Dispiegamento massiccio di polizia ed esercito nei Territori Occupati in occasione della Giornata della Terra (Land Day). Scontri tra soldati e manifestanti, feriti a Gerusalemme Qalandia e Gaza. Marcia anche in Giordania con religiosi ebrei pacifisti.
DALLA REDAZIONE
Gerusalemme, 30 marzo 2012, Nena News – Sono decine i feriti durante gli scontri al checkpoint di Qalandia vicino a Ramallah e alla Porta di Damasco della città vecchia a Gerusalemme. Centinaia i manifestanti che si sono riuniti per la Giornata della Terra e la concomitante Marcia globale su Gerusalemme.
E’ stata confermata questa sera la morte di un manifestante durante gli scontri a Gaza, particolarmente violenti nella “buffer zone”, la zona militare imposta da Israele che contorna il muro attorno alla Striscia. Si tratta di Mahmoud Zaqout, di 20 anni, colpito in pieno pezzo da un proiettile sparato dai soldati israaliani. La polizia di Hamas, in assetto anti-sommossa, ha fatto di tutto per contenere le manifestazioni ed impedire che i dimostranti arrivassero al valico di Erez con Israele. La fotoreporter italiana Rosa Schiano ha riferito che oltre all’ucciso ci sono almeno altri 16 palestinesi feriti.
A Gerusalemme, la polizia israeliana a cavallo ha caricato i manifestanti riunitisi subito dopo la preghiera del venerdì. Più di cinquecento persone hanno sfilato dalla moschea Al Aqsa verso la porta di Damasco, dove hanno trovato ad attenderli centinaia di poliziotti. I manifestanti hanno sfilato gridando “il popolo vuole la fine dell’occupazione” e si sono protetti dalle cariche dietro barricate di cassonetti della spazzatura sulla Nablus Road, all’uscita della città vecchia. All’escalare della violenza della polizia, gruppi di donne hanno incitato il corteo a proseguire la manifestazione.
A Qalandia (Ramallah) due feriti gravi: uno colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno, l’altro centrato da un proitettile di gomma. Secondo le prime stime, più un centinaio i feriti portati via in ambulanza, tra cui Mustafa Barghouti, leader del partito di “Iniziativa nazionale” (Mubadara), apparentemente aggredito da ragazzi palestinesi di un partito avverso, innervositi dal suo rifiuto di coordinare il corteo con loro. Sin dalla mattina si erano verificati scontri tra bambini che lanciavano pietre e l’esercito che rispondeva con candelotti di gas lacrimogeni e bombe assordanti. Dopo la preghiera del venerdì, centinaia di persone si sono avviate in corteo verso il checkpoint, accolti da uno spiegamento massiccio di militari israeliani muniti di bombe sonore, gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Un gruppo di soldati ha sfondato il portone di un edificio non lontano dal checkpoint per appostarsi sul tetto.
Meno tesa la situazione a Betlemme, dove un cordone di poliziotti palestinesi si è disposto a protezione del checkpoint. Una cinquantina di ragazzi ha sfondato il blocco e lanciato pietre contro la torretta militare israeliana, all’ingresso del passaggio per le macchine. Staccato il cartello che a caratteri cubitali annunciava “Benvenuti a Gerusalemme” all’ingresso del checkpoint. Il fuoco israeliano ha ferito seriamente un giovane.
Diversi gli arresti: a Nabi Saleh un gruppo di palestinesi all’ingresso del villaggio, a Qalandia un attivista internazionale, che, isolato dal gruppo, è stato portato via in camionetta.
Migliaia di uomini sono stati schierati da Israele in vista della Giornata della Terra (Land Day), giorno in cui un milione di persone, tra i territori palestinesi, il mondo arabo e diversi altri paesi commemora le vittime del 30 marzo 1976. In vista della marcia verso Gerusalemme, i principali checkpoint di collegamento tra il nord e il sud della Cisgiordania, così come quelli di ingresso alla Città Santa, sono stati chiusi sin dal mattino.
Alle frontiere nesun incidente particolare sino al primo pomeriggio. In Libano, i gruppi di palestinesi che hanno tentato di dirigersi verso la frontiera sono stati fermati molto prima dalle forze di sicurezza libanesi. In Giordania migliaia di manifestanti, tra i quali anche diversi cittadini europei e una delegazione di ebrei pacifisti, si sono riversati verso il confine con Israele tra imponenti misure di sicurezza. La protesta, organizzata dal movimento islamico, ha visto la partecipazione di delegazioni anche da Siria, Iraq, Malaysia e India. “Siamo qui – ha detto il rabbino canadese David Fieldman – per dire che l’occupazione di Gerusalemme, della Palestina, è sbagliata. Questo non è ebraismo, questa non è la voce degli ebrei. Questa è una catastrofe per il popolo palestinese. Non possiamo permettere che ciò continui”. Nena News
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