giovedì 20 marzo 2008

SECONDA PARTE DELLA LETTERA DI ECO- EBREI CONTRO L'OCCUPAZIONE

medico The Lancet, 2-8 febbraio 2008, della morte di un ventunenne affetto da seminoma: “Attraversare Erez, il valico con Israele, che è l'unico punto da cui si può uscire da Gaza, era un problema: i medici l'avevano giudicato troppo debole per affrontare l'interrogatorio al confine. A novembre, è deceduto per metastasi al fegato.
È stato riferito che negli ultimi sei mesi sono deceduti almeno altri 20 pazienti in condizioni critiche - ai posti di blocco, nei letti degli ospedali di Gaza, o a casa, in attesa del permesso di uscire.”
E prosegue, citando la dichiarazione di Margaret Chan, direttrice generale dell'OMS: “'Preoccupano particolarmente i frequenti tagli all'elettricità e la limitazione del carburante per far funzionare i generatori degli ospedali: ciò arresta il funzionamento delle unità di terapia intensiva, delle sale operatorie, dei reparti di pronto soccorso'”.
Si è accresciuta la malnutrizione. Riferisce ancora la giornalista di Lancet, che sono aumentati del 60% i bambini sottopeso fra i 9 e i 12 mesi di età; questo dal giugno del 2007, quando si è stretto ancora di più l'assedio. Il World Food Programme riferisce che, a Gaza, il 77,5% dei bambini fra i 9 e i 12 mesi sono anemici.
Ai pazienti della Striscia è stata anche ridotta la dialisi, indispensabile alla vita dei malati con insufficienza renale: Israele vieta l'ingresso dei pezzi di ricambio per le apparecchiature sanitarie.

Quando si ha a che fare con la fame e le malattie, trascuriamo facilmente la cultura. Ma a dicembre, Israele ha negato l'accesso a Gaza a un musicista palestinese, che suona nell'orchestra dell'israeliano Daniel Barenboim: così non c'è stato il concerto di musica barocca, programmato in una chiesa. A Gaza, a settembre, i bambini sono andati a scuola senza libri: Israele non permetteva che nella Striscia entrasse la carta. Tuttora, nelle scuole di Gaza mancano l'elettricità, il riscaldamento, i materiali didattici indispensabili.
Torino, che con la Città di Gaza è gemellata, su tutto questo tace.
Si dichiara che la Fiera ha carattere “esclusivamente culturale”. Noi sappiamo che non si può scindere la cultura dalla politica. Gli organizzatori della Fiera non solo accettano l'auto-invito di Israele, mentre questo imprigiona e assedia Gaza, ma pure rifiutano di dare eguale accoglienza alla cultura palestinese.
Anni fa, così aveva detto Sandro Pertini, in un messaggio di fine anno: “Ho visitato (...) i cimiteri di Chatila e Sabra. È una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quel massacro orrendo. Il responsabile di quel massacro orrendo è ancora al governo in Israele.
E quasi va baldanzoso di quel massacro fatto. È un responsabile cui doverebbe essere dato il bando della società”.
Oggi nella Striscia di Gaza assediata solo il 18% di coloro che non vivono in un campo profughi sono certi di riuscire a procurarsi il pasto successivo, e, per mancanza di latte in polvere, si svezzano i lattanti con il the. Noi misuriamo dalle parole dell'allora Presidente della Repubblica l'enorme regresso della società italiana: i rappresentanti della Fiera del Libro si fregiano degli incontri con il ministro di uno stato che condanna alla fame i bambini, ed a morte certa i malati.
Altro ci saremmo aspettati, da una città di tradizione antifascista e da un Presidente della Repubblica che ha lottato per la democrazia.

Comitato di Solidarietà con il Popolo Palestinese – Torino
Barbara Agostini, Giorgio Canarutto, Paola Canarutto, Giorgio Forti, Miryam Marino, Carla Ortona, Susanna Sinigaglia, Ornella Terracini (Rete degli Ebrei contro l'Occupazione)
Fiamma Bianchi Bandinelli

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