

Francesco

Andrea ha detto...

Francesco, è un brutto vizio quello di bollare come "troll" chi la pensa diversamente, per sottrarsi furbescamente alle difficoltà del confronto...nel nostro caso, sui fatti e sul merito.
Ed infatti, probabilmente Israele è il meno efficiente artefice di “pulizia etnica” della storia dell’umanità, nonostante quel che dici.
Nel 1947 vivevano nella Palestina sotto Mandato Britannico circa 740.000 arabi palestinesi. Oggi gli arabi che vivono in Cisgiordania e striscia di Gaza più gli arabi che sono cittadini israeliani ammontano a più di cinque milioni (in tutto, nel mondo,sono più di nove milioni le persone che si definiscono palestinesi). Da un semplice calcolo emerge che il tasso di crescita della popolazione palestinese è stato quasi il doppio di quello in Africa e in Asia in un analogo lasso di tempo. Il croato Drazen Petrovic definiva la “pulizia etnica” come “una ben precisa politica di un particolare gruppo di persone intesa ad eliminare sistematicamente la presenza di un altro gruppo da un dato territorio”. Sulla base di questa definizione, il lungo conflitto arabo-israeliano ha visto la realizzazione di una sola, vera pulizia etnica: quella degli ebrei che vivevano da secoli in Asia e nord Africa. Mentre, prima del 1948, c’erano quasi 900.000 ebrei che vivevano in terre a maggioranza araba, nel 2001 ne rimanevano non più di 6.500.
Coloro che sostengono che Israele avrebbe perpetrato una pulizia etnica a danno degli arabi non sono in grado di citare una sola ordinanza o disposizione in questo senso. La pulizia etnica degli ebrei dalle terre arabe, invece, fu una politica ufficiale di stato. Gli ebrei vennero ufficialmente espulsi da molte regioni del mondo arabo. La Lega Araba diffuse una dichiarazione con cui raccomandava ai governi arabi di promuovere l’uscita degli ebrei dai paesi arabi, risoluzione che venne attuata attraverso tutta una serie di misure punitive e di ordinanze discriminatorie che resero impossibile la permanenza degli ebrei nelle terre dove erano nati.
In buona sostanza, Francesco, non si può affermare che un popolo ha subito una “pulizia etnica” da una zona in cui è aumentato di numero a un tasso doppio di quello dei suoi vicini geografici. Viceversa, un popolo che ha visto ridotto il suo numero in una certa zona di 150 volte nel corso di pochi decenni può sostenere a buon diritto di aver subito una pulizia etnica.

Ulisse9 ha detto...

Myriam, mi trovo costretto a ritornare sulla questione, anche se mi rendo conto di dare spazio ad un troll.

Alla fine del 1946 i palestinesi (mussulmani e cristiani) ammontavano a 1.300.000 unità circa. Di questi, 750.000 furono costretti a lasciare le proprie terre nel 1947-48, durante la Naqba, a seguito delle aggressioni e delle stragi sioniste (Der Yassin non dice niente?). Giusto per amore della precisione.

Per quanto concerne le disposizioni per la pulizia etnica, cito:
a. “La nostra idea è che la colonizzazione della Palestina deve andare in due direzioni: colonizzazione ebraica in Eretz Israel [il territorio della Isreale biblica n.d.t.] e il ricollocamento degli arabi di Eretz Israel al di fuori del paese. Il trasferimento di così tanti arabi potrebbe sembrare, in un primo momento, economicamente inaccettabile, ma è, nondimeno, pratico. Non richiede troppo denaro ricollocare un villaggio palestinese su un altro territorio”. ( 1917, Leo Motzkin, sionista liberale. La Shoa non era ancora avvenuta)
b. “Dobbiamo espellere gli arabi e prendere le loro terre” (Ben Gurion 1937)

c. “Sono per il trasferimento forzato. Non vedo nulla di immorale in ciò.” (Ben Gurion , Il 12 giugno 1938 ad un incontro del comitato esecutivo dell'Agenzia Ebraica [Jewish Agency Executive].

d. “In caso di resistenza le forze armate devono essere annientate e la popolazione espulsa al di fuori dei confini dello stato”. ( piano “Dalet”, approvato dai capi sionisti il 10 marzo 1948),

e “Dobbiamo utilizzare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca dei territori ed il taglio di tutti i servizi sociali per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba”. (Ben Gurion, maggio 1948 agli ufficiali di stato maggiore dell’Haganah)

f. "Come possiamo restituire i territori occupati? Non c’è nessuno a cui restituirli.” e "Non esiste una cosa come il popolo palestinese … Non è come se noi siamo venuti e li abbiamo cacciati e preso il loro paese. Essi non esistono.” (Golda Meir 8 marzo e 15 giugno1969)

(Se qualcuno fosse interessato ad approfondire, consiglio i seguenti links: http://francescoferrari.splinder.com/post/20423848/09.04.48%2C+Deir+Yasin%3B+oggi+Gaz
http://www.effedieffe.com/rx.php?id=1277%20&chiave=La
http://www.zadigweb.it/amis/schede.asp?id=10&idsch=266
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=18975
per le frasi celebri degli statisti israeliani: http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20090618140050AAB5mSM )

Sarei molto grato se qualcuno potesse darmi dei riferimenti sulla “politica ufficiale di stato” relativa all’espulsione degli ebrei dai paesi arabi, visto che non ho trovato documenti in merito.

Che i palestinesi siano molto fecondi e che la “bomba demografica” palestinese sia una delle preoccupazioni dello stato sionista, sono cose risapute.
Ma ciò non sposta di una virgola la realtà che i palestinesi siano oggetto di una politica di pulizia etnica che li costringe o a vivere in un lager a cielo aperto (Gaza) o a subire le continue violenze dell’autorità israeliana e dei coloni (Territori occupati) allo scopo di spingerli ad andarsene. Fatti di ogni giorno, come riportato anche da Myriam.

Infine, qui si parla di quello che i sionisti Israeliani stanno facendo ai palestinesi, non di quello che gli ebrei hanno subito nel corso dei secoli altrove. Smettiamola con questa disinformazione e restiamo in tema.
E fine della trasmissione con l’hasbaratto.

Ciao Myriam,
Francesco

Anonimo ha detto...

Uah, un monumento a Ulisse9!