mercoledì 6 marzo 2013
La AMLRP per l'8 marzo
COMUNICATO PER L'8 MARZO
Resistenza femminile. Il nostro messaggio per l'8 marzo
Per le donne palestinesi il mese di marzo è ricco di date importanti. Il 21 marzo in Palestina si celebra la “festa della Mamma” … però non si festeggia con i “baci perugina”, ma con l’attesa dei figli dal carcere, e con i fiori sulle tombe di quelli che dal carcere non torneranno.
Il 30 marzo tante donne, vecchie e giovani, dal 1976 ad oggi, ogni anno organizzano e partecipano alle manifestazioni per la Giornata della Terra che oggi come allora si svolge sotto la costante minaccia di repressioni e uccisioni.
Noi vogliamo dedicare a queste donne il nostro 8 marzo, non dimentichiamo tutte le donne che nel mondo, compresa l’Italia, lottano ogni giorno contro le più diverse forme di barbarie e di repressione frutto della sub-cultura maschilista, prima alleata dello sfruttamento capitalistico. Ma in particolare questa giornata la vogliamo dedicare alla Resistenza attiva e continua delle donne palestinesi che nei Territori occupati, a Gaza e anche in Israele, lottano per la libertà del proprio popolo e per i loro giusti diritti continuamente violati.
Elencarle tutte è impossibile, ma nel nostro cuore ci sono tutte, e sono centinaia. Non elenchiamo le donne incinte morte ai check point nel dileggio dei fuorilegge israeliani in divisa militare, non elenchiamo tutte quelle uccise durante i crimini contro l’umanità rappresentati dai bombardamenti che si ripetono periodicamente, né quelle uccise durante le legittime manifestazioni contro il muro . No, le onoriamo tutte e a tutte loro è dedicata questa giornata, ma ne elenchiamo soltanto cinque, quelle alle quali in questo momento è necessario dare tutto il nostro sostegno affinché la loro lotta, di donne oltre che di militanti, sia una lotta vincente. Se vinceranno, ci sentiremo di aver vinto con loro.
02/04/2012, Hana’ Ash-Shalabi, 31 anni di Jenin, viene deportata a Gaza dopo uno sciopero della fame durato 45 giorni intrapreso per protestare contro l’illegale prassi della detenzione amministrativa. Era stata rilasciata nell’ottobre 2011 durante lo scambio prigionieri tra Hamas e Israele, ed era stata nuovamente arrestata nel febbraio 2012.
30/10/2013, Jamila Shalahdah, 51 anni di El Khalil (Hebron) viene arrestata e maltrattata dai soldati israeliani con l'unica colpa di essere attivista di Youth Against Settlements di El Khalil. La corte militare israeliana ha deciso di rilasciarla dopo il pagamento di una cauzione di 1750 NIS, ma sono pronti ad arrestarla alla prossima manifestazione.
14/01/2013, Abir Kopty, palestinese con cittadinanza israeliana, vive a Ramallah. Viene picchiata e portata via dalla polizia israeliana perché partecipa alla costruzione, in territorio palestinese, del villaggio di Bab as-Shams, una delle tante azioni legittime, condotte dai comitati popolari di resistenza non violenta, che Israele può soffocare solo perché i suoi alleati mondiali gli consentono – illegalmente – di farlo.
19/01/2013 la giovane Reema, contadina palestinese del villaggio di Um Al Arayes, sulle colline a sud di El Khalil, viene arrestata insieme alla sua bambina di 18 mesi dall’esercito israeliano perché colpevole di coltivare il suo campo!!
09/02/2013 Alaa Abu Zaytoun, del villaggio di Asira al-Shamaliya è arrestata al posto di blocco di Hawara senza alcun motivo che l’arbitrio dei soldati occupanti .
A loro e alla Resistenza femminile, dedichiamo il nostro 8 marzo.
Le compagne dell’associazione Amici della Mezzaluna Rossa palestinese, onlus
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