domenica 2 giugno 2013
Continua la violenta repressione dell’esercito israeliano nei confronti dei manifestanti di Kufr Qaddum.
Il 31 maggio, dopo la preghiera del venerdì, gli abitanti di Kufr Qaddum hanno svolto la loro manifestazione settimanale e sono stati repressi con violenza quando l’esercito israeliano ha invaso il villaggio sparando gas lacrimogeno e bombe assordanti direttamente sui manifestanti, dentro alcune case e nella locale moschea
La manifestazione ha avuto inizio circa alle 13:15 con l’usuale marcia verso la parte orientale del villaggio rivolta verso il blocco stradale che separa Kufr Qaddum dalla colonia israeliana illegale di Qedumim, che venne costruita su terreno rubato a Kufr Qaddum. Non appena i manifestanti si sono accostati all’ultima casa al limitare del villaggio, la strada è stata bloccata da una jeep della polizia di frontiera e da un bulldozer. Ne è seguita una situazione di stallo tra le forze israeliane e i giovani del posto che hanno eretto delle barricate di pietre lungo la via principale per impedire un’incursione da parte dell’esercito. Dopo mezzora, i soldati israeliani hanno cominciato a sparare bombolette di gas lacrimogeno lanciate da un dispositivo noto come “la Tempesta” in quanto spara in simultanea un gran numero di bombolette. Non appena i manifestanti sono arretrati dai fanti israeliani, per il continuo sbarramento di gas lacrimogeno, il bulldozer è avanzato entro il villaggio, rimovendo le barricate lungo la via.
Gli abitanti sul lato occidentale del villaggio hanno avvertito i manifestanti che si trovavano sul versante orientale che sono stati visti dei militari israeliani sulla strada fuori dall’ingresso. Siccome gli abitanti cercavano di costruire nuove barricate, tre jeep dell’esercito israeliano e della polizia di frontiera hanno fatto irruzione entro il villaggio, accompagnate da altre che irrompevano da nord e da est, nel tentativo di accerchiare i manifestanti. Molti abitanti si sono rifugiati nelle case vicine non appena l’esercito e le forze della polizia di frontiera, al centro del villaggio, hanno cominciato a sparare direttamente sulla gente. Diverse donne sono uscite dalle loro case per affrontare i soldati che continuavano a sparare in modo indiscriminato sui giovani del posto. Molte bombolette di gas lacrimogeno sono state lanciate all’interno delle case e della moschea, ove i tappeti hanno preso fuoco a causa delle bombolette. In una casa è penetrata una quantità eccessiva di gas e 5 bambini (di 9, 7, 4,1 anni e uno di 6 mesi) ne hanno risentito a causa dell’inalazione del gas lacrimogeno. Anche un giornalista di PALMEDIA è svenuto dopo aver messo la sua maschera antigas a una donna del posto ed è stato assistito dai paramedici locali.
Dopo mezzora, le forze israeliane si sono ritirate dalla cittadina, dopo aver sparato altro gas lacrimogeno ai manifestanti che, una volta ancora, si erano radunati sul lato orientale del villaggio. Due attivisti israeliani sono stati arrestati e tradotti alla stazione di polizia di Ariel. Uno è stato successivamente rilasciato, mentre l’altro non è stato ancora liberato (alla mezzanotte del 31 maggio). Dopo la manifestazione, testimoni hanno trovato molte cartucce di proiettili veri lungo la strada della manifestazione, come pure una finestra che era stata rotta dai soldati.
(tradotto da mariano mingarelli)
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