”Il Piano Blair-Netanyahu protegge Israele”
di Nabeel Shath
Ramallah, 21.06.2010
Il responsabile del dipartimento delle relazioni internazionale di Al Fatah, Nabeel Shath, ha criticato duramente il piano Blair-Netanyahu, per alleviare l’assedio sulla Striscia di Gaza, affermando che “il piano serve a proteggere Israele dalle pressioni internazionali, come è esplicitato nell’introduzione dello stesso piano”. Questo in particolare dopo le crescenti critiche allo stato occupante per il crimine commesso contro la flottiglia della libertà nelle acque internazionale del Mediterraneo.
Shath ha chiesto “la fine dell’assedio sulla Striscia di Gaza, in quanto esso rappresenta un crimine di guerra e viola il diritto internazionale”. Da tre anni, infatti, questo assedio colpisce solo i figli del popolo palestinese.
Citando il rapporto della Croce Rossa Internazionale - dove si affermava che l’assedio non era solo per vietare il cibo e le medicine, ma per distruggere l’economia palestinese in Gaza – ha sottolineato come un evidente risultato di questo assedio sia il furto di un terzo della terra agricola a Gaza, che Israele chiama “zona cuscinetto”. Inoltre Israele ha distrutto quel poco della produzione agricola esistente vietando l’ingresso di concimi e diserbanti. Come se non bastasse le conseguenze dell’assedio hanno lasciato il terreno pieno di veleni, hanno distrutto l’industria, vietando l’arrivo di nuovi macchinari o i pezzi di ricambio, o ancora le materie prime, comprese quelle per l’industria tessile che costituiva parte importante delle esportazione di Gaza. Infine l’embargo ha permesso l’esistenza del solo commercio dei tunnel, nelle mani di pochi speculatori che di proposito limitavano le quantità delle merci.
Shath ha poi aggiunto che “alleggerire” l’assedio in questo modo significa la permanenza del totale controllo israeliano sui nostri valichi, al contrario questo andrebbe trasferito sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese e degli osservatori internazionale. Shath ha anche respinto l’idea di vietare le merce di “doppio utilizzo”, in quanto in questo modo si dà a Israele il diritto di proibire arbitrariamente qualsiasi cosa con il pretesto “della sicurezza”, il che nella pratica significa la permanenza dell’assedio in modo legalizzato.
A questo proposito il capo della diplomazia palestinese si domanda: quando mai Israele ha giustificato che il coriandolo, la maionese, o il katchup sono merce di doppio utilizzo? Le conseguenze di questa situazione, ha detto Shath, non sono accettabili, per la mancanza di qualsiasi controllo su cosa Israele permette di fare entrare e cosa no.
La ricostruzione dopo la distruzione del 20% delle case di Gaza nella bieca guerra israeliana contro Gaza rimane senza soluzione, questo perché il nuovo piano non permette l’ingresso del cemento, del ferro, del legno e del vetro; se non per i progetti controllati dall’Onu e sempre dopo l’approvazione israeliana.
Infine Shath, considera “il piano Blair-Netanyahu nient’ altro che una legalizzazione dell’assedio, per rendere accettabile la brutta faccia dell’occupazione e sgonfiare la pressione internazionale dopo il crimini israeliano contro la flottiglia della libertà.
Shath ha rivolto un appello alla Comunità internazionale: rifiutare l’iniziative e le proposte che non mettono totalmente fine all’embargo. Un appello che rafforza quanto precedentemente affermato anche dal presidente Abbas , dal comitato esecutivo dell’Olp e dal consiglio dei ministri dell’Anp, che avevano respinto l’idea dell’alleggerimento dell’assedio, insistendo sulla necessità di porre fine a questo crimine mettendo realmente fine ad un embargo illegale.
Dipartimento Relazioni Internazionali / Fateh
1 commento:
Poveri non possono comprare la maionese israeliana e gli tocca farsela da soli...che fatica, che duro assedio, poveri hamastaniani mai sia che facciano qualcosa da soli!! Marino, gli mandi tu la ricetta della maionese?
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