martedì 26 febbraio 2013
Nono giorno di sciopero della fame in solidarietà con Samer Issawi e i prigionieri nelle carceri israeliane.
Martedì 26 febbraio
Nono giorno di sciopero della fame in solidarietà con Samer Issawi e i prigionieri nelle carceri israeliane.
Ieri sera ho ricevuto la visita del mio amico medico Gianni, insieme abbiamo partecipato nel 2005 alla “Carovana dei Diritti” da Strasburgo verso Gerusalemme per chiedere in particolare l'applicazione delle risoluzioni Onu sulla Palestina. La Carovana fu bloccata da Israele sul ponte di Allenby e neanche in questa occasione le bandiere della pace, consegnate da decine di associazioni dei paesi attraversati dal convoglio, raggiunsero Gerusalemme. Gianni mi ha trovato in buona salute.
Ieri sera nella Casa Umanista c’è stato un breve incontro con altre associazioni torinesi ed insieme abbiamo concordato un momento informativo per Mercoledi 27 in piazza Castello angolo via Garibaldi, l’appuntamento è alle ore 17, chi vuole potrà poi partecipare al momento di preghiera contro tutte le guerre, organizzato dal Centro Sereno Regis nelle stesso luogo fino alle 19.
In questi giorni sono arrivate molte mail , la maggior parte di solidarietà all’iniziativa di sostegno ai prigionieri palestinesi altre di critica all’iniziativa partita dalla Calabria:
Qualcuno suggerisce di fare scioperi della fame per i problemi italiani e occupandosi di politica estera non ritiene opportuno pubblicizzare l’iniziativa anche se scrive su un giornale nazionale. Qualcuno ha anche ritenuto inopportuna e poco rispettosa la lettera scritta a Samer Issawi.
Io resto convinto che lo sciopero della fame di Samer Issawi, insieme ad altri eventi accaduti negli ultimi giorni, è stato causa scatenante delle rivolte in atto, è riuscito anche a creare uno sciopero più ampio, si parla di oltre 4000 detenuti che hanno aderito alla stessa forma di lotta. A questo punto è necessario il martirio? Io penso di NO.
Lunedì 25 febbraio
Ottavo giorno di sciopero della fame in solidarietà con Samer Issawi e i prigionieri nelle carceri israeliane.
Ho dormito al caldo della "Casa Umanista" in via Martini 4/b Torino.
Questa mattina c'è molto silenzio, il pc è sempre acceso e scorro le pagine della posta elettronica e Ringrazio Giorgio della Casa Umanista per i comunicati alla stampa, Antonino ed Enrico ISM-Italia per le informazioni postate alle varie organizzazioni.
Poi scorro la bacheca di FaceBook e penso a Vittorio! Penso a quanti ne parlano e a quanto lo usano per aumentare la propria notorietà, ma quanti lo imitano?
Il Centro Invictapalestina nasce in Calabria con un bellissimo intervento di Wasim Dahmash e Marco Ramazzotti, non sono tardati ad arrivare gli auguri di Vittorio, in quell'epoca era a GAZA e ci siamo meravigliati di vederci raccontati nel suo BLOG da lui, così lontano ma cosi vicino e attento.
Oggi apro le pagine di FaceBook e ritrovo Daria & Maksim: Messaggi scritti col cuore e foto spiritose, poi scorro col mouse sulle tristezze della quotidianità... chi "scende il cane", chi augura buon giorno al mondo, chi prende l'ombrello intonato alle calze per andare a votare, chi ci descrive come ammazza il tempo tra un divano e una poltrona, e poi notizie più importanti che scorrono veloci e non riesci ad acchiappare in tempo per leggerle. Josè Saramago molti anni fa ci aveva avvertiti che saremmo diventati la società del mouse, molti click ma poche azioni, utenti anziché cittadini.
Il 25 febbraio 1994 il colono ebreo fondamentalista Baruch Goldstein, membro del partito estremista Kach, entrò nella sala di preghiera riservata ai fedeli musulmani, indossando la sua divisa da soldato. Aprì il fuoco sui fedeli col fucile d’assalto Galil, uccidendo trenta persone e ferendone 125. I superstiti lo picchiarono a morte. Non venne scelto un giorno a caso per il massacro. Il 25 febbraio era infatti il giorno in cui nel 1994 cadeva la festa del Purim (che commemora la liberazione del popolo ebraico nell’antico Impero Persiano, come riportato nel libro di Ester).
Oggi Samer Issawi è in fin di vita isolato in una cella della prigione di Ramle, il fratello Fadi morì in quel massacro.
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