30 settembre 2011, incidenti ad Anatot: aggiornamenti, video e appello ad agire!
da admin
Venerdì scorso di pomeriggio, un gruppo di attivisti si è recato in visita a Yassin al-Rifa’i e alla sua famiglia nel villaggio di Anata, delle cui terre si è impossessata la colonia di Anatot ( denominata anche Almon). Per anni i coloni li hanno maltrattati; in un susseguirsi di aggressioni hanno divelto alberi, bloccato fonti d’acqua, rubato attrezzi agricoli, e assillato e molestato gli agricoltori nel tentativo di appropriarsi delle loro terre. Venerdì pomeriggio, una bandiera palestinese che Yassin aveva messo su di una tenda sui propri terreni è stata la scusa fornita ai coloni di Anatot per il loro pogrom. Decine di coloni, armati di pietre e bastoni, hanno aggredito brutalmente Yassin e la sua famiglia, insieme agli attivisti che erano con lui. La polizia era presente durante il pogrom, ma se ne è stata da parte e non ha fatto nulla. Tre persone sono state ricoverate in ospedale con ferite gravi, tre attivisti sono stati trattenuti in stato di fermo per l’interrogatorio. Neppure uno degli aggressori è stato arrestato.
La sera stessa, quaranta attivisti sono ritornati sulla scena del pogrom per protestare. Quando abbiamo raggiunto il cancello della colonia, ci è stato impedito di entrare, per cui siamo rimasti di fronte al cancello chiuso per protestare contro la violenza dei coloni e la mancanza di responsabilità della polizia. I coloni si sono ammassati rapidamente al cancello: alcuni avevano preso parte al pogrom del pomeriggio, taluni erano soldati e agenti di polizia in abiti civili, giovani e uomini adulti ribollenti di odio e affamati di violenza. Un certo numero di poliziotti in uniforme che erano presenti non hanno fatto nulla per frenare la folla inferocita. I coloni hanno chiesto che venissero aperti i cancelli, e sotto la protezione degli agenti di polizia ci hanno aggrediti, con pugni, pietre e bastoni. Uno degli aggressori ha cercato più volte di colpire gli attivisti con un coltello. Quando abbiamo cercato di allontanarci dal posto, gli aggressori ci hanno inseguito, cantando “Morte a quelli di sinistra!”. Erano accompagnati da un gruppo di agenti di polizia in divisa. Sono stati feriti circa 10 manifestanti, tre dei quali sono stati sgombrati per sottoporli a cure mediche. Sei vetture sono state danneggiate in modo consistente e altre sono state completamente distrutte. Sullo sportello di un’auto è stata incisa una stella di Davide. Nonostante l’aggressione, che è stata ripresa sia con foto che con una videocamera, la polizia non ha fato neppure un solo arresto tra i facinorosi.
Non è facile trattare il significato di questi avvenimenti. L’enorme dimensione dell’odio che i coloni di Anatot– all’apparenza non ideologizzati e non estremisti - hanno manifestato, e il comportamento indulgente e accomodante dei media, rappresentano una testimonianza inquietante del disinteresse che caratterizza la società israeliana dopo anni di occupazione e di repressione. Non pretendiamo di sapere come continuare da qui in avanti. Ma riteniamo che i fatti di Anatot di venerdì scorso siano – e devono essere – un momento di svolta. Ci rivolgiamo a voi perché si possa fare affidamento sul vostro sostegno e partecipazione nel prossimo futuro.
Invito all’azione!
Sei anni fa i coloni di Anatot hanno deciso di spostare la recinzione nella parte meridionale del villaggio e di annettere le terre di proprietà di residenti palestinesi del villaggio di Anata. Oggi l’accesso alle loro terre è loro precluso grazie a questa barriera illegale. Ad Anatot, come nel resto delle colonie, non c’è giustizia né senso di responsabilità in quanto i coloni possono fare quello che vogliono. La violenza che si è manifestata venerdì rappresenta un chiaro prodotto del progetto coloniale, sostenuto da tutti i governi degli ultimi quattro decenni. Le sue conseguenze sono la repressione e l’occupazione, il furto e l’espropriazione della terra, il marchiare i dissidenti come traditori. Tale politica viene mantenuta dai tribunali e dalla polizia che sono collusi con i coloni, dai mezzi di informazione che non fanno il loro lavoro, da una società israeliana che tiene la bocca chiusa.
Noi non rimarremo in silenzio
fino a che la barriera illegale non verrà demolita
e gli abitanti di Anata potranno recarsi alle loro terre.
Non ci fermeremo fino a quando i criminali di Anatot non saranno assicurati alla giustizia
VIDEO: Settlers attack Israeli activists and Palestinian farmers near Anatot 30.09.2011
http://www.youtube.com/watch?v=EKzNrNhTu5w
(tradotto da mariano mingarelli)
Nessun commento:
Posta un commento