La nave libica respinge le intimazioni della marina israeliana
Gaza, 13 luglio 2010 (foto dal sito www.haaretz.com), Nena News - Il comandante della nave Al Amal, diretta a Gaza con 2mila tonnellate di aiuti umanitari raccolti dalla Ghaddafi International Charity and Development Foundation, ha respinto lordine israeliano di cambiare rotta. La Marina militare israeliana, che mantiene uno stretto blocco navale nelle acque di fronte a Gaza, si prepara ad arrembare limbarcazione intercettata ad un centinaio di miglia dalla sua destinazione e circondata da unita' da guerra. L'assalto potrebbe scattare dopo mezzanotte, alla scadenza dell'ultimatum lanciato al comandante e all'equipaggio della Amal. Sono queste le ultime notizie diffuse dai donatori, che fanno cap! o a Saif al Islam, secondogenito del leader libico Muammar Ghaddafi e dai mezzi d'informazione israeliani. «L'equipaggio della nave militare israeliana ha chiesto al capitano della nave di dirigersi verso al Arish, insistendo che non gli sarà permesso di arrivare a Gaza», ha scritto la fondazione libica sul suo sito. Larrembaggio della nave da parte di un commando israeliano appare scontato, tenendo conto che domenica scorsa il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman aveva escluso categoricamente la possibilità dellarrivo a Gaza da parte del cargo inviato dalla Libia ma di proprietà greca e battente bandiera moldava. Lo scorso 31 maggio nove civili turchi vennero uccisi dai soldati israeliani durante larrembaggio alle navi della Freedom Flotilla dirette a Gaza con aiuti umanitari. Proprio tenendo conto dell'impatto internazionale di quella strage  il ministero degli esteri israeliano ha consigliato alla m! arina militare di assaltare la Amal solo dopo che sara' entrat! a nelle acque territoriali di Gaza per evitare l' accusa di violazione del diritto internazionale. Sarebbe in ogni caso una grave violazione del diritto poiche' Israele attua in modo unilaterale il blocco della Striscia di Gaza giustificandolo con motivi di sicurezza. (red) Nena News
1 commento:
I libici dovrebbero in primo luogo pensare a liberare i 200 rifiugiati eritrei, dal loro governo maltrattati e torturati in un centro di detenzione. O le (presunte) sofferenze di un Gazano valgono più di quelle (vere) di un eritreo?
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