mercoledì 18 agosto 2010

Lettera aperta

Una lettera aperta a tutti coloro che sostengono la famiglia di Shalit
Sabato 24 Luglio 2010 16:54 Yossi Schwartz
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Associazione di Amicizia Italo-Palestinese, 22 luglio 2010

Dissident voice
19.07.2010


Se il prezzo per il rilascio di mille prigionieri politici Palestinesi è un soldato Israeliano che ha partecipato all’assedio criminale di Gaza, che vada pure cosi.

Noam e Aviva Shalit

Voi capite che il governo Israeliano è responsabile del fatto che Shalit è ancora prigioniero perché il governo di Netanyahu rifiuta di liberare i prigionieri Palestinesi che chiede Hamas. Voi volete scambiare Shalit perché ai vostri occhi la vita di un Israeliano vale molto di più di quella di mille Palestinesi. Finché continuerete ad avere questa ottica razzista, rimarrete prigionieri dello stato d’Israele. Tutti gli 11.000 prigionieri politici Palestinesi dovrebbero essere liberati, perché appartengono a una nazione che lotta contro l’oppressione di cui fate parte.

Quello che non capite è che lo stato d’Israele è responsabile dell’assedio criminale di Gaza, in cui 1 milione e mezzo di persone vivono in una enorme prigione all’aria aperta, la maggior parte di loro rifugiati espulsi dallo stato d’ Israele nel 1947-48 e loro discendenti. Non avete chiesto che l’assedio finisse, o il ritorno degli sfollati Palestinesi, o la liberazione di tutti i prigionieri politici Palestinesi – perché credete ancora che il nemico sia la nazione Palestinese e in particolare coloro che hanno sfidato lottando contro la loro oppressione.

Voi credete che Hagana, Etzel e Palmach, organizzazioni che hanno usato il terrore contro i Palestinesi, siano stati combattenti per la libertà, ma che i Palestinesi che stanno lottando per la loro libertà siano terroristi.

Voi non capite che non è il popolo Palestinese che è il vostro nemico ma lo stato razzista imperialista, Israele. Uno stato che non solo sta opprimendo i Palestinesi ma è una trappola mortale per voi fino a che sosterrete e vi identificherete in questo stato.

Shalit vi pare un soldato innocente che ha fatto il suo dovere. Non vedete che questo cosiddetto dovere è stato un delitto. Comprendete il dolore che prova la famiglia Shalit. Non possono averlo con sè, parlargli, o essere sicuri che sta bene. Ma dobbiamo comprendere anche il dolore delle famiglie di 11.000 prigionieri politici Palestinesi trattenuti nelle galere Israeliane. Non possono vedere i loro figli, parlare con loro, o essere sicuri di non essere torturati.

Non sentiamo che anche voi incominciate ad immaginare il dolore delle famiglie Palestinesi. Da quattro anni siete preoccupati per Shalit, ma non lo siete mai stati per la sofferenza della popolazione di Gaza.
Il messaggio che sentiamo e vediamo da parte vostra è differente. Volete essere sicuri che se vostro figlio o fratello è mandato a commettere un crimine per serivire lo stato d’Israele, allora lo stato farà tutto il possibile per liberarlo – in modo che sia in grado di commettere un altro delitto. `Chiedo al Primo Ministro Netanyahu di ascoltare la nazione e fare di più di quello che ha fatto per liberare mio fratello,` ha detto Yoel Shalit ai suoi sostenitori al college di Herzliya.

Il presidente del Centro Interdisciplinare, Uriel Reichman, ha detto: ` Ci sono persone che hanno detto che questa ondata di protesta è un segno di debolezza. E’ vero il contrario. Ciò che sta succedendo qui è un’espressione della forza Israeliana e del principio che tutti gli Israeliani sono responsabili uno per l’altro.`

Volete un Israele imperialista forte, e pensate che il modo di garantire che Israele sia forte è che ogni soldato che opprime i Palestinesi e che viene catturato abbia una politica rassicurante garantita dallo stato.
Fino a quando continuerete a pensare e sentire questo, non solo gli operai e i contadini Palestinesi e Arabi del Libano e di Gaza, della Cisgiordania e negli altri stati della regione soffriranno grazie allo stato d’ Israele – ma non sarete mai sicuri e liberi, perché coloro che opprimete non potranno esserlo.

Israele non è diverso dal regime di apartheid che esisteva in Sud Africa. I Palestinesi sono i neri della Palestina e gli Israeliani gli Afrikaners della Palestina. Gli Ebrei hanno sofferto in Europa, ma i Palestinesi stanno soffrendo in questo paese che è stato loro rubato. Vivete sulle loro terre e nelle loro case o sulle macerie delle loro dimore. Fino a quando non vedrete questo sarete i prigionieri dello stato d’Israele e delle nazioni imperialiste che lo sostengono. Vi useranno come mercenari per combattere per i profitti e il controllo politico della regione da parte delle grandi multinazionali.

Non dovete farlo. Potete vivere in questo paese come persone libere e sicure. Ma questo succederà soltanto quando starete dalla parte dei Palestinesi oppressi e lotterete con loro per uno stato diverso – una nazione in cui non vi sia razzismo, senza un’oppressione nazionale e sfruttamento dei lavoratori. Che significa uno stato di lavoratori che faccia parte di una Federazione Socialista del Medioriente. I Palestinesi, sfollati compresi, sono ben più numerosi di voi, e uno stato di lavoratori sarà Palestinese. Sì, dovrete vivere come una minoranza in Palestina. Ma ci guadagnerete in sicurezza ed eguaglianza. Non avrete più paura per la vita dei vostri cari. Potrete vivere in solidarietà con i Palestinesi.

Sappiamo che la gran parte di voi dirà che questo non accadrà mai. Sbagliate – i giorni in cui Israele era uno stato molto potente sono passati. Israele e chi lo sostiene, gli USA, sono potenze in declino. Il futuro – se l’umanità sopravvviverà – appartiene ai lavoratori e agli oppressi. Il vostro futuro è soltanto con loro, non come padroni ma come fratelli e sorelle

Yossi Schwartz fa parte dei Lawyers for Palestinian Human Rights (Avvocati per i Diritti Umani dei Palestinesi, ndt, Canada) e del Bar of Ontario and Israel (Ordine dell’Ontario e di Israele) e abita attualmente in Israele.



Testo inglese in http://dissidentvoice.org/2010/07/an-open-letter-to-all-who-supports-shalit%E2%80%99s-family/ - tradotto da Leonhard Schaefer

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