venerdì 11 ottobre 2013
La destra Israeliana prende di mira i libri di testo.
I partiti conservatori fanno pressione per rimuovere la storia palestinese dal programma scolastico.
di Jonathan Cook
Nazareth, Israele – Il governo di destra israeliano e i suoi sostenitori sono accusati di fomentare un clima di crescente intimidazione e intolleranza nelle scuole e tra i gruppi che lavorano per una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese.
Gli ultimi tentativi della destra di soffocare il dissenso hanno incluso la censura dei libri di testo e il tentativo di mettere a tacere le organizzazioni che sollevano inquietanti interrogativi su Israele e il suo passato – in quello che sembra essere l’intensificarsi di una guerra per le menti degli israeliani.
Gruppi alleati al governo hanno cercato di impedire la recente programmazione a Tel Aviv di una conferenza internazionale che esaminava gli avvenimenti che circondano la creazione di Israele nel 1948 – conosciuti come “Guerra di Indipendenza” dagli israeliani e “Nakba”, o catastrofe, dai palestinesi.
Allo stesso tempo, è venuto alla luce che uno dei gruppi di estrema destra coinvolti, Im Tirtzu, aveva avviato una campagna per chiudere l’organizzazione responsabile della conferenza, Zochrot, accusandola di aver violato la legge israeliana per “rifiuto dell’esistenza di Israele”.
Zochrot ha sfidato il più grande tabù di Israele: il diritto di milioni di palestinesi di ritornare nelle case da cui loro e i loro antenati furono espulsi nel 1948. Molti israeliani si oppongono con forza a tale iniziativa in quanto ritengono che essa comporti la fine dell’ebraicità del loro stato.
Eitan Bronstein, fondatore di Zochrot, ha detto che la conferenza di due giorni ha subito particolari minacce dalla destra. “Per la prima volta abbiamo ipotizzato il diritto al ritorno più che solo teorico,” ha dichiarato.
“Questa volta ha avuto grande risalto considerare come possiamo implementare il ritorno. I profughi ci hanno fornito perfino modelli simulati al computer di come potrebbe essere realizzato in pratica.”
La tempistica è imbarazzante per Israele in quanto i colloqui di pace con i palestinesi, a lungo in fase di stallo, sono stati rilanciati di recente sotto la pressione degli Stati Uniti. Una delle questioni chiave per giungere a una soluzione è se sarebbe stato permesso ai profughi di ritornare ai più di 500 villaggi successivamente distrutti da Israele
Più in generale, i gruppi di estrema destra vicini al governo di Benjamin Netanyahu hanno cercato i modi per bloccare i finanziamenti alle organizzazioni che sono ritenute essere troppo critiche nei confronti di Israele o che operano per la tutela dei diritti umani dei palestinesi sotto occupazione.
Apprendimento politicizzato
Durante l’estate, uno dei partiti della coalizione di governo ha introdotto una legislazione per bloccare quei finanziamenti per quella che definisce attività “anti-israeliana”.
Un gruppo di destra che ha contribuito a redigere la legislazione, la ONG Monitor, ha usato la conferenza di Zochrot per mettere in risalto l’illegittimità del finanziamento estero.
Yitzhak Santis, un funzionario della ONG Monitor, ha dichiarato che i sostenitori europei della conferenza avevano cospirato in un evento che equivale a un “appello per la eliminazione di Israele come stato-nazione del popolo ebraico”.
Pure il governo è finito nel mirino per i suoi tentativi crescenti di vigilare il programma scolastico al fine di rimuovere i riferimenti alla Nakba e sminuire i diritti dei cittadini palestinesi di Israele che costituiscono un quinto della popolazione.
Le revisioni al programma di educazione civica che tutti gli studenti devono studiare per passare l’esame di maturità, sono stati criticati in un rapporto che ha messo in dubbio che l’approccio ultranazionalistico del ministero dell’istruzione sia “compatibile pure con un regime democratico.”
I nuovi libri di testo riprendono la legislazione in corso di elaborazione da parte dei membri della coalizione di governo per definire il carattere di Israele come patria esclusiva del popolo ebraico e per porre l’accento sul fatto che solo gli ebrei in Israele hanno il diritto dell’autodeterminazione.
Halleli Pinson, una professoressa di pedagogia alla Università Ben Gurion di Beersheva che ha condotto lo studio, ha detto che sempre di più emergeva all’interno delle scuole israeliane un “regime di terrore”.
“I valori democratici, liberali, umani vengono considerati ora irragionevoli tra i funzionari dell’istruzione,” ha ammesso. “Viene ritenuto che essi compromettano lo status di Israele come stato ebraico. Ora l’unica prospettive che viene promossa nel campo dell’istruzione è di destra.”
Alla recente conferenza per il diritto al ritorno, studiosi locali e internazionali hanno discusso piani concreti per riportare in Israele i profughi palestinesi.
Le restrizioni all’accesso in Israele, stanno a significare che pochi profughi palestinesi provenienti da fuori Israele hanno potuto partecipare. Però vi hanno preso parte diversi profughi palestinesi interni, con la cittadinanza israeliana. Nonostante la loro cittadinanza, come agli altri profughi viene loro sbarrato il ritorno ai propri villaggi. La conferenza è stata tenuta all’Eretz Israel Museum, un prestigioso museo archeologico di Tel Aviv.
“Ricordare”
Zochrot, che significa “ricordare” in ebraico, è la prima organizzazione che cerca di educare i giovani israeliani riguardo la Nakba. Fin dalla sua fondazione nel 2002, ha condotto migliaia di israeliani a visitare i villaggi distrutti lasciando cartelli in ebraico e in arabo che identificano strade, cimiteri ed edifici perduti come moschee, chiese e scuole, suscitando spesso l’ostilità dei residenti ebrei del posto.
Come parte della sua missione, Zochrot ha realizzato dei kit per insegnanti sulla Nakba, anche se i funzionari dell’istruzione hanno impedito loro l’accesso alla aule scolastiche. Il ministero ha pure cercato di impedire agli insegnanti di prendere parte a tempo perso ai seminari di Zochrot.
Lo scorso anno Zochrot ha costituito un archivio di film che documentano le testimonianze dei veterani israeliani della guerra del 1948. Nelle riprese molti parlano per la prima volta dei crimini di guerra commessi e di aver effettuato operazioni di pulizia etnica.
Il lavoro dell’organizzazione è una diretta sfida ai tentativi del governo di sopprimere la discussione sugli eventi che circondano la fondazione di Israele.
Nel 2008, poco prima di diventare primo ministro, Benjamin Netanyahu dichiarò che avrebbe messo uno stop a che gli israeliani vengano a conoscenza della Nakba. Facendo riferimento al programma scolastico, egli disse [in ebraico]: “La prima cosa che faremo è quella di rimuovere la Nakba.”
Tre anni dopo, il governo di Netanyahu ha approvato una legge che esclude le pubbliche istituzioni, comprese scuole e biblioteche, dal beneficio dei finanziamenti statali se fanno riferimento alla Nakba.
Bronstein ha detto che la crescente importanza e combattività di Zochrot nel mettere in discussione la tradizionale narrativa di Israele riguardo al 1948 gli ha inimicato il governo e i suoi sostenitori.
“Dato che diventa più difficile ignorare il nostro lavoro e noi diveniamo più conosciuti, la destra è divenuta più aggressiva nei metodi che usa nei nostri confronti.
Lo scorso anno, la polizia circondò gli uffici di Zochrot a Tel Aviv nel giorno in cui gli israeliani celebrano la loro “indipendenza” e i palestinesi commemorano la Nakba per impedire che il personale partecipasse a un evento in una piazza centrale durante il quale avrebbero letto i nomi dei villaggi palestinesi distrutti.
La polizia, che arrestò tre membri di Zochrot che avevano cercato di liberarsi dal cordone, giustificò l’azione in base al fatto che il gruppo in piazza avrebbe corso il rischio di essere aggredito dalla folla.
A guidare l’attacco a Zochrot fu un movimento giovanile di estrema destra noto come Im Tirtzu. Bronstein ha detto che il gruppo aveva lavorato a stretto contatto con il governo nella stesura della legge sulla Nakba.
Le indagini dei media israeliani hanno evidenziato che parte del finanziamento di Im Tirtzu proviene dall’Agenzia Ebraica, che, in Israele, gode di uno status semigovernativo. Il gruppo è noto per essere vicino ai principali ministri del governo, tra cui il ministro dell’interno, Gideon Saar, che è stato il relatore principale alla sua conferenza annuale del 2010. Egli ha descritto il lavoro di Im Tirtzu come “benedetto” ed “estremamente vitale”.
E’ stato riferito che gruppi di estrema destra, compreso Im Tirtzu, abbiano fatto forti pressioni politiche sull’Erez Museum perché cancellasse la conferenza di Zochrot, includendo una campagna di boicottaggio contro il museo nel caso in cui l’evento fosse andato avanti.
All’ultimo minuto, i funzionari del museo, tesi, hanno cercato di cambiare le condizioni di svolgimento della conferenza. Hanno richiesto a Zochrot di finanziare guardie di sicurezza extra per proteggere il luogo dalle proteste della destra e di oscurare sul poster e sugli inviti i riferimenti a “Sheikh Muwannis”, il villaggio palestinese distrutto sul cui terreno è costruito il museo.
Zochrot si è rifiutato e il museo ha ceduto solo dopo che gli avvocati hanno minacciato di citarlo in giudizio per violazione contrattuale. Michael Sfard, rappresentante di Zochrot, ha definito le richieste del museo “illegali” e ha detto che costituivano una “discriminazione intellettuale e ideologica”.
Gruppo “fascista”
Gli sforzi di Im Tirtzu di bloccare la conferenza hanno fatto seguito alle rivelazioni dei inizi di questo anno secondo cui il suo direttore, Ronen Shoval, aveva reclutato investigatori privati per spiare le organizzazioni di sinistra quale Zochrot. Gli investigatori avevano fatto irruzione negli uffici di Michael Sfard, un eminente avvocato per i diritti umani, e avevano rubato documenti relativi a queste organizzazioni.
Le rivelazioni sono emerse nel corso di un caso giudiziario in cui Im Tirtzu aveva denunciato otto attivisti per averlo definito “fascista” su Facebook. In una situazione umiliante per il movimento e il governo, il giudice del caso ha avallato gli attivisti dopo aver ascoltato gli esperti israeliani sul fascismo sostenere che la descrizione era giustificata.
Un altro gruppo di estrema destra, la ONG Monitor, ha lavorato a stretto contatto con il governo per cercare di bloccare la principale fonte di finanziamento, dovuta ai governi europei, per le organizzazioni di sinistra e dei diritti umani in Israele.
Bronstein ha affermato che, lo scorso anno, la ONG Monitor aveva persuaso un finanziatore tedesco, la Fondazione EVZ, a ritirare il suo denaro.
Un tentativo del governo di redigere la legislazione per bloccare i finanziamenti esteri è stato abbandonato nel 2011, senza fare storie, per la pressione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.
Tuttavia, uno dei partner della coalizione di governo di Netanyahu, il Partito della Casa Ebraica, in estate ha annunciato che avrebbe riportato in auge la legislazione. Le organizzazioni che mettono in discussione le istanze democratiche di Israele o supportano indagini contro soldati israeliani per crimini di guerra avranno davanti a sé la prospettiva della chiusura.
Jafar Farah, direttore di Mossala, un gruppo di pressione politica della minoranza palestinese in Israele, ha detto che molti finanziatori ora “erano impauriti” a causa della campagna.
“Dato l’obiettivo di questa campagna di intimidire i donatori riscuote successo, per le organizzazioni dei diritti umani e per le organizzazioni arabe in Israele il finanziamento inizia a esaurirsi,” ha affermato.
Ha fatto riferimento alla decisione di uno dei principali donatori, la Fondazione Ford, di interrompere i progetti di finanziamento in Israele a causa della pressione.
“pregiudizi liberali”
Nel frattempo, il governo è stato di recente duramente criticato per la concessione data a un altro gruppo di estrema destra, l’Istituto per le Strategie Sioniste, di rivedere i libri di testo usati nelle scuole per preparare gli allievi all’esame di maturità, come parte delle iniziative per rendere il programma di studi più apertamente nazionalista.
Il ministero dell’istruzione ha svolto una revisione dei libri di testo alla ricerca di segni di “pregiudizio liberale”, tra cui libri di storia che fanno riferimento alla Nakba.
Il campo di battaglia principale, tuttavia, è stato quello dei corsi di educazione civica, l’unica parte del programma che affronta temi come la democrazia, i diritti umani, l’uguaglianza e i principi universali di cittadinanza.
L’anno scorso il supervisore del ministero dell’istruzione del programma di educazione civica, Adar Cohen, è stato licenziato nonostante una petizione di centinaia di insegnanti di educazione civica che si opponeva alla decisione.
Era stato criticato dalla destra per la pubblicazione di un libro di testo che conteneva riferimenti al Rapporto Golstone, una missione di inchiesta delle Nazioni Unite che ha criticato Israele per il compimento di quelli che sembravano essere crimini di guerra durante l’attacco a Gaza dell’inverno 2008-2009.
Asher Cohen, un membro di alto grado dell’Istituto per le Strategie Sioniste, è stato nominato a capo della commissione educazione civica del ministero. Fondato da leader dei coloni, l’Istituto è fortemente dipendente dai finanziamenti dei gruppi neoconservatori di Washington.
A un altro membro dell’Istituto, Aviad Bakshi, è stata data la supervisione esclusiva sulla riscrittura del principale testo di educazione civica, Essere Cittadini di Israele, dopo che la destra si era lamentata che era troppo critico nei confronti del paese.
Lo studio della Pinson della Ben Gurion University ha trovato che la nuova edizione propendeva pesantemente verso una concezione nazionalistica di Israele che promuoveva le caratteristiche di uno stato ebraico a scapito dei principi democratici.
“L’influenza dell’Istituto per le Strategie Sioniste è evidente nel nuovo libro di testo. La prospettiva è molto inquietante, in quanto le minoranze in Israele non dovrebbero avere il diritto di influenzare la sfera pubblica.”
Il ministero dell’istruzione non si è reso disponibile per un commento.
Yousef Jabareen, direttore di Dirasat, un centro di politica sociale di Nazareth che ha commissionato il rapporto, ha dichiarato di aver ricevuto numerose denunce da parte di insegnanti nelle scuole arabe di Israele.
“Riferiscono che trovano impossibile insegnare il programma di studi in quanto il suo messaggio è contrario alla parità e all’integrazione,” ha affermato. ”E’ particolarmente problematico perché questi argomenti sono obbligatori e gli alunni non possono immatricolarsi senza aver superato l’esame di educazione civica”.
La Pinson ha detto che il libro ha pure implicitamente accusato i cittadini palestinesi del paese della discriminazione cui sono esposti, tra cui la difficoltà di trovare lavoro. Ha riferito che il messaggio implicito era “come se la minoranza araba stessa fosse responsabile per la sua scarsa partecipazione alla forza lavoro.”
(tradotto da mariano mingar
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