giovedì 7 ottobre 2010

LETTERA APERTA ALLA STAMPA ITALIANA degli Amici della Mezzaluna rossa palestinese

LETTERA APERTA ALLA STAMPA ITALIANA
Con sgomento apprendiamo che domani, 7 ottobre, scenderanno in piazza sotto l’insegna “Verità per Israele” persone che per cultura e impegno democratico avremmo preferito veder scendere in piazza dietro l’insegna “Verità SU Israele”.
Non ci riferiamo agli organizzatori, quelli di democrazia e di diritti umani sappiamo che hanno un concetto ristretto a pochi intimi, né ci riferiamo ai Ferrara, ai Fassino, ai Pezzana, ai Buffa, ai Loquenzi o ai Venetti, per carità! Ma ci riferiamo alla scienziata Rita Levi Montalcini, il cui nome non può essere sufficiente a farle scegliere la difesa di uno stato che viola i diritti umani e le risoluzioni ONU da 62 anni. Ci riferiamo allo scrittore Saviano, che ha troppo ben studiato i meccanismi della camorra, i suoi crimini e le sue infiltrazioni nelle istituzioni pubbliche per non essere in grado di capire quali azioni nefande, illegali e disumane commette da 62 anni lo stato di Israele e quali sono i suoi “padrini”. Ci riferiamo a coloro che hanno sbandierato la difesa della vita e della giustizia studiando, fotografando, cantando o scrivendo, e che non possono ignorare la realtà, per quanto mistificata possa essere.
A loro ci rivolgiamo, a loro che, accogliendo l’invito di una colona israeliana, insediata illegalmente nella colonia di Gilo, e legalmente rappresentante del Parlamento italiano, usa la sua carica istituzionale tanto a fianco del governo Berlusconi che a fianco del governo di Israele.
A tutti coloro che riteniamo realmente amici della verità e, in primis, dei diritti umani ad essa comunque collegati, chiediamo: perché, invece di diffonderla quella verità, e contribuire a fermare la catena d’odio generata da violenze e ingiustizia, avete scelto di schierarvi dalla parte dello stato occupante? Perché condividete con Nirenstein la convinzione che lo stato di Israele sia “proprietario” di ogni regione che occupa illegalmente senza riconoscere i confini della Risoluzione Onu che l’ha fatto nascere? Perchè non considerate che le 73 Risoluzioni Onu sono state regolarmente ignorate da quello Stato, senza che alcun organismo internazionale alzasse un dito per fermare i crimini contro l’umanità di cui esso si macchia dalla sua nascita? Nirenstein parla di diritto a costruire insediamenti israeliani su quei territori che dovrebbero rappresentare lo stato di Palestina, ed è tanto convinta di questo diritto che lei stessa è un’occupante.
Ma voi che andrete a manifestare per la “verità”, siete mai stati a vedere cosa significa l’occupazione israeliana? Già illegale in quanto occupazione è comunque particolarmente odiosa per le violenze e l’umiliazione continua che impone agli occupati. Avete mai visto i villaggi assetati e assediati dai coloni come la vostra Nirenstein?
E come giustifica una scienziata che ha passato la sua vita per migliorare la vita umana, come giustifica l’uso del fosforo bianco e delle altre armi proibite su esseri umani di ogni età? E a un fotografo come Toscani chiediamo: ma cosa cerca con l’adesione a una tanto macabra manifestazione? Cerca qualche foto ancor più straziante di quelle che le azioni della democrazia israeliana ci hanno abituato a vedere? E al professor Veronesi chiediamo: lo sa lei che Israele impedisce alla parlamentare palestinese Khalida Jarrar di curare un tumore al cervello? Lo sa lei, che per professione cura chi soffre, quanta gente Israele fa morire per impedimento alle cure? E allo scrittore Saviano chiediamo: lei che parla, e molto bene, di legalità, lo sa lei che le pratiche di quotidiana legalità israeliana nei confronti dei palestinesi fanno impallidire perfino la camorra?
Sappiamo di parlare di FATTI e non per presa di posizione ideologica. Noi siamo un’associazione che ha nome “Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese” e chiediamo: hanno presente Saviano, Montalcini e ancor più Veronesi cosa significa avere 26 medici uccisi mentre nelle ambulanze della Mezzaluna cercavano di salvare vite umane dalla furia di missili su cui il democratico stato di Israele faceva scrivere ai proprio bambini frasi d’odio verso altri bambini?
Come Amici dela MR Palestinese non possiamo dirci amici di chi alla giustizia sostituisce la prepotenza e l’illegalità, ma siamo amici della verità e della pace giusta, non quella che vorrebbe la Nirenstein prendendo spunto dalle parole di Tacito, ma quella che ci ispirano le parole di Primo Levi, quelle parole pesanti che interrogano tutti noi, sia quando diciamo MAI PIU’, sia quando ci chiediamo, rispetto al passato ma anche al presente: come potevate non sapere quello che stava avvenendo? E parole ancor più pesanti Primo Levi ha lanciato addosso a Israele e noi vogliamo ricordarle a chi ignorando, strumentalmente o meno, la verità, si dichiara amico di QUESTO Israele: "Ognuno è ebreo di qualcuno. Oggi i palestinesi sono gli ebrei di Israele". Ed era quarant’anni fa che Primo Levi scriveva queste parole, gli ex terroristi dell’Hagana e della banda Stern erano riconosciuti come fondatori dello Stato e investiti di cariche rispettabili, e quando umiliazioni e massacri che sembravano enormi altro non erano che avvisaglie di quel che sarebbe successo poi.
Noi, Amici della MR Palestinese, per statuto e per convinzione siamo un’associazione umanitaria, ma lo siamo nel senso più integro e pieno della parola: umanitario è per noi battersi per la giustizia con metodi non violenti, e quando vediamo le ambulanze schiacciate dai carriarmati, capiamo che solo denunciando i criminali, comunque si chiamino e qualunque sia il loro passato, possiamo portare il nostro contributo per una soluzione di pace basata sulla giustizia.
Per questo non ci diremo mai amici di QUESTO Israele, ma vorremmo dirci amici di uno stato di Israele fondato sulla reale democrazia e rispettoso della giustizia e della legalità internazionale.

Siamo d’accordo con Riccardo Pacifici quando, nei confronti del criminale nazista Priebke che circola scandalosamente per le vie di Roma, afferma che “i crimini contro l’umanità non cadono mai in prescrizione”. Siamo d’accordo, ma non ci rivolgiamo a lui perché ne conosciamo l’attitudine a quella modalità di pensiero basata su “due pesi e due misure”, ma ci rivolgiamo a tutti coloro che realmente perseguono un ideale di giustizia e a loro diciamo ancora: cercate la verità SU Israele e probabilmente la troverete ancora nelle parole dello stesso Pacifici, meno nobili forse di quelle appena citate, ma sicuramente veritiere: difendere Israele significa difendere “I nostri valori occidentali”, vale a dire le risorse petrolifere, e non solo, del Medio Oriente. E’ questa la verità che cercate? E vi basta a coprire i crimini contro l’umanità di cui Israele si è macchiato ripetutamente?
A coloro che, come noi, si battono contro la pena di morte e per la libertà di espressione chiediamo: come fate a ritenere giusto che l’esercito israeliano uccida chi sventola una bandiera contro il muro infame del furto di terra e dell’apartheid? Come fate a tacere davanti agli omicidi senza processo che Israele decreta coi suoi missili assassini “mirati” a eliminare i suoi nemici, non importa se veri o presunti?
A voi che appoggiate la Nirenstein quando chiede che si tolgano targhe stradali intestate ai martiri palestinesi, non chiediamo di valutare con lo stesso metro le targhe ai tanti ex terroristi israeliani perché sappiamo che la storia è fatta anche di riabilitazioni, ma chiediamo: come potete accettare che i coloni abbiamo eretto un monumento a Goldenstein, il colono che uccise a mitragliate “qualche decina” di musulmani chini a pregare nella loro moschea? E quanti di voi sanno che ancora in questi giorni un’altra moschea è stata incendiata da coloni israeliani nei pressi di Betlemme? Un suggerimento: provate a chiamare sinagoga la moschea e poi guardatevi allo specchio.
Tanto ci sarebbe ancora da dire a chi in buona fede andrà cantando lodi al non democratico stato di Israele, ma lo spazio a disposizione non ce lo consente e quindi diciamo solo che noi proseguiremo la nostra lotta per far sì che quelle che finora sono state niente più che timide condanne morali si trasformino in sanzioni capaci di fermare le pratiche assassine che, sotto i vostri occhi chiusi e forse con la vostra complicità, Israele commette quotidianamente.
Ma vogliamo concludere questa lunga lettera con le parole di Hanus Hachenburg,
un bambino del terribile lager di Terezin, e con quelle del poeta Mahmud Darwish, che sembrano specchiarsi a distanza di oltre cinquant’anni:

Una macchia di sporco dentro sudicie mura
e tutt’attorno il filo spinato
30.000 ci dormono... (Hachenburg)

Se avessi contemplato il volto della vittima
e riflettuto, ti saresti ricordato di tua madre nella camera
a gas, avresti buttato via le ragioni del fucile
e avresti cambiato idea: non è così che si ritrova un’identità (Darwish).
E concludiamo con la speranza che quando il popolo palestinese, finalmente, avrà ottenuto quanto impone la giustizia e avrà raggiunto la pace, non si dimenticherà di ciò che è stato. MAI PIU’, per nessuno.
Associzione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese







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dr.ssa Patrizia Cecconi
Presidente Ass. Amici MRP
p.cecconi@inwind.it
06.5880187 – 347.6090366

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