lunedì 12 maggio 2014
ISRAELE. Una legge per bloccare il rilascio di prigionieri
12 mag 2014
Israele, negoziato, Palestina, prigionieri politici
by Redazione
La bozza, passata ieri in commissione ministeriale, verrà votata dalla Knesset in estate. Se fosse approvata, potrebbe bloccare ogni futuro tentativo di negoziare con i palestinesi
(Fonte: Palaestina Felix)
della redazione
Roma, 12 maggio 2014, Nena News - Vittoria per la coalizione di centrodestra al governo in Israele: con 7 voti favorevoli e 3 contrari in commissione ministeriale è stato approvato ieri il disegno di legge che potrebbe in futuro bloccare il rilascio dei prigionieri politici palestinesi in fase di negoziato con Ramallah. Secondo la bozza, che verrà presentata alla Knesset per il voto finale all’inzio dell’estate, i giudici potranno condannare i detenuti a ergastoli esclusi da ogni possibile amnistia presidenziale, privando così il governo di uno strumento che in passato è servito per gli scambi di prigionieri e per gli accordi con la controparte palestinese. La legge non sarà retroattiva, e potrà essere applicata a tutte le nuove condanne.
“Lo stato di Israele – ha dichiarato Naftali Bennett, ministro dell’economia e leader del partito dei coloni “Casa Ebraica” – ha aperto una nuova pagina nella sua guerra al terrorismo e nel suo obbligo morale alle famiglie delle vittime. Gli assassini dovrebbero morire in prigione, non essere celebrati a casa”. Liberare prigionieri palestinesi è stata la strategia con cui Washington è riuscita a trascinare sul tavolo dei negoziati i palestinesi: tre tranches di detenuti politici sono stati scarcerati da Tel Aviv a partire dal luglio scorso, secondo un accordo siglato con Ramallah. Al rifiuto israeliano di liberare la quarta e ultima tranche, prevista per la fine di marzo, perché “la controparte è inaffidabile”, l’Anp ha risposto con l’annuncio di adesione ai trattati e agli organismi internazionali, scatenando le ire di Tel Aviv e portando il negoziato al collasso.
Ora Israele sembra voler mettere un punto definitivo sulle amnistie di prigionieri politici palestinesi che, tra le altre cose, hanno reso possibile la scarcerazione del soldato Gilad Shalit, per anni ostaggio di Hamas. Proprio per questo alcuni sono scettici al pensiero che la bozza riesca a passare il voto alla Knesset: “E se un soldato israeliano venisse rapito in futuro – si è chiesto Qaddura Fares, ex ministro palestinese e capo del Club dei Prigionieri Palestinesi – Il governo israeliano sceglierebbe davvero di non farlo liberare a causa di questa legge ridicola?”. Altri, invece, fanno notare come le tempistiche del voto sul disegno di legge non siano proprio un caso: “Questa è la reazione israeliana – ha detto Issa Qaraqe, ministro palestinese per gli Affari dei prigionieri – al fatto che la piaga dei detenuti palestinesi sia diventata un’enorme storia di dominio internazionale”.
Sono 140 i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane in sciopero della fame da 18 giorni. Protestano contro le pratiche di detenzione amministrativa a cui sono sottoposti, pratiche adottate da Tel Aviv fin dall’occupazione dell’intera Palestina nel 1967: incarcerati senza un capo d’accusa, né un processo, né una data-limite, sono centinaia su un totale di 5 mila detenuti. Un precedente sciopero della fame aveva portato a un accordo con le autorità israeliane sui limiti dell’uso della detenzione amministrativa: accordo che, come si nota bene, non è stato rispettato. Nena News.
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