CISGIORDANIA: MANIFESTAZIONE “COLORATA” A NABI SALEH
Centinaia di palestinesi partecipano alle proteste settimanali del venerdì nei principali villaggi della Cisgiordania. A Nabi Saleh l'esercito israeliano lancia lacrimogeni contro i bambini.
DI MARTA FORTUNATO
Beit Sahour, 25 giugno 2011, Nena News (nella foto, manifestazione a Nabi Saleh) - Venerdì di proteste e manifestazioni per il popolo palestinese. Ma anche venerdì di lacrimogeni ed arresti. Come sempre le dimostrazioni non-violente nei villaggi della Cisgiordania, contro la politica israeliana di confisca, espropriazione ed annessione delle terre, hanno avuto fine con la violenza e con l’usurpazione dei diritti dei palestinesi. Il bilancio della giornata di ieri, venerdì 24 giugno, è stato di almeno 10 feriti e 4 arrestati.
A Nabi Saleh, villaggio situato a 15 km a nord di Ramallah, una cinquantina di attivisti hanno risposto all’appello lanciato su Facebook dal movimento dei giovani palestinesi, dal titolo “Colora la tua libertà”. I bambini del villaggio hanno sfilato assieme ad attivisti palestinesi ed israeliani indossando maschere e vestiti colorati e hanno fatto volare in cielo aquiloni dalle mille tonalità. Simbolo di gioia e libertà, libertà che viene costantemente violata dai soprusi fisici e psicologici perpetrati dai soldati israeliani.
“Mentre ci stavamo dirigendo verso la collina vicina a Nabi Saleh per far volare gli aquiloni, l’esercito ci ha fermato e ha iniziato a lanciare lacrimogeni” ha riferito un’attivista israeliana all’agenzia di stampa palestinese Ma’an. Successivamente l’esercito si è diretto verso il centro del villaggio e mentre il cielo si colorava di aquiloni, i manifestanti riparavano nelle case di Nabi Saleh scappando dai gas lanciati dai soldati.
“Non hanno avuto compassione nemmeno quando si sono trovati di fronte a dei ragazzini che cantavano per le strade con le facce colorate” ha raccontato un abitante del villaggio. Due bambini, di 4 ed 11 anni sono stati feriti da un candelotto, un attivista israeliano è stato arrestato.
Nabi Saleh è uno dei tanti villaggi della Cisgiordania che quotidianamente lotta contro l’allargamento delle colonie israeliane e contro le continue violenze nei confronti della popolazione palestinese. Circondato e costantemente minacciato dall’espansione dell’insediamento illegale di Hallamish, questo villaggio, che dal 2009 ha dato vita a manifestazioni settimanali di protesta, ha subito dall’inizio del 2011 una serie di arresti mirati che lo hanno privato dei principali leader della resistenza popolare. Lo scopo principale di questi atti era quello di indebolire le proteste non violente e di minare alla base la sopravvivenza dei comitati popolari, ma la resistenza in cui questo villaggio è impegnato è stata sostenuta dalla partecipazione di numerosi attivisti. Ogni venerdì il gruppo di giovani palestinesi, autori dell’organizzazione della manifestazione di ieri, partecipa alla marcia del villaggio.
“Negli ultimi quattro mesi la maggior parte dei leader di Nabi Saleh sono stati arrestati, ha spiegato a Nena News Majd, un ragazzo di Ramallah molto attivo in questo movimento, – e noi, giovani, abbiamo deciso di sostenere gli abitanti del villaggio e di manifestare con loro ogni venerdì”. L’ultimo grave arresto, avvenuto il 24 marzo 2011 ha coinvolto il coordinatore delle proteste del venerdì, Bassem Tamimi, il quale da tre mesi è in detenzione amministrativa perché accusato, secondo la versione israeliana, di “incitare al lancio di pietre e di organizzare manifestazioni illegali”.
Lacrimogeni contro un ragazzo palestinese, nel villaggio di Bil'in
Nel villaggio di Bil’in gli abitanti hanno partecipato alla manifestazione di venerdì 24 giugno con una speranza in più e con una nuova lotta nel cuore. Il percorso del Muro di Separazione cambierà. Martedì scorso i bulldozer dell’esercito israeliano hanno iniziato i primi lavori di smantellamento di questa terribile barriera, dichiarata illegale dall’Alta Corte: non è stata costruita per motivi di sicurezza ma con lo scopo di espandere le terre su cui sorgono le colonie della Cisgiordania. Sono stati necessari più di quattro anni di lotte, la morte di due abitanti, e l’arresto e il ferimento di decine di persone perché questa dichiarazione venisse attuata. In questo modo il muro passerà più vicino all’insediamento di Modiin Illit restituendo al villaggio di Bil’in parte delle terre annesse illegalmente da Israele.
Tuttavia, il nuovo tracciato stabilito dalle autorità israeliane e già sanzionato dall’Alta Corte, lascia dalla parte israeliana 350 acri di terra appartenenti al villaggio. “Quello che Bil’in ha ottenuto col cambiamento del percorso del muro, rappresenta meno della metà delle terre che sono state confiscate” ha dichiarato all’emittente televisiva dell’agenzia di stampa Reuters il primo ministro palestinese Salam Fayyad, che ieri ha preso parte alla manifestazione. “Tuttavia è un primo passo per il futuro, e per questo ha un significato molto importante… anche se tutto verrà risolto quando termineranno le ingiustizie, l’occupazione, le colonie e i muri” ha affermato durante la preghiera di mezzogiorno.
Questo è l’inizio di una lotta, non la fine. Ieri centinaia di manifestanti guidati da un bulldozer hanno marciato fino al vecchio tracciato della barriera di separazione, che da qualche giorno l’esercito israeliano sta smantellando. Una dozzina di dimostranti ha cercato di abbattere il muro ma è stata fermata dai gas lacrimogeni e dai proiettili di plastica lanciati dai soldati israeliani. Otto persone sono state ferite.
Anche a Silwan, quartiere di Gerusalemme Est ci sono stati violenti scontri tra i manifestanti e l’esercito. Molte case sono state perquisite e tre persone, tra cui un ragazzo di 16 anni, sono state arrestate. Nena News
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