martedì 8 maggio 2012
Lettera di Paola Canarutto a RAI "Uomini e profeti"
Gentile dott. Caramore,
ho ascoltato l'ultima puntata di Uomini e profeti, con l'intervista alla Moderatora della Tavola Valdese, Maria Bonafede. Mi sembra che sulla questione del finanziamento al centro Peres sia necessario un chiarimento di fondo.
Una sua sottosezione si fa vanto di curare i bambini palestinesi malati e feriti. Purtroppo, non ricordo una sua presa di posizione contro i bombardamenti a Gaza e contro gli assassinii più o meno mirati. Quanti morti e feriti hanno fatto, fra i bambini (e gli adulti) palestinesi? Non è più semplice prevenire ammazzamenti e ferite, che curare - con esiti incerti - chi è stato colpito? Anzi, S. Peres, il fondatore del Centro Peres ed attuale Presidente di Israele si è vigorosamente schierato a favore dell'attacco a Gaza del 2008-2009.
Oggi, la sanità di Gaza è allo sfacelo, tra l'altro perché Israele, non permettendo ai medici di uscire, ne ostacola l'aggiornamento. Non lo dico io: lo afferma una rinomata organizzazione israeliana per i diritti umani, Physicians for Human Rights http://www.phr.org.il/default. asp?PageID=112&ItemID=1284 .
Vede, dott. Caramore: tutti noi sappiamo che le risorse non sono illimitate. In genere occorre scegliere chi aiutare. Qualche anno fa, la Regione Piemonte aveva affidato alla Rete degli Ebrei contro l'Occupazione e al Comitato di Solidarietà con il Popolo Palestinese - Torino un micro-aiuto per un ambulatorio materno-infantile a Marda, sotto la colonia di Salfit, a una ventina di chilometri da Nablus. La sottoscritta (medico ospedaliero, e presidente di Rete-ECO - la Rete degli Ebrei contro l'Occupazione) aveva consegnato personalmente il contributo e visto l'ambulatorio in funzione: serviva a dare un sostegno di minima a una popolazione a cui buona parte delle risorse - gli olivi - erano state confiscate dalla colonia soprastante; e che nemmeno riusciva più a raggiungere in tempo utile l'ospedale, stante i tre posti di blocco per arrivare a Nablus.
Dopo due anni, il microcontributo è stato sospeso. Aveva fatto pressione sulla Regione Piemonte l'associazione 'Amici del centro Peres', e la Regione, per il terrore di passare come 'anti-israeliana' aveva prontamente ceduto. L'ultima volta che sono passata da Marda, l'ambulatorio aveva chiuso. Ma, pensi che gioia: al suo posto i contribuenti italiani hanno finanziato ospedali israeliani, senza neppure saperlo....
Si tratta, in buona sostanza, di quel che gli anglofoni chiamano 'whitewashing': ricordare, anziché i crimini israeliani, qualche intervento chirurgico ultraspecialistico su un bambino palestinese ( come scelto?) . La domanda è: perché la chiesa valdese deve prestarsi a questo obbrobrio? Perché non si astiene del tutto dal finanziare l'occupante e la sua propaganda, e non sceglie di destinare i fondi ai palestinesi, e a quelle poche, povere organizzazioni israeliane che, insieme ai palestinesi, lottano contro l'occupazione?
Glielo scrivo perché a questa Chiesa sono assai legata: è merito loro se vive il centro Agape, che davvero lavora per la pace. Rinunciare a dare loro quest'anno l'8 per mille per me è un vero sacrificio - per Agape, e non solo perché non una lira di quanto loro arriva va a finanziare le loro spese di culto. Speriamo che - memori del detto 'Frutto della giustizia sarà la pace' (v. Is. 32,17), che tante volte ad Agape ho visto esposto, il finanziamento al centro Peres cessi.
dott. Paola Canarutto, della Rete degli Ebrei contro l'Occupazione
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