mercoledì 26 giugno 2013
Selezionati per distruggere: pogrom dell'esercito di occupazione contro una famiglia palestinese
LA CILIEGINA SULLA TORTA DELL'IDF
Non c'è un solo israeliano che possa immaginare come debba essere svegliarsi nel cuore della notte e vedere nella propria casa decine di soldati armati e violenti, cani e granate.
di Gideon Levy
L’unità Duvdevan delle Forze di Difesa Israeliane è solo il meglio, anche se con un po' meno lustro del Shayetet, del Tayeset e dell'”Unità” – rispettivamente: l’élite del commando navale del IDF, l’élite del commando forza aerea, e il Sayeret Matkal, l’élite dello stato maggiore per le operazioni-speciali.
I veterani della Duvdevan sono amati nella società israeliana. I suoi soldati sono accuratamente selezionati - unità di élite o no. E, e fintanto che stiamo parlando di "uguaglianza", allora possiamo dire che portano il pesante "fardello" del servizio nazionale.
Nella notte del 25 maggio, questi soldati erano impegnati in un'altra operazione transfrontaliera, in Cisgiordania, nel villaggio palestinese di Budrus. I loro comandanti dovevano essersi riuniti per un ultimo briefing pre-missione prima del tramonto. Sicuramente era stato detto loro del pericoloso terrorista che avrebbero dovuto arrestare; avevano senza dubbio sentito che il suo fratello adolescente era stato ucciso appena quattro mesi prima, in modo riprovevole – ucciso da una pallottola da distanza ravvicinata mentre cercava di fuggire, dopo aver lanciato dei sassi contro il muro di separazione.
Il raid iniziò alle 02:00. Qualcuno sentì il comandante dire ai suoi soldati: "Non abbiate pietà in questa casa."
In questa casa in lutto, indegne della misericordia di Duvdevan, dormivano otto ragazze adolescenti e giovani donne, i loro genitori e il loro fratello più giovane - i membri della famiglia Awad. Sul tetto dormiva il pericoloso ricercato - un cameriere del vicino villaggio di Na'alin, sospettato di aver lanciato pietre, condotta scorretta. Reati così gravi.
Ciò che accadde dopo fu poco di meno di un mini-pogrom. C'erano decine di soldati e cani. La porta d'ingresso fu segata, le finestre fracassate, furono lanciate in casa e contro gli abitanti innumerevoli granate assordanti. L'uomo ricercato fu gettato giù per le scale e ferito così gravemente da svenire. Alle donne e alle ragazze calci e colpi.
Il giorno dopo Il portavoce dell'IDF sostenne che "i familiari avevano violentemente opposto resistenza all'arresto." Inizialmente l'ufficio dichiarò che nessun soldato era rimasto ferito, poi cambiò idea: "Nel corso della vicenda due soldati sono stati leggermente feriti e curati sulla scena."
Il Venerdì ho raccontato i dettagli dell'incidente su Haaretz ("Casa attaccata, Famiglia distrutta"). Questo fine settimana il portavoce dell'IDF si è preso la briga di mandarmi un video come prova della resistenza violenta della famiglia: 50 secondi, attentamente curati e senza suono, in cui le donne di casa gridano disperatamente di fronte a innumerevoli soldati armati nella piccola casa, l'uomo ricercato, Abed, nascondendosi dietro di loro, terrorizzato, gemeva per il dolore.
Sulla clip il portavoce dell’ufficio delle IDF aveva cerchiato un piccolo coltello da frutta nella mano di una delle donne e una falce in miniatura tenuta da un altro, che venivano sventolati in aria. Non ho mai visto un video così ridicolo in mia vita. Ogni minimo dubbio che avrei ancora potuto nutrire su quello che era accaduto a Budrus quella notte fu spazzato via da quella clip, che mi rivelò in modo inequivocabile che si era trattato di una operazione criminale.
Cominciamo con il fatto che ha avuto luogo nella casa di una famiglia in lutto, un cui membro adolescente era stato ucciso dai soldati in circostanze che anche l'IDF ammette fossero "brutte". Ci si poteva aspettare un trattamento diverso di una famiglia così - una famiglia che ha, tra l'altro, molti amici israeliani.
Poi c'è il bersaglio: voleva lanciare sassi. E il mezzo: un raid notturno con un numero assurdo di soldati dotati di un numero non meno assurdo di armi. E il risultato: quattro donne ferite, a una delle quali sono stati necessari otto punti di sutura in testa, e un sospetto preso in custodia sanguinante e incosciente. Nessuno, ovviamente, si è preoccupato di dire alla famiglia, il giorno dopo, dove era stato portato e che cosa gli era successo.
Ciò che è accaduto in casa Awad è stato un fatto di routine. Non c'è un solo israeliano che possa immaginare come debba essere svegliarsi nel cuore della notte e vedere nella propria casa decine di soldati armati e violenti, cani e granate. Questo è avvenuto per ordine del Comando Centrale GOC, del generale maggiore Nitzan Alon, che i coloni hanno additato come "di sinistra" e "moderato", nell’ennesima disgustosa campagna per cambiare le istruzioni per “aprire il fuoco”, una campagna che non è altro che sete di sangue palestinese.
E tutto questo viene fatto dai nostri giovani migliori - non (questa volta) dalla polizia di frontiera o dalla Brigata Kfir, che sono noti per la loro brutalità, ma la ciliegina sulla torta della creme de la creme (Duvdevan in ebraico significa ciliegia) del controllo violento dei territori. E in un periodo relativamente tranquillo.
Gli israeliani vogliono condividere questo peso equamente - in modo che tocchi a tutti, non solo agli ebrei sionista laici e religiosi. Questa è la misura israeliana degli standard etici, per il volontariato, perché contribuisca allo Stato e ne porti il fardello. Ed è anche quello che l'IDF vuole che faccia l'obiettore di coscienza Natan Blanc. Ed è quello che fanno i soldati della Duvdevan, quasi ogni notte, mentre guardiamo il "Grande Fratello"
I veterani della Duvdevan sono amati nella società israeliana. I suoi soldati sono accuratamente selezionati - unità di élite o no. E, e fintanto che stiamo parlando di "uguaglianza", allora possiamo dire che portano il pesante "fardello" del servizio nazionale.
Nella notte del 25 maggio, questi soldati erano impegnati in un'altra operazione transfrontaliera, in Cisgiordania, nel villaggio palestinese di Budrus. I loro comandanti dovevano essersi riuniti per un ultimo briefing pre-missione prima del tramonto. Sicuramente era stato detto loro del pericoloso terrorista che avrebbero dovuto arrestare; avevano senza dubbio sentito che il suo fratello adolescente era stato ucciso appena quattro mesi prima, in modo riprovevole – ucciso da una pallottola da distanza ravvicinata mentre cercava di fuggire, dopo aver lanciato dei sassi contro il muro di separazione.
Il raid iniziò alle 02:00. Qualcuno sentì il comandante dire ai suoi soldati: "Non abbiate pietà in questa casa."
In questa casa in lutto, indegne della misericordia di Duvdevan, dormivano otto ragazze adolescenti e giovani donne, i loro genitori e il loro fratello più giovane - i membri della famiglia Awad. Sul tetto dormiva il pericoloso ricercato - un cameriere del vicino villaggio di Na'alin, sospettato di aver lanciato pietre, condotta scorretta. Reati così gravi.
Ciò che accadde dopo fu poco di meno di un mini-pogrom. C'erano decine di soldati e cani. La porta d'ingresso fu segata, le finestre fracassate, furono lanciate in casa e contro gli abitanti innumerevoli granate assordanti. L'uomo ricercato fu gettato giù per le scale e ferito così gravemente da svenire. Alle donne e alle ragazze calci e colpi.
Il giorno dopo Il portavoce dell'IDF sostenne che "i familiari avevano violentemente opposto resistenza all'arresto." Inizialmente l'ufficio dichiarò che nessun soldato era rimasto ferito, poi cambiò idea: "Nel corso della vicenda due soldati sono stati leggermente feriti e curati sulla scena."
Il Venerdì ho raccontato i dettagli dell'incidente su Haaretz ("Casa attaccata, Famiglia distrutta"). Questo fine settimana il portavoce dell'IDF si è preso la briga di mandarmi un video come prova della resistenza violenta della famiglia: 50 secondi, attentamente curati e senza suono, in cui le donne di casa gridano disperatamente di fronte a innumerevoli soldati armati nella piccola casa, l'uomo ricercato, Abed, nascondendosi dietro di loro, terrorizzato, gemeva per il dolore.
Sulla clip il portavoce dell’ufficio delle IDF aveva cerchiato un piccolo coltello da frutta nella mano di una delle donne e una falce in miniatura tenuta da un altro, che venivano sventolati in aria. Non ho mai visto un video così ridicolo in mia vita. Ogni minimo dubbio che avrei ancora potuto nutrire su quello che era accaduto a Budrus quella notte fu spazzato via da quella clip, che mi rivelò in modo inequivocabile che si era trattato di una operazione criminale.
Cominciamo con il fatto che ha avuto luogo nella casa di una famiglia in lutto, un cui membro adolescente era stato ucciso dai soldati in circostanze che anche l'IDF ammette fossero "brutte". Ci si poteva aspettare un trattamento diverso di una famiglia così - una famiglia che ha, tra l'altro, molti amici israeliani.
Poi c'è il bersaglio: voleva lanciare sassi. E il mezzo: un raid notturno con un numero assurdo di soldati dotati di un numero non meno assurdo di armi. E il risultato: quattro donne ferite, a una delle quali sono stati necessari otto punti di sutura in testa, e un sospetto preso in custodia sanguinante e incosciente. Nessuno, ovviamente, si è preoccupato di dire alla famiglia, il giorno dopo, dove era stato portato e che cosa gli era successo.
Ciò che è accaduto in casa Awad è stato un fatto di routine. Non c'è un solo israeliano che possa immaginare come debba essere svegliarsi nel cuore della notte e vedere nella propria casa decine di soldati armati e violenti, cani e granate. Questo è avvenuto per ordine del Comando Centrale GOC, del generale maggiore Nitzan Alon, che i coloni hanno additato come "di sinistra" e "moderato", nell’ennesima disgustosa campagna per cambiare le istruzioni per “aprire il fuoco”, una campagna che non è altro che sete di sangue palestinese.
E tutto questo viene fatto dai nostri giovani migliori - non (questa volta) dalla polizia di frontiera o dalla Brigata Kfir, che sono noti per la loro brutalità, ma la ciliegina sulla torta della creme de la creme (Duvdevan in ebraico significa ciliegia) del controllo violento dei territori. E in un periodo relativamente tranquillo.
Gli israeliani vogliono condividere questo peso equamente - in modo che tocchi a tutti, non solo agli ebrei sionista laici e religiosi. Questa è la misura israeliana degli standard etici, per il volontariato, perché contribuisca allo Stato e ne porti il fardello. Ed è anche quello che l'IDF vuole che faccia l'obiettore di coscienza Natan Blanc. Ed è quello che fanno i soldati della Duvdevan, quasi ogni notte, mentre guardiamo il "Grande Fratello".
(tradotto da barbara gagliardi
per l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus)
VIDEO DELL'IDF: http://bcove.me/xc22pc6t
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