Gli appelli equidistanti di non usare la forza in modo sproporzionato nascondono la gravità delle dichiarazioni e dei fatti dei generali israeliani.
Non ci può essere equidistanza tra un popolo inerme che subisce un'occupazione militare e un embargo criminale e chi occupa, colonizza, affama, uccide.
Dalla farsa della conferenza di Annapolis sono stati uccisi 300 palestinesi, nello stesso periodo i razzi kassam hanno ucciso una persona a Sderot. Se Israele volesse i lanci dei kassam finirebbero subito.
Non c'entrano i razzi kassam, c'entra la volontà del governo israeliano di liberarsi dai palestinesi costringendoli ad andar via, quelli di Gaza in Egitto e quelli della West bank in Giordania e chi resiste, anche senza tirare niente, ma continuando a rimanere, viene ucciso.
Nel silenzio generale ieri, martedì 4, ci sono stati
il presidio e la fiaccolata indetti dalla comunità palestinese di Roma e del Lazio. Una grande bandiera palestinese era stesa a terra, intorno le persone intervenute, tutte le organizzazioni palestinesi e molti gruppi e associazioni. Le persone tenevano ognuna un cartello con il nome di una vittima e la sua età.
Alla fine del suo discorso il presidente della comunità palestinese ha ricordato le vittime operaie di Molfetta. Un pensiero commosso di chi comprende il dolore e l'ingiustizia e mentre piange i suoi morti non dimentica le morti ingiuste sul lavoro che ormai avvengono quotidianamente nel nostro paese, come un contributo di sangue offerto alla "produttività".
Ben diversa la posizione di Confindustria, che ostacola il decreto che inasprirebbe le pene per quegli industriali che non rispettano le norme di sicurezza. Si preoccupano di dover pagare multe più salate che alleggerirebbero le loro tasche. Che può importare a questi signori la strage silenziosa e quotidiana di chi per pochi soldi, non per arricchire, ma per sfamare le proprie famiglie rischia la vita e muore tutti i giorni?
L'ingiustizia ha sempre lo stesso ghigno, e la solidarietà lo stesso abbraccio, in Palestina, a Roma e nel mondo.
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