lunedì 18 ottobre 2010

Stato fascista

Modifica della Legge sulla Cittadinanza di Israele: Lezione di educazione civica
di Michael Warschawski

"Sento da qualche tempo odore di fascismo ai margini della società israeliana, ma noi non ce ne accorgiamo. Siamo su un pendio scivoloso e sempre più pericoloso. Lieberman e il suo partito fanno proposte di legge e altre piccole mosse. Quando si mettono insieme tutte queste mosse, si ricava un quadro sempre più preoccupante per chi teme per il carattere democratico dello Stato. "


Così il ministro Yitzhak Herzog ha reagito alla proposta di legge del governo che obbligherebbe i cittadini naturalizzati a dichiarare fedeltà a Israele come stato ebraico. - Il fatto che chi diventa cittadino deve rispettare le leggi dello stato ok, ma la fedeltà? Fedeltà a uno stato è un concetto chiaramente fascista. In democrazia, al contrario, lo stato con le sue istituzioni e i suoi leader deve essere al servizio del cittadino ed essere fedele alla Costituzione e al benessere dei cittadini. Ivet Lieberman ha imparato il concetto di democrazia nelle scuole sovietiche, e lo ha arricchito e ampliato nello spirito del fascismo che ha respirato tra le file del Likud alla Hebrew University. Il fascismo non è una maledizione, ma una dottrina organizzata che annulla il concetto di cittadino, un concetto che mente al cuore stesso della democrazia. Nel fascismo lo Stato è il valore più alto, e i soggetti devono essergli leali e servirlo senza riserva.

Questa è precisamente la percezione del fascista Lieberman. In questo senso, la modifica della legge sulla cittadinanza fatta da Lieberman e dal Ministro della giustizia Yaakov Neeman non è un problema solo per i cittadini non ebrei di Israele, ma di ogni cittadino che desidera mantenere il suo status di cittadino. L'oppressione strutturale della minoranza palestinese non è opera di Lieberman e dell'estrema destra, ma del movimento dei lavoratori, "sano e di sinistra", insieme ai suoi alleati di destra e di sinistra negli anni sessanta. L'innovazione apportata dal ministro degli Esteri di Israele è nel cambiamento di carattere del regime: da uno stato di apartheid ad uno stato fascista. Mentre in uno stato di apartheid la comunità dominante gode dello status di sovrano, in uno stato fascista nessun gruppo di cittadini ha tale qualifica, non ci sono cittadini, ma solo soggetti tenuti a servire lo stato.

In questo senso la proposta di modifica alla legge sulla cittadinanza di Neeman Lieberman va di pari passo con le precedenti proposte legislative di Yisrael Beitenu, che agitano lo spettro di annullare la cittadinanza, anche a chi è nato cittadino. Due tipi di regimi hanno annullato la cittadinanza: il regime fascista e il regime stalinista ed entrambi, giustamente, così hanno rinunciato ai principi della democrazia. Non c'è democrazia senza cittadinanza e non c'è cittadinanza senza democrazia.

La cittadinanza non è un diritto che può essere dato e tolto, ma è parte integrante di una persona nata cittadina di una democrazia; l'unico modo per togliere la cittadinanza ad una persona è porre fine alla sua vita con la pena di morte. In questo senso, il problema posto dalla proposta di Lieberman e Neeman non è quello della fedeltà, ma nel loro concetto di cittadinanza come privilegio.

Uno dei miei commentatori preferiti, Gideon Levy, ha scritto che l'approvazione della modifica alla legge sulla cittadinanza trasforma Israele da una democrazia a una teocrazia. Mi trovo in disaccordo con Levy questa volta: questa trasforma lo stato d'Israele da un'etnocrazia a un regime fascista con caratteristiche chiare, anche se i diritti individuali e le elezioni esistono proprio come nelle democrazie liberali. La Germania nazista era nazionalsocialista. Lo stato di Israele, nel 2010, è un regime liberale, fascista.

(tradotto da barbara gagliardi)

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