Israele. Nurit Peled: "Boicottate questo Stato di apartheid"
L’israeliana Nurit Peled, premio Sakharov del Parlamento Europeo, scrive una lettera aperta agli attivisti: “Non possiamo fermare da soli il bagno di sangue: boicottate Israele e mettetelo al bando dalla Comunità internazionale”.
Cari amici e militanti per la pace, vi scrivo dall’entrata dell’inferno. Genocidio a Gaza, massacri in Cisgiordania e paura dei razzi in Israele. Tre coloni israeliani rapiti ed uccisi, mentre la polizia, che è stata avvertita sul momento, non ha fatto niente per impedirlo.
La loro morte è stata usata come pretesto per portare avanti l’attacco già pianificato alla Cisgiordania e a Gaza.
Un ragazzo palestinese di Gerusalemme è stato rapito e bruciato vivo, e la polizia, avvertita immediatamente, non ha fatto niente niente. Più di 200 vittime dei raid su Gaza. Intere famiglie assassinate da piloti israeliani e come risultato lancio di razzi su Israele.
Pericoloso e violento razzismo contro cittadini arabo-israeliani, incoraggiato entusiasticamente da ministri e membri del Parlamento israeliano, che porta a disordini nelle strade, fomenta aggressività e forte discriminazione contro i palestinesi, insieme al risorgere della violenza contro attivisti pacifisti israeliani.
Nonostante accordi, risoluzioni internazionali e promesse israeliane, gli insediamenti si stanno espandendo, mentre le abitazioni palestinesi a Gerusalemme Est e in Cisgiordania continuano ad essere distrutte.
L’acqua scorre senza alcuna limitazione nelle piscine degli insediamenti, mentre i bambini palestinesi soffrono la sete ed interi villaggi e città vivono sotto un crudele razionamento dell’acqua, come ha recentemente sottolineato il presidente del Parlamento Europeo Schultz.
Strade per soli ebrei ed un numero infinito di checkpoint rendono impossibile la vita e gli spostamenti dei palestinesi. Il carattere non democratico dello Stato di Israele lo sta sempre più trasformando in un pericoloso Stato di apartheid.
Tutte queste atrocità sono frutto di un’unica mente diabolica e criminale: la mente dei razzisti, crudeli occupanti della Palestina. La responsabilità per tutti questi crimini contro l’umanità dovrebbe essere attribuita ai dominatori israeliani che hanno le mani sporche di sangue.
Politici e generali israeliani, soldati e piloti, delinquenti di strada e membri della Knesset sono tutti colpevoli dello spargimento di sangue e dovrebbero essere processati dalla Corte Penale Internazionale.
A tutt’oggi la Comunità internazionale non ha fatto abbastanza per porre fine al regime di occupazione israeliana. Di conseguenza Israele non paga alcun prezzo per le sue gravi violazioni della legislazione internazionale e dei valori umani.
Al contrario l’Europa paga anche per molti dei danni umanitari dell’occupazione, rendendo persino più facile ad Israele mantenerla.
Benché siano state pubblicate Linee guida che proibiscono ad istituzioni dell’Unione Europea di investire o finanziare organizzazioni che fanno ricerca e attività negli insediamenti, e nonostante 20 paesi europei abbiano diffidato formalmente i propri cittadini ed imprese dal fare commercio e avere rapporti finanziari con gli insediamenti, ciò non basta.
Questi provvedimenti non mettono seriamente in discussione la politica di Israele nella Palestina occupata.
L’Europa potrebbe fare di molto meglio, come ha dimostrato recentemente nella sua dura risposta all’annessione della Crimea da parte della Russia. Nel giro di poche settimane - non anni – l’Unione Europea ha imposto sanzioni mirate nei confronti di funzionari russi ed ucraini e di imprese di affari operanti in Crimea. L’Unione Europea è andata anche oltre ed ha esteso le sanzioni mettendo al bando l’importazione di merci della Crimea.
Noi cittadini di Israele e popolazione senza Stato della Palestina, non possiamo da soli ottenere la fine dell’occupazione o fermare da soli il bagno di sangue.
Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutta la Comunità internazionale e della Comunità Europea in particolare.
Abbiamo bisogno che voi mettiate sotto accusa il governo e l’esercito israeliani, abbiamo bisogno che boicottiate l’economia e la cultura israeliana, abbiamo bisogno che facciate pressione sul vostro governo perché cessi di trarre profitto dall’occupazione.
E abbiamo bisogno che facciate un appello perché ad Israele sia imposto un embargo sulle armi e sia tolto l’assedio a Gaza.
Israele è la più grande e pericolosa organizzazione terroristica esistente al giorno d’oggi. Tutte le sue munizioni vengono usate per uccidere civili innocenti, donne e bambini. Questo non è niente di meno di un genocidio.
Come persona insignita del premio Sakharov del Parlamento Europeo per i Diritti Umani e in qualità di madre ed essere umano, io faccio appello all’Unione Europea affinché usi tutti i mezzi diplomatici ed economici a sua disposizione per aiutare a salvare il mio paese da questo abisso di morte e disperazione in cui viviamo.
Vi prego di mettere al bando Israele dalla comunità internazionale fino a quando non diventerà un vero Stato democratico.
Boicottate e sanzionate chiunque faccia affari con questo Stato di apartheid e aiutateci a liberarci di questo governo razzista e assettato di sangue, perché sia restituita la vita sia ai palestinesi che agli ebrei israeliani.
Nurit Peled El Hanan
*Nurit Peled-El Hanan insegna all'università di Gerusalemme, ha scritto diversi libri ed ha studiato i testi utilizzati nelle scuole israeliane svelandone il razzismo. E’ stata tra le fondatrici del Parent's Circle, associazione di palestinesi e israeliani che hanno subito perdite nelle proprie famiglie. Ha perso sua figlia di 13 anni in un attentato kamikaze compiuto a Gerusalemme: per la sua morte, Nurit ha accusato il governo israeliano. Attiva da sempre nei movimenti contro l'occupazione e la colonizzazione, è stata tra le promotrici del Tribunale Russell sulla Palestina. E’ stata insignita del premio Sakharov per i Diritti dell’Uomo del Parlamento Europeo insieme allo scrittore palestinese Izzat Gazzawi. Ha scritto questa lettera aperta agli attivisti italiani rispondendo ad un appello di Luisa Morgantini. La traduzione dall’inglese è a cura di AssoPace Palestina.
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