giovedì 8 agosto 2013
Il treno dei coloni, nuovi espropri in Palestina
Un progetto quasi irrealistico che collegherà i Territori a Israele. Ma ad usarlo saranno solo i coloni: ai palestinesi della Cisgiordania è vietato l'ingresso a Gerusalemme.
mercoledì 31 luglio 2013 11:37
di Sonia Grieco
Gerusalemme, 31 luglio 2013, Nena News - Un progetto astronomico e irrealistico, che cela il desiderio mai sopito di annessione dei Territori e, fa notare Rachel Neeman dalle pagine di Ha'aretz, riporta la memoria ai tempi del Mandato britannico della Palestina.
È il progetto del Ministero dei Trasporti, approvato di recente dall'Amministrazione Civile della Cisgiordania, di una rete ferroviaria che dovrebbe collegare Hebron a Jenin e Afula e Ramallah, Gerusalemme e Tel Aviv. Le principali città palestinesi con gli insediamenti ebraici, la Striscia di Gaza fino ai confini con la Siria e la Giordania. Un progetto gigantesco: quasi 500 chilometri di binari, undici destinazioni, almeno trenta stazioni, ponti e gallerie, per il trasporto di milioni di passeggeri, israeliani e palestinesi.
Anche se in questo momento, senza che si intraveda un accordo sul futuro della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e sulla nascita di uno Stato palestinese, l'infrastruttura pare proprio a esclusivo uso e consumo dei coloni, con i checkpoint e i controlli che ogni giorno farebbero perdere il treno ai palestinesi. A meno che, scrive ironica Neeman, il governo di Tel Aviv "non stia programmando di dare la cittadinanza ai passeggeri palestinesi e il treno non sia un modo per promuovere un prossimo Stato binazionale".
Infatti, questa rete ferroviaria che prevede enormi investimenti (è già stato speso un milione di shekel, pari a 200mila euro), dovrebbe essere costruita in territori su cui lo Stato ebraico non ha sovranità. Il progetto è tanto sconnesso dalla realtà, in un momento di ripresa dei negoziati fermi da tre anni, e con la recente direttiva dell'Unione Europea contro gli insediamenti ebraici in Cisgiordania, che il ministro dei Trasporti, Yisrael Katz (dal cui dicastero è uscito fuori il piano) ha dovuto smorzare gli entusiasmi parlando di una "visione" che sarà realizzata in un prossimo futuro. Si parla del 2035 e il progetto prevede anche l'estensione dell'esistente linea israeliana per creare un collegamento diretto tra Gaza e la Cisgiordania.
Ma al di là degli aspetti paradossali di questo piano, chiuso nei cassetti del Ministero del Trasporti da anni, la sua stessa esistenza è un ennesimo esproprio nei confronti dei palestinesi. Sebbene gli israeliani insistano nel dire che nulla si farà senza il consenso dell'Autorità Nazionale Palestinese - che ha già rifiutato l'invito a partecipare alla programmazione - e che il progetto porterà vantaggi economici ai Territori, di fatto nelle terre su cui dovrebbe passare questa fantomatica linea ferroviaria non c'è possibilità di progettare altro. Sono vincolate: ogni piano di sviluppo deve tenere in considerazione il passaggio futuro di una tratta ferrata.
Nelle prossime settimane il piano sarà reso pubblico, così che ognuno possa sollevare le sue obiezioni e fare i suoi commenti. Intanto è già arrivato quello di Mustafa Barghouthi, segretario generale del PNI (Palestinian National Initiative), ed ex ministro dell'Informazione nel governo di unità nazionale: "Questa ferrovia è l'ultimo tentativo israeliano di annettere la Cisgiordania e soffocare ogni sforzo dei palestinesi di creare uno loro Stato". Nena News
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