Appello umano a tutte le madri del Mondo.
Da Widad Naief Mohammad Atabeh, madre di Saed Wajih Saed Atabeh, il prigioniero palestinese da più tempo nelle carceri israeliane, è stato arrestato il 29 Luglio 1977
Sono la madre del prigioniero Saed Al Atabeh della città di Nablus/Palestina. Mio figlio è stato arrestato il 29 luglio 1977, e fino ad oggi si trova ancora nella prigione israeliana ad Ashkalon.
Ora ho 78 anni. Soffro di ipertensione e diabete e sto perdendo la vista.
Non riesco più neanche a camminare dentro la mia casa.
Ciò che spero come madre è di incontrare mio figlio e dargli un caldo abbraccio prima che io muoia.
Forse vi stupirete ad ascoltare queste parole, ma è il mio unico desiderio in questa vita.
Tutti i miei figli, ragazzi e ragazze, ora sono cresciuti, si sono sposati e hanno lasciato la mia casa dove oggi vivo da sola.
Negli ultimi anni non ho potuto vedere mio figlio anche a causa della mia malattia e della vecchiaia, ma è importante sapere che le Autorità israeliane mi hanno impedito di visitare Saed per motivi di sicurezza.
Anche i fratelli e le sorelle di mio figlio sono stati privati del diritto di visitarlo per le stesse ragioni.
dovete sapere che durante gli ultimi otto anni e dopo 29 anni di detenzione, ho potuto visitarlo solo una volta trasportata da un’ambulanza israeliana e in cooperazione con la Croce Rossa Internazionale.
E questa è stata la prima e ultima volta in cui ho potuto abbracciare il mio amato figlio Saed.
Mi ha stretta e mi ha detto che è come se nascesse ancora una volta a questa vita. Quei minuti per me e lui sono stati i più belli, ma l’attimo in cui ci siamo separati l’uno dall’atra è stato il più duro e doloroso, per me e per lui.
Care madri del mondo,
Yegal Amir (l’omicida del Primo Ministro Rabin) riceve visite regolari da parte della sua famiglia, questa persona, che ha ucciso Rabin perché ha firmato un trattato di pace con i Palestinesi, ha avuto il diritto di sposarsi e di avere un figlio mentre era in prigione.
Come madre, mi chiedo dove sia la giustizia.
Il padre di Saed è morto venti anni fa mentre aspettava di fronte ai cancelli di una delle carceri israeliane di essere registrato per poter visitare suo figlio.
Ha avuto un attacco di cuore ed è morto il giorno seguente.
Saed, mio figlio, è un sostenitore e un costruttore di pace anche dentro la sua prigione.
E’ stato molto coraggioso ad affermare chiaramente che è attraverso la pace e solo una giusta pace che i due popoli, i Palestinesi e gli Israeliani, possono superare il loro conflitto senza fine.
Saed nel momento in cui scrivo questa lettera ha concluso i suoi 32 anni in prigione e ora ha 57 anni. Non gli hanno lasciato nulla neanche per costruire una famiglia e per avere figli, nulla da trasmettere loro, nulla delle sue aspettative di pace e dei suoi sogni.
Saed ha il diritto di essere libero come ogni essere umano.
Nelson Mandela ha combattuto contro il regime razzista in Sud Africa, ma quando è stato liberato, ha dedicato il resto della sua vita ad opere di pace e ha contribuito alla risoluzione del suo conflitto.
Mio figlio è chiamato in Palestina come il Mandela della Palestina. Rilasciandolo dalla prigione si darà un grande contributo per la pace in questa regione.
Alla fine, spero che questo appello trovi la via dei vostri cuori e riesca a fare pressioni sul governo israeliano perché mi aiuti a rivedere mio figlio prima che lascerò questo mondo…
Widad Naief Mohammad Atabeh, madre di Saed Atabeh
Nablus, 31 Marzo 2008
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