giovedì 28 febbraio 2013
Stéphan Hessel, un grande amico della giustizia e del popolo palestinese ci ha lasciati.
Stéphan Hessel, un grande amico della giustizia e del popolo palestinese ci ha lasciati.
Dieci anni fa quest’uomo, realmente straordinario, credeva che la sua vita si sarebbe conclusa col secolo che l’aveva visto sopravvivere al nazismo e ai campi di concentramento. Per fortuna non fu così e a novantatre anni c’ha regalato ancora 30 straordinarie pagine e l’incitazione che ha mosso le piazze di mezzo mondo: “Indignez vous!”.
Come ogni figura veramente grande, Hessel ci lascia la sua eredità di parole, di impegno, di lotte e di esempi. Il libricino che ha segnato i movimenti di piazza di questi ultimi anni è stato la sintesi del suo quasi centenario impegno e la denuncia contro “un’epoca in cui trionfano l’economia capitalista neoliberale, il disprezzo delle popolazioni più deboli e l’impoverimento delle risorse del pianeta” e in cui “i valori della Resistenza rischiano di essere dimenticati o trascurati”.
Hessel non ha soltanto partecipato significativamente alla elaborazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ma per tutta la sua vita si è battuto per l’applicazione del diritto internazionale denunciandone le violazioni e concentrandosi, in particolare negli ultimi quarantacinque anni, sui crimini israeliani verso la popolazione palestinese, fino a creare – dopo l’ultima enorme e incredibilmente impunita strage denominata “piombo fuso” – il Tribunale Russel per la Palestina, così come il filosofo Bertrand Russel aveva fatto negli anni “70 per il Vietnam. Da ieri siamo tutte e tutti orfani del suo fondatore, ma anche tutte e tutti tenuti a raccoglierne il testimone.
Non dimentichiamo la grande onestà umana e politica che quest’Uomo, ebreo sopravvissuto all’olocausto, ha mostrato anche nel riconoscere il suo primo entusiasmo per la creazione dello Stato di Israele: fino al “67 il fascino per i kibbutz e i moshav, copriva la consapevolezza “che questo Stato non potesse esistere che cacciando un numero considerevole di palestinesi dalle loro terre”. Quella consapevolezza che, una volta conquistata, lo ha portato a definire la situazione palestinese come il “suo principale” motivo d’indignazione per i crimini quotidiani commessi da Israele, e a denunciare “… un’impunità scandalosa … (che) ridicolizza il diritto internazionale … (e che) UE e Usa considerano Israele come loro alleato e lo difendono anche quando fa delle cose riprovevoli”.
Salutiamo Stéphan Hessel ricordando a noi stessi e, vorremmo dire, al mondo, le sue parole di sopravvissuto a “quell’insidioso e progressivo avvilimento dell’uomo” che prova vergogna per “aver permesso che l’orrore ricominciasse, qua e là, in questo mondo che pensavamo non avrebbe mai più visto niente del genere”.
Seguiteremo a lottare per la giustizia, amico e compagno Stéphane, e quando la Palestina avrà il suo vero Stato, seguiteremo ancora a farlo.
Patrizia Cecconi
Presidente dell’Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, onlus
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