mercoledì 30 dicembre 2009
MO: GAZA; EGITTO FERMA AL CAIRO MARCIA PACIFISTA/ANSA MILITANTI BLOCCATI E PRIVATI DEI BUS; TRA LORO 140 ITALIANI ROMA (Di Michee Esposito) (ANSA)
(Di Michele Esposito) (ANSA) - ROMA - Bloccati al Cairo, privati dei loro autobus, fermati con durezza dai servizi di sicurezza egiziani: la marcia verso Gaza di 1400 pacifisti provenienti da tutto il mondo si è interrotta in Egitto. Il governo del Cairo oggi ha infatti impedito ai militanti - tra cui figurano 140 italiani - di recarsi alla città di Al-Arish, porta d'accesso per la Striscia di Gaza, dove, a un anno dall'operazione militare israeliana 'Piombo Fuso', le più importanti Ong internazionali hanno organizzato la 'Freedom March'. Per le autorità egiziane, il gruppo di pacifisti - provenienti da 43 Paesi - non ha "i requisiti necessari" per recarsi al confine con la Striscia di Gaza e mettere in atto la marcia per la libertà. E senza le documentazioni richieste, secondo quanto ha riferito all'ANSA l'ambasciata italiana al Cairo, "l'Egitto ritiene illegale qualsiasi manifestazione". Da qui, lo stop agli attivisti giunti nei giorni scorsi al Cairo, da dove poi sarebbero partiti per la Palestina. Questa mattina, infatti, gli autobus che avrebbero dovuto portare i manifestanti al valico di Rafah sono stati sequestrati. "Alcuni autobus non sono neppure arrivati. Le forze dell'ordine prima ci hanno impedito di lasciare l'albergo. Poi ci hanno lasciato andare, comunicandoci però che non possiamo lasciare la città ", ha raccontato all'ANSA Mila Pernice, delegata del Forum Palestina, una delle due Ong italiane - l'altra è Action for Peace - che ha preso parte all'iniziativa. "E' una chiusura inspiegabile", ha spiegato la Pernice, ricordando che qualche settimana fa le autorità egiziane avevano accordato ai manifestanti il permesso di transitare per Al-Arish, indicando nel 28 dicembre e nel 2 gennaio le date di entrata e di uscita da Gaza. "Noi non vogliamo manifestare in Egitto, siamo venuti qui solo per recarci in Palestina", ha precisato la militante. Davanti al 'no' dell'Egitto i pacifisti però non si sono arresi. Alcuni di loro - tra cui 70 italiani - si sono recati, a piedi, guardati a vista dalla polizia, alle ambasciate dei rispettivi Paesi di appartenenza per chiedere di negoziare con il governo del Cairo. Altri hanno protestato davanti alla sede dell'Onu nella capitale egiziana: "Eravamo in centinaia, ci sono stati dei momenti di tensione con le forze dell'ordine", ha raccontato la Pernice. Una delle militanti, Hedy Epstien, 85enne ebrea sopravvissuta all'Olocausto, ha invece cominciato uno sciopero della fame per contestare la posizione egiziana. E' andata peggio a chi è riuscito a raggiungere la frontiera: lì, ieri, sono stati arrestati 38 attivisti internazionali. Tra di loro non c'é nessun italiano. L'ambasciata d'Italia al Cairo ha provveduto a fornire una sistemazione per la notte agli italiani coinvolti. Informandoli del "fermo atteggiamento delle autorità egiziane". Che, in verità, avevano già fatto sapere che avrebbero vietato la manifestazione. A complicare le cose c'é anche il fatto che gli attivisti sbarcati nella capitale sono forniti di visto turistico, mentre, secondo le autorità locali, non si stanno limitando alle attività turistiche. "Se i manifestanti non rispetteranno le regole imposte dall'Egitto rischiano l'arresto", ha puntualizzato l'ambasciata italiana. (ANSA).
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