Nuova strada per i coloni a Hebron: un maggiore Apartheid nella città.
di Ahmad Jaradat
Gli abitanti palestinesi e le organizzazioni locali nella città di Hebron posta nella parte meridionale della West Bank sono rimasti sbalorditi nell’udire il Ministro dei Trasporti, Israel Katz (Likud) ordinare la costruzione di una nuova strada per i coloni. Secondo l’ordine, questa strada collegherà il centro di Hebron con la prima colonia costruita dopo l’occupazione della West Bank, avvenuta nel 1967, Kiryat Arba.
La strada è progettata per un percorso di 1.300 metri e attraverserà la zona affollata di Haret Jabber (piazza Jabber). Verranno distrutte dozzine di abitazioni storiche, verrà confiscata la terra nell’area, e sarà costruito per la separazione un nuovo sistema di demarcazione. La strada sarà riservata all’uso dei soli coloni. Ai locali residenti palestinesi verrà offerta la possibilità di “scelta: tra l’andarsene e il vivere in questa nuova miserabile situazione”. Naturalmente, la maggior parte degli abitanti palestinesi dell’area ha deciso di rimanere nelle proprie case e sulla propria terra. Non lasceranno i loro luoghi, nonostante siano a conoscenza delle conseguenze connesse al restare nelle loro case: un’ ulteriore divisione della città, maggiori limitazioni e violazioni quotidiane dei diritti umani, maggiori difficoltà nel recarsi in altre parti della città, limitazioni nel processo educativo per novemila studenti che studiano nelle diverse scuole locali e un’ac cresciuta presenza di coloni.
In un’intervita con Alternative Information Center (AIC), Abed El-Hadi Hantash, un esperto del territorio e delle mappe per i Comitati di Difesa della Terra nella West Bank, ha affermato “Gli israeliani, grazie a questa nuova strada, si prefiggono di ottenere due obiettivi. Il primo consiste nel realizzare un’unità geografica tra le piccole colonie nel centro della città e la vicina grande colonia di Kiryat Arba, trasformando alla fine il tutto in un unico blocco di colonie di grandi dimensioni. Questo risulta evidente sopratutto se osserviamo le vie e le strade che sono state realizzate o che sono in costruzione nella città da parte dell’esercito israeliano e dei coloni. Il secondo obiettivo è quello di danneggiare e distruggere gli edifici storici che appartengono ai palestinesi e che danno prova del loro patrimonio in città. La nuova strada reciderà edifici molto antichi, la maggio parte dei quali risalgono a novecento anni fa, al periodo dei Mamelucchi. Se si analizzano le politiche israeliane nella Città Vecchia di Hebron si vede che la politica consiste nel cambiare completamente la natura della città in quanto città palestinese.”
Il sindaco di Hebron, Khaled Osaili, ha riferito ai mezzi di informazione, immediatamente dopo il rilascio dell’ordinanza, che la sua municipalità e i residenti si sarebbero opposti insieme all’applicazione di questa pericolosa ordinanza.
Tale ordine, aggiungendosi alle già difficili condizioni di vita a Hebron, avrebbe aperto sostanzialmente la via all’onda montante delle violazioni dei diritti umani nei confronti dei residenti di Hebron e a un ulteriore incremento della loro attuale sofferenza.
La città di Hebron, con le sue strade che una volta erano affollate e brulicavano di vita economica, è cambiata drasticamente nel corso dell’ultimo decennio. La maggior parte dei negozi, dei laboratori, degli uffici, degli ambulatori, ecc, vennero chiusi dieci anni fa da un ordine militare israeliano. Ora la città ha invece decine di postazioni militari sui tetti, oltre a recinzioni, blocchi stradali, porte di ferro ed elettroniche, il tutto nel centro di Hebron.
Andando a giro per il centro della città, una volta un luogo pieno di vita, ora uno si sente come fosse in un deserto. Il numero degli abitanti è significativamente inferiore, in maggior parte sono vecchi, pochi negozi sono aperti in quanto l’80% di loro sono stati chiusi. Numerosi internazionali arrivano nella Città Vecchia di Hebron come turisti o per esprimere la loro solidarietà con i palestinesi, mentre alcune organizzazioni internazionali e movimenti hanno iniziato a operare nella città per offrire una sorta di protezione ai residenti dai coloni e dall’esercito. Gli abitanti del posto trasportano le loro merci sul dorso di cavalli e muli in quanto non possono utilizzare auto a seguito della chiusura delle strade.
Soldati e coloni sono ovunque nella città. Spesso si vedono coloni attaccare case, negozi e residenti. Israele ha diviso la Città Vecchia di Hebron in due parti, nord e sud, tramite l’utilizzo di recinzioni blocchi e porte. Avamposti sono situati lungo una linea che va da ovest a est, tanto da creare una separazione geografica tra il nord e il sud della città. Non c’è alcun collegamento tra le due parti della città. Molte famiglie sono state separate a causa della divisione anche se in molti casi la distanza tra i residenti è di soli pochi metri, ora se vogliono farsi visita l’un l’altro devono recarsi nella parte sud-occidentale della città, percorrendo una distanza di circa 10 Km.
Dopo il tramonto è difficile che palestinesi se ne vadano a giro per la città. Preferiscono rimanersene in casa per evitare aggressioni da parte dell’esercito e dei coloni, che si verificano solitamente in quel momento. I 400 coloni, sotto la costante protezione di 2.000 soldati, regolano di fatto la vita di una città in cui vivono circa 45.000 palestinesi.
A differenza di altre città e luoghi del mondo, a Hebron ci sono strade riservate all’uso da parte di un sol tipo di esseri umani. Ci sono strade solo per coloni mentre ai palestinesi che hanno costruito queste strade, nel corso della storia della città, viene negato il loro utilizzo. Questo è un vero Apartheid.
(tradotto da mariano mingarelli)
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