55 residenti della comunità a sud di Nablus, rimangono in carcere nonostante non ci sia alcuna prova che colleghi l’assassinio dei coloni di Itamar ad Awarta. Israele vieta al PM Salam Fayyad di recarsi domenica nel villaggio, mentre la ONG Addameer chiede la presenza di osservatori internazionali.
Ramallah, 11 Aprile 2011- Nena News – Le truppe dell’esercito israeliano hanno lasciato nella mattinata di lunedì Awarta, comunità a pochi km a sud di Nablus, dopo l’ennesimo coprifuoco imposto dallo scorso venerdì notte. Decine di palestinesi sono stati arrestati, oltre 20 secondo le diverse fonti delle agenzie palestinesi, tra cui tre donne.
Nonostante il quotidiano israeliano Ha’aretz apra le notizie di oggi con le dichiarazioni dell’esercito israeliano secondo cui le indagini in merito all’uccisione della famiglia di coloni dell’insediamento illegale di Itamar, sarebbero ad una svolta, la realtà è che dall’11 marzo, sia le forze armate che lo Shin Bet hanno portato avanti operazioni militari, arresti, perquisizioni, esami del DNA sui residenti di Awarta, senza arrivare ad alcuna conclusione.
Tanto che l’ONG in difesa dei diritti umani Addameer, ha fatto appello domenica alla comunità internazionale per un intervento e per la presenza di osservatori internazionali, a seguito delle numerose violazioni a danno dei residenti. 55 dei quali rimangono in detenzione, senza alcuna accusa, inclusi due minorenni.“Questi arresti sono stati condotti nonostante non ci sia alcuna prova che indichi che gli assassini siano in qualche modo correlati al villaggio di Awarta, si tratta quindi di una campagna di punizione collettiva nei confronti del villaggio”, recita il comunicato di Addameer. “Nessun mandato di arresto è stato mai presentato agli abitanti, durante tutte le operazioni militari; nel corso delle perquisizioni casa per casa, sono stati utilizzati cani, spesso i soldati erano mascherati”. Inoltre i detenuti, dopo essere stati ripetutamente interrogati (nella vicina base militare israeliana di Huwwara) , hanno raccontato di essere stati costretti a firmare dichiarazioni di due pagine, redatte in lingua ebraica, e minacciati di prolungare la loro detenzione in caso di una mancata firma.
La scorsa settimana sono state arrestate anche 200 donne del villaggio. Un’azione che ha sollevato ulteriori accuse sulla modalità dell’operazione da parte di Addameer, dato che “nessun soldato donna era presente”.
Sempre ieri, Israele ha negato l’autorizzazione al Primo Ministro palestinese di Salam Fayyad che voleva recarsi ad Awarta, per esprimere solidarietà ai residenti. Nena News
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