sabato 24 agosto 2013
Riflessioni sulla Siria
Non mi sono mai accontentata di sentire una sola campana, specie se è martellante, se fosse stato così adesso sarei una fervente sionista. Non mi fido nemmeno delle percezioni e delle emozioni individuali, altrimenti avrei dato ragione alla mia ex amica che avrebbe voluto tutti morti i palestinesi dopo l'attentato che aveva lasciato la sua nipotina senza gambe. Il mio vizio è stato sempre quello di andare oltre e di cercare di capire il quadro generale. Naturalmente non è facile e nel tentare di capire non ho la pretesa di convincere nessuno, anche perchè la gente si convince per sue ragioni interne e ben poco con i discorsi e gli scambi di opinione, inoltre lo faccio con l'umiltà di chi sa che la verità è difficile da snidare, specie se è offuscata da mille menzogne, da interessi, dal potere e dal caos. Non ho pretese di avere la verità in tasca come alcuni che sono così sicuri di se stessi e non guardano né a destra né a sinistra. Capisco il dolore e l'indignazione di chi è direttamente coinvolto, non c'è niente che capisco meglio. Anch'io spesso ho il sangue agli occhi, ma poi mi calmo e ragiono.
Assad è un dittatore, sta bene, non lo discuto, ma Assad non è l'unico protagonista e in questa tragedia ci sono molti attori in campo, ne vogliamo tenere conto? La primavera araba ci aveva lasciati tutti a bocca aperta, ne eravamo ammirati, anche le potenze regionali ed extraregionali erano state colte di sorpresa e così la piazza era riuscita a disfarsi del suo dittatore. All'inizio hanno fatto finta di apprezzare la rivolta pacifica e democratica, ma la primavera araba faceva paura. I progetti che costoro avevano per il Medio Oriente erano ben altri. Era il “nuovo medio Oriente” voluto da Bush e perseguito dal suo successore malgrado il premio nobel per la pace che del resto fu conferito anche a Peres, un altro delinquente. Costoro faranno di tutto perchè in Medio oriente non ci sia mai democrazia e libertà.
I risultati poi li abbiamo visti, hanno ripreso ben presto il controllo o forse non lo avevano mai perso e fatto in modo che in Egitto cambiasse tutto per non cambiare niente. Le forze armate sono sempre rimaste al potere, si sono disfatti dei loro nemici non politicamente, come sarebbe stato giusto, ma fisicamente con una strage, anche lì c'erano bambini e anche quei bambini sono meritevoli di considerazione. Ma prima c'era stato il colpo di stato. Ora i fratelli musulmani uccisi sono pure diventati dei martiri. Bella mossa! Come ultimo atto viene liberato Mubarak, tanta fatica e tanto sangue per niente....
Ma prima dell'Egitto c'era stata la Tunisia, e anche lì erano riusciti a liberarsi del loro dittatore e anche lì non è cambiato niente. Sull'onda della Tunisia e dell'Egitto, altri paesi arabi avevano cercato di liberarsi del proprio dittatore, lo Yemen, il Barhein...entrambe le rivolte furono soffocate sul nascere. Nel Barhein con l'aiuto dell'Arabia saudita, il paese più retrogrado, più autoritario, più dittatoriale di tutto il Medio Oriente. Ma lì non ci sono state rivolte e non ci sono stati i ribelli liberatori armati. Sull'onda della primavera araba anche in Siria cominciò una rivolta popolare, ma ormai non potevano più permetterlo e così giocando sulle forze retrograde, fratelli musulmani e jihadisti che si erano fatti avanti, hanno approfittato della rivolta
per fomentare il caos e scatenare la guerra civile. Mi dicono che Assad ha sparato per primo sui manifestanti in Siria, perchè Mubarak forse non aveva sparato?? Ci furono centinaia di morti, ma la rivolta rimase pacifica perchè era una rivolta popolare. Poi sempre strumentalizzando la primavera araba ci hanno contrabbandato la guerra civile in Libia come una rivolta popolare e sono cominciate le menzogne, la propaganda, con un martellamento di bugie che rasentava il disgusto. Ci hanno fatto vedere le fosse comuni che poi si sono rivelate un cimitero, hanno detto che Gheddafi aveva fatto migliaia di morti e poi si è rivelata una bufala, non avevo simpatia per Gheddafi, come non ne ho per Hamas né per i fratelli musulmani, ma quello che è vero va detto. Con la scusa di difendere la popolazione la Nato andò a aumentare il disastro non certo per difendere la popolazione, ma i suoi sporchi interessi, Poi chi erano i ribelli liberatori della Libia lo abbiamo visto. Il segretario del partito comunista siriano afferma che “la Siria ha costituito una diga contro l'espansionismo statunitense in Medio Oriente, soprattutto dopo l'occupazione dell'Iraq e che il vero protagonista del progetto di attaccare la Siria è Peres che persegue questo obiettivo fin dagli anni 8o”. Destabilizzare la Siria è sempre stato il sogno di Israele. Altri attori in campo:gli Stati Uniti, che hanno sempre appoggiato i disegni israeliani, poi ci sono le petromachie del golfo, la Nato e alcuni paesi europei, infine i gruppi armati che decapitano i loro oppositori e fucilano bambini. Dunque sono molti gli attori di questa tragedia. E sono tutti molto cattivi. Allora perchè la campana martella solo per Assad?
Il generale Martin Dempsey era in Israele già il 12 agosto per colloqui “ad alto livello” è poi andato in Giordania per le ultime formalità prima di lanciare il “limitato”intervento militare in Siria. Il piano comporta l'impegno israeliano, saudita, giordano e forse la Turchia, prevede una no fly zone e una zona cuscinetto che dovrebbe essere conquistata da una forza speciale di 3.000 combattenti siriani addestrati dagli USA. Il primo contingente di truppe siriane addestrato dagli americani in Giordania sarebbe entrato in azione già a metà agosto a sud della Siria. Il primo gruppo di 300 uomini sostenuto da commandos israeliani e giordani e da uomini della CIA avrebbe attraversato la frontiera il 17 agosto e il secondo guppo il 19.
Non tutti i ribelli sono delle canaglie sponsorizzate dalle monarchie petrolifere e dall'occidente, ci sono anche oppositori veri, ma che spazio possono avere? E che spazio può avere la protesta popolare se il paese è ostaggio della guerra civile? Inoltre gli oppositori ad Assad sono contrari ad ogni ingerenza o intervento esterno. Le ragioni per la rivolta c'erano certamente, il segretario del partito comunista siriano ne indica alcune: le misure liberiste adottate nel 2005 che hanno prodotto la crescita dell'emarginazione sociale nella periferia di Damasco e in generale il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, poi c'era la mancanza di libertà. Ma è indubbio che c'era e c'è anche una parte della popolazione che appoggia Assad, probabilmente anche per la speranza di trovare una difesa contro i terroristi che imperversano nel paese.
Peggio dei talebani
Fin dall'inizio questi liberatori mostrano un elemento inquietante: l'eliminazione di chiunque si oppone a loro, sono migliaia i siriani assassinati per essersi opposti a queste bande.
Ecco alcune delle loro imprese che mai nessuno ha denunciato:
Dall'inizio di agosto massacri di curdi, sciiti, di cui 15 a Noubbol e Zahara da oltre un anno sotto assedio delle bande jihadiste, a Deir Ezzor e Hassakè molti cristiani sono stati costretti a fuggire o convertirsi forzatamente o a pagare per la rivoluzione (quotidiano inglese Thelegrah)
Nella provincia di Lattakia tra il 4 e il 5 agosto le bande di Jabhat al-Nusra, i liberi del Levante, la brigate dei Mouhajirin, le Acquile del levante, le Acquile della dignità e la brigata dei libici hanno dato via alla loro spedizione in 10 villaggi abitati da alawiti tra Kafrayya, Talla, Barmasse, Anbatè e Bet Shokouhi. Il quotidiano Al Akbar e fonti locali raccontano che sorpresi nella notte gli abitanti dei villaggi hanno cercato di fuggire ancora in pigiama verso Lattakia, ma sono finiti nelle mani delle milizie.
Il quotidiano libanese Assarif parla di 200 donne e bambini il cui destino è attualmente sconosciuto. Una fonte anonima e un dipendente di un hotel della zona hanno testimoniato che migliaia di miliziani verso le 4 del mattino da diverse direzioni hanno attaccato 4 villaggi con mitragliatrici e granate a razzo.
Alcuni villaggi sono ora disabitati o con 12 abitanti, tutti gli abitanti di sesso maschile, compresi i bambini sono stati assassinati, le donne considerate infedeli in quanto alawite, rapite come prigioniere di guerra.
Nel villaggio Baruda c'è stato un massacro di 33 persone tra cui 13 bambini tutti uccisi con coltello.
Nel villaggio di al Kharrata 40 abitanti sono stati tutti massacrati.
Nel villaggio Balluta la popolazione è stata radunata, prima sono stati uccisi giovani e bambini con coltelli di fronte alle loro famiglie, chi ha cercato di fuggire è stato colpito da armi da fuoco.
Nel villaggio Abu Mecca sono stati sgozzati tutti gli abitanti.
Nel villaggio Bramtha i 200 abitanti tutti assassinati, non un solo superstite.
Ugualmente nel villaggio Aubin
Nel villaggio Istarba gli abitanti sono stati sgozzati come animali mentre le bande jihadiste recitavano la preghiera rituale poi le case sono state incendiate.
L'elenco potrebbe continuare perchè è piuttosto lungo. Syria Truth (giornale non governativo) nei giorni successivi alla pulizia etnica ha pubblicato un elenco con i nomi delle vittime e dispersi.
Episodi particolarmente agghiaccianti sono all'ordine del giorno:
Il 29 marzo l'imam della moschea Al Hassan è stato malmenato e ucciso dopo la morte il suo corpo è stato trascinato per le vie del quartiere e la sua testa appesa al minareto della moschea a fare da monito per la popolazione.
Il 13 aprile hanno abbattuto un elicottero militare che trasportava un carico di viveri e pane, le bande hanno poi diffuso le immagini delle teste delle vittime sulla graticola,
il 10 aprile a Lattakia, Saeed Masoud era andato a prendere suo figlio di 10 anni a scuola, un gruppo armato li ha rapiti entrambi. Il bambino è stato impiccato e il padre massacrato, poi i corpi avvolti nella bandiera del governatorato francese, che i criminali hanno scelto come simbolo.
Nel villaggio Tal Kalakh poco distante da Homs l'8 aprile un altro massacro delle bande Jihadiste. Qualche giorno prima c'era stata una manifestazione con la bandiera siriana per chiedere soccorso, gli abitanti chiedevano l'allontanamento dei gruppi armati dalla loro città e avevano scritto su uno striscione “Salva Tal Kalakh.”
Questi sono i liberatori accolti ovunque, ascoltati ovunque, in questi due tragici anni e mezzo la sola versione dei fatti raccontata da questi criminali è stata presa per buona dai media e mai verificata. Una sola campana, ma assai stonata. Poi sono stati armati, addestrati, forniti di equipaggiamento e denaro e supportati da contractor esterni. La Nato non è intervenuta probabilmente perchè non serviva, c'erano i liberatori che meglio di così non avrebbe potuto fare nessuno. Ma quello che è veramente inaccettabile è che sono stati accolti, ascoltati, giustificati o ignorati nel meno peggiore dei casi anche da certa sinistra o da chi vorrebbe il bene della Siria. L'occidente rifornisce i terroristi di armi ma vorrebbe toglierle al governo, perfino associazioni come Amnesty e Human Rights Watch non chiedono ai paesi NATO
e alle monarchie petrolifere di non mandare armi all'opposizione mentre chiedono un embargo alle armi dell'esercito ufficiale, che sarà anche di un governo dittatoriale, ma è ancora il governo finchè non lo rovescia la volontà popolare, ma quella vera, non quella dei salafiti jihadisti. Togliamo di mezzo Assad va bene e poi ve la immaginate la Siria in mano a questa gentaglia? Certe forze quando vengono scatenate diventano incontrollabili, vedi l'Iraq.
Non sto difendendo Assad, ma potrebbero metterne al suo posto uno pure peggio e soprattutto più conciliante con Israele. Per carità, questo non vuol dire che per il timore del peggio non si deve combattere il male, ma questa consapevolezza ci deve essere. Va bene, sto scoprendo l'acqua calda ma vedo che proprio ciò che è sotto gli occhi non viene notato. Intanto l'Europa che fa? Le sanzioni economiche che prevedono anche un embargo petrolifero, -ma non per le regioni controllate dai ribelli.- Le sanzioni dell'Europa e del Golfo colpiscono l'economia siriana aggiungendosi ai problemi della guerra, proprio mentre gli scontri in atto rendono difficoltoso o impossibile coltivare. Il paese ha perso la sicurezza alimentare già minata dalla siccità. Anche la situazione sanitaria è in crisi per l'impossibilità di avere pezzi di ricambio delle macchine salvavita a causa delle sanzioni, ospedali e centri sanitari sono danneggiati dalla guerra. Poi c'è l'emergenza degli sfollati, 4 milioni, e ci sono una gran quantità di bambini che hanno perso le famiglie e stanno soffrendo.
C'è la necessità di continuare l'assistenza pubblica ai disabili, agli orfani e persone in difficoltà. Questa non è una rivolta contro Assad, questa è una guerra, e chi l'ha voluta? Non credo che i siriani mirassero a questi risultati.
Una nota anche sull'ultimo massacro: Appena gli USA si sono detti pronti a intervenire se in Siria si fossero trovate armi chimiche Al-Jazeera annuncia di averle trovate, appena l'Onu è arrivato in Siria Al Arabyya ha dichiarato che le armi chimiche vengono usate dall'esercito.
Si è detto e giustamente che non c'è stata una mobilitazione adeguata sulla Siria, ma le due manifestazioni che sono state organizzate il 15 giugno erano state promosse una da organizzazioni nazifasciste europee, l'altra era una “contromanifestazione antifascista” in solidarietà al popolo siriano assieme ai macellai che stanno insanguinando la Siria.
La mobilitazione che ci doveva essere è stata bloccata dalla confusione delle posizioni che molti hanno preso.
Con grande dolore vedo la Siria sgretolarsi sotto i miei occhi e mi sento terribilmente impotente e quello che mi fa più male è la cecità di gran parte della sinistra che ascolta la propaganda a senso unico che ha martellato e scandito il ruolo delle monarchie petrolifere, delle potenze NATO tra cui l'Italia che riconosce come unico rappresentante del popolo siriano il braccio politico dei gruppi armati, e che anche adesso non si dissocia dai costruttori di guerra Francia e Inghilterra, che in violazione del diritto internazionale hanno annunciato forniture militari alle bande armate dell'opposizione.
Questa cecità, questo silenzio-assenso della sinistra ha potuto lasciare spazi ai nazifascisti e immobilizzare chi, come me, avrebbe voluto una potente mobilitazione in solidarietà con il popolo siriano. Nessuno vuole capire che la guerra contro la Siria è stata voluta per dominare l'area mediorientale.
Che cosa possiamo fare? Certamente non appoggiare l'intervento esterno così che i siriani si troverebbero non tra due fuochi, ma tre con una distruzione completa.
Dobbiamo chiedere la fine delle sanzioni al paese e degli aiuti militari ai “ribelli”. Dobbiamo opporci all'intervento militare israelo-americano.
Dobbiamo appoggiare l'unico movimento in Siria che dice delle cose sensate, Mussalaha, perchè vengano estromesse le bande armate e ristabilito un clima di pacifica convivenza, solo in questo clima ci sarà spazio e respiro per la volontà popolare e anche per la lotta contro Assad, Israele e America permettendo.
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