martedì 23 febbraio 2010

BAMBINE E BAMBINI DI GAZA

Le bambine e i bambini di Gaza

Le notizie, poche, che riescono ad attraversare il muro di silenzio dei mass media europei e statunitensi sulla guerra che porta avanti Israele contro i palestinesi di Gaza, sono estremamente allarmanti. Una delle vie informative che scappano al controllo delle grandi corporazioni informative, i governi e le lobby di pressione sionista, sono gli stessi palestinesi e le loro organizzazioni solidali nel mondo. In questa occasione abbiamo parlato con Eisa Alsoweis Ahmada, che è stata vicepresidente dell’Associazione della Comunità Ispano- Palestinese “Gerusalemme” ed oggi presiede l’Associazione Amiche ed Amici della Palestina nella popolazione di Madri di Alcorcon.

In questo periodo si compie un anno da quando il governo di Israele ha dato per conclusa l’offensiva militare sul territorio di Gaza, che da molto tempo sopporta il recinto sionista senza che nessun governo occidentale si disponga ad interromperlo, farlo saltare, denunciarlo energicamente o prendere misure di pressione effettive su Israele nei centri internazionali.

-Può raccontarci come è la situazione internazionale rispetto a Israele ad un anno del compimento del genocidio israeliano- sionista contro la popolazione di Gaza?

I governi praticano la doppia rasiera. Viviamo in un mondo che serve agli interessi individuali e non alla dignità umana ne alla Giustizia Universale che pretende che tutti siano uguali di fronte alla giustizia. In Spagna si è modificata la legge per non infastidire Israele ne i suoi criminali. Al suo posto ci portano rappresentanti israeliani, membri dell’Autorità Palestinese che non hanno nessuna legittimità dal loro popolo. Per la comunità internazionale dare denaro all’Autorità Palestinese è lavarsi la coscienza e fomentare il clientelismo politico nella società palestinese. Dall’altra parte il discorso di Obama quando salì al potere non era lo stesso di oggi, si è dimenticato del conflitto e adesso parla soltanto della crisi economica che lo tocca.

-Oggi una bambina o bambino nato a Gaza, cosa vede intorno?

Distruzione, depressione, amarezza, rabbia e destrutturazione familiare. Inoltre molti bambini sono orfani. Dubitano molto che le persone grandi possano cambiare la situazione attuale perché gli adulti presentano gli stessi sintomi.

-Colazione, cibo, cena. Quali alimenti ci sono nelle loro dispense e frigo?

Il frigo è un sogno, non c’è elettricità per farlo funzionare. Gli alimenti sono gli aiuti internazionali, un sacco di farina, un sacco di riso, qualche chilo di zucchero e abbastanza cibo in scatola, questo attraverso una cartella per ogni famiglia durante il mese. La carne è un sogno per una famiglia di Gaza. Credo che, se hanno un pasto in una giornata ,si considerano fortunati.

-Tagli dell’energia elettrica, dell’acqua potabile, perché queste cose così essenziali dipendono da Israele?

E’ l’affare. A noi non è permesso costruire una centrale elettrica. Hai visto che la prima cosa che bombardano sono le strutture basiche di una città, e sempre dipende da loro. I palestinesi devono comprare l’elettricità e l’acqua da Israele al prezzo che decidono loro e certamente, parte dell’aiuto internazionale è quello di ingrossare i conti delle compagnie israeliane.

-Allora, come si sopravvive giorno dopo giorno nelle case, negli accampamenti dei rifugiati, nelle scuole, negli ospedali?

Si tratta di questo, si tratta di sopravvivere come sia, la nostra forza risiede nella nostra determinazione di continuare a lottare con tutti i mezzi a nostra disposizione fino ad ottenere il nostro Stato Palestinese libero e democratico.

-Come si realizza l’insegnamento dei bambini palestinesi nella città assediata? Di quali mezzi dispongono? Cosa usano gli insegnanti e cosa i bambini per lo studio?

Il nostro insegnamento è un esempio per il resto del mondo ,perché si porta nelle case dei bambini. La loro volontà (degli insegnanti ) di continuare ad insegnare nelle peggiori condizioni è ammirata da tutti i palestinesi, dato che, sono capaci di andare a lavorare nelle case senza farsi pagare nulla, i libri non si buttano, si passano da uno all’altro, ecc.

-Sotto quale stato d’animo e alimentare si trovano i bambini palestinesi?

Per l’infanzia palestinese la depressione e l’ansietà sono cose quotidiane. Puoi immaginare, trovandosi in questo stato, che alimentazione hanno, principalmente se consideriamo che la maggior parte delle volte non trovano nulla da portare alle loro bocche.

-Come si può aiutare la popolazione assediata da così lontano?

Affiliandosi a movimenti sociali per esigere ai governi che obblighino a Israele a compiere con la Legalità Internazionale e portare tutti i responsabili del governo israeliano davanti ai Tribunali Internazionali perché siano giudicati per i loro crimini contro il popolo palestinese.

Tantissime grazie a Eisa Alsoweis, presidente dell’Associazione di Amiche e Amici della Palestina in Alcorocon (Madrid)

Traduzione italiana curata da Vanesa Volpe

1 commento:

Andrea ha detto...

Con il lancio per anni di oltre 8000 missili su civili israeliani inermi, Hamas ha voluto trascinare tutti i palestinesi di Gaza in guerra con Israele, provocandone la giusta reazione difensiva. E, la recente ripresa dei lanci di missili da Gaza su obiettivi civili israeliani, dimostra che Hamas vuole nuovamente trascinare Gaza in guerra. I coccodrilli musulmani e filomusulmani potranno continuare così a piangere sui Palestinesi, vittime e ostaggi - miseri vessati e sacrificati senza un barlume di umana considerazione – in nome di un disegno infame accarezzato da chi si proclama loro fratello.