Giustizia e pace in Palestina/Israele
30 marzo: Giornata della terra in Palestina
Giornata globale di azione nel mondo
Finmeccanica: dove finisce il nostro lavoro? Vogliamo chiarezza!
Da troppi anni Israele gode di impunità da parte della comunità internazionale per la sua politica di occupazione illegale dei territori palestinesi, per la costruzione di un muro di centinaia di km. che produce un regime di apartheid, per le discriminazioni verso i cittadini e le cittadine palestinesi di Israele, per i crimini di guerra e contro l'umanità.
Le prime indagini svolte da associazioni israeliane, palestinesi ed internazionali sull'attacco israeliano su Gaza (oltre 1300 vittime e migliaia di feriti, prevalentemente civili, tra la popolazione palestinese) confermano l’uso di armi non convenzionali, violazioni delle convenzioni internazionali e dei diritti umani.
Per questo, dall'Inghilterra al Canada e agli Stati Uniti, dal Sud Africa alla Francia, sta prendendo avvio una campagna di “boicottaggio, disinvestimento, sanzioni” nei confronti della politica illegale e di guerra dello Stato di Israele (Campagna BDS). Questa campagna, le cui caratteristiche sono condivise dalla coalizione Action for Peace, di cui la Fiom fa parte, è uno strumento di azione nonviolente, rivolta non contro i/le cittadini/e di Israele, ma la sua politica. Essa viene realizzata tenendo conto dei diversi contesti nazionali. La campagna mira anche ad informare sull'illegalità della colonizzazione e dell'occupazione, del muro e dell'apartheid in Palestina, sui crimini commessi contro la sua popolazione, recentemente denunciati anche da militari dell'Esercito israeliano. Anche per questi motivi, la Fiom ritiene che la “questione militare” debba avere particolare rilievo.
Nel 2005, in seguito al voto dei Parlamenti, israeliano e italiano, è entrato in vigore l'accordo quadro di cooperazione militare Italia-Israele. L’accordo prevede forme di collaborazione fra le industrie belliche e il personale militare dei due Paesi, con un palese aggiramento della legge sul commercio delle armi italiane (la 185/90) che vieta le esportazioni a Paesi belligeranti o i cui governi si siano macchiati di accertate violazioni delle convenzioni di tutela dei diritti umani. Sosteniamo la richiesta di sospensione di tale accordo, fatta da molte associazioni pacifiste italiane, finché Israele non rispetterà il diritto internazionale e i diritti umani della popolazione palestinese.
Il Gruppo Finmeccanica è in parte proprietà del Governo italiano e, in
particolare per quanto riguarda le attività militari, opera su commesse
pubbliche. Gode quindi di finanziamenti pubblici, che vengono dalle casse
dello Stato, ovvero dai contribuenti. Nel novembre 2008 la stampa israeliana
ha dato notizia dell’intenzione di Finmeccanica di stipulare accordi di
collaborazione con le principali aziende militari israeliane (Elbit, Iai,
Rafael). Risulta che diverse aziende del Gruppo hanno già direttamente e/o
indirettamente rapporti di collaborazione con almeno una di queste aziende.
E' noto che esistono rapporti commerciali tra Finmeccanica e Israele per le
forniture di sistemi d'arma, così come nell'ambito delle forniture di aziende
israeliane verso l'esercito italiano.
Le lavoratrici ed i lavoratori delle aziende del Gruppo hanno il diritto di sapere che uso viene fatto del risultato del loro lavoro e che ciò avvenga nel più rigoroso rispetto della legge 185 e della legalità internazionale. Nulla può giustificare che tali regole e principi vengano violati o aggirati.
Chiediamo chiarezza e trasparenza sui rapporti commerciali e industriali tra il Gruppo Finmeccanica, il governo israeliano e le industrie militari locali, sia per quanto riguarda le aziende del Gruppo che si trovano sul territorio italiano, che la nuova controllata statunitense DRS.
E' inaccettabile che una realtà industriale - a maggior ragione perché parzialmente pubblica e finanziata da denaro pubblico - possa essere complice di violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Chiediamo su questo informazioni esaurienti e garanzie a Finmeccanica.
Per sostenere queste richieste
3 aprile 2009 dalle ore 11.00 alle ore 13.00
presidio davanti alla sede di Finmeccanica in
Piazza Montegrappa a Roma.
Nessun commento:
Posta un commento