http://www.commondreams.org/view/2010/04/24-2
La Giornata della Terra in Israele: L'Apartheid pitturato di verde
di Stephanie Westbrook
Il 22 aprile, nell'ambito delle celebrazioni globali per la Giornata della Terra, case, uffici ed
edifici pubblici in 14 città israeliane hanno spento le luci per un'ora con lo scopo di
"aumentare la consapevolezza della necessità vitale di ridurre i consumi di energia". Le
celebrazioni per la Giornata della Terra comprendevano proiezioni di scene di prati verdi,
generatori eolici e arcobaleni sulle mura della Città Vecchia di Gerusalemme, la premiazione
Green Globe per "eccezionali contributi per la difesa dell'ambiente" e un concerto in Piazza
Rabin a Tel Aviv alimentato da generatori ad olio vegetale, nonché dall'elettricità prodotta,
pedalando, da 48 ciclisti.
L'ironia di tutto ciò non è passata inosservata al milione e mezzo di abitanti di Gaza che
convivono da quasi tre anni con blackout giornalieri della durata di ore a causa dell'assedio
israeliano. Il Coordinatore delle attività del governo israeliano nei Territori (COGAT) riferisce
che ha permesso l'ingresso di oltre 100 milioni di litri di carburante a Gaza nel 2009, però,
come fa notare Gisha, ammonta a solo il 57% del fabbisogno. Con l'avvicinarsi dell'estate e
la domanda di picco, c'è una disperata necessità di pezzi di ricambio e di attrezzi per la
riparazione delle turbine. Attualmente ci sono più di 50 camion carichi di materiale elettrico
in attesa di essere autorizzati ad entrare a Gaza delle autorità israeliane.
Le costanti interruzioni delle furniture elettriche hanno portato molte famiglie a Gaza a
contare su generatori di scarsa qualità alimentati con combustibili di scarsa qualità,
entrambi importati attraverso i tunnel dall'Egitto, provocando un forte aumento di incidenti
con feriti e morti. Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite OCHA, nei primi tre mesi del 2010,
17 persone sono morte in incidenti legati ai generatori, tra incendi e asfissie da monossido
di carbonio.
Il sindaco della cittadina israeliana di Ra'anana, di cui il 48% del suo territorio è riservato a
parchi pubblici, si è impegnato a piantare migliaia di alberi come parte del suo piano per una
città sostenibile. Anche i contadini palestinesi del villaggio Qaryut vicino a Nablus hanno
piantato alberi per ricordare la Giornata della Terra, solo per poi scoprire che i 250 alberelli di
ulivo erano stati sradicati dai coloni israeliani dell'insediamento Givat Hayovel. Altri 300
erano stati sradicati nella notte del 13 Aprile fuori dal villaggio palestinese di Mihmas dai
coloni provenienti dal vicino avamposto Migron. Il Centro palestinese per la ricerca sulle terre
stima che oltre 12.000 ulivi sono stati sradicati nella Cisgiordania nel 2009, di cui il 60% da
parte delle autorità israeliane per liberare il terreno per gli insediamenti e la costruzione del
muro, e il restante 40% da parte dei coloni.
A Gaza, la Giornata della Terra ha visto bulldozer blindati scortati da carri armati israeliani
distruggere campi di grano invernale, segale e lenticchie nella località di Al Faraheen vicino
a Khan Younis nella terra di nessuno imposta da Israele. I soldati israeliani hanno così tolto
il sostentamento a una famiglia palestinese perché, come ha spiegato Max Ajl , che ha
filmato l'intero vergognoso episodio, "Semplicemente possono".
(http://www.maxajl.com/?p=3482).
Ma il terreno di Gaza era già tutto compromesso. La Mine Action Service delle Nazioni Unite
ha scoperto e rimosso 345 ordigni inesplosi, tra cui 60 bombe al fosforo bianco, residuati
bellici dell'assalto israeliano. Circa la metà sono stati trovati sotto le macerie dei palazzi
distrutti.
Mentre il Ministero della Protezione Ambientale israeliano stava lanciando il programma
"Coste Pulite 2010" per la Giornata della Terra, circa 60 milioni di litri di liquami non trattati o
parzialmente trattati venivano versati nel Mar Mediterraneo dal depuratore di Gaza,
sovracarico, con le casse vuote e senza manutenzione. A causa dei danni da attacchi aerei
israeliani e dalla mancanza di energia elettrica e di pezzi di ricambio dovuta all'assedio, il
depuratore non riesce a far fronte alla domanda dei 1.5 milioni di abitanti di Gaza; i liquami
non trattati finiscono così nel mare ogni giorno con gravi pericoli per la salute.
Oltre ai Green Globe, il Ministero della Protezione Ambientale ha tenuto a marzo una sua
propria annuale premiazione in cui assegna dei riconoscimenti a unità militari, singoli soldati
e comandanti dell'esercito israeliano i quali hanno "dimostrato eccellenza nella tutela di
ambiente, risorse naturali e paesaggio". Il tema di quest'anno è stato l'acqua e comprendeva
progetti per la "protezione delle fonti d'acqua" e il "risparmio idrico".
Per i palestinesi residenti in Cisgiordania, la "protezione delle fonti d'acqua" è stata
documentata nella relazione di Amnesty International Troubled Water: "La distruzione da
parte dell'esercito israeliano degli impianti idrici palestinesi - sistemi per la raccolta
dell'acqua piovana, cisterne di accumulo, vasche agricole e fonti - effetuata perché costruiti
senza i permessi dell'esercito è spesso accompagnata da altre misure che mirano a limitare
o eliminare la presenza dei palestinesi da specifiche aree della Cisgiordania".
Il rapporto di Amnesty International rileva inoltre che per decenni, i coloni israeliani hanno
invece "avuto un accesso virtualmente illimitato all'approvvigionamento idrico per sviluppare
e irrigare le aziende agricole di grandi dimensioni che contribuiscono a sostenere l'economia
degli insediamenti israeliani illegali". In nessun altro luogo è più evidente che nella Valle del
Giordano. Occupata per il 95% da insediamenti, piantagioni e basi militari israeliane è dove
"l'estrazione di acqua da parte di Israele all'interno della Cisgiordania è la più elevata".
Una delle aziende che contribuiscono a sostenere l'economia illegale degli insediamenti è la
Carmel Agrexco, il più grande esportatore di prodotti agricoli freschi di Israele. I suoi stessi
rappresentanti hanno ammesso che la società, per metà proprietà dello Stato di Israele,
esporta il 70% dei prodotti coltivati negli insediamenti israeliani in Cisgiordania. L'Europa è
di gran lunga il suo mercato più grande, anche se i suoi prodotti arrivano fino nel Nord
America e nell'Estremo Oriente. Agrexco si spaccia per una società ecologica, con
un'attenzione all'uso di materiali ecologici e prodotti ortofrutticoli biologici, anche se il
trasporto dei peperoni biologici da Israele agli Stati Uniti non è proprio ecologico. L'Agrexco
vanta anche delle "navi verdi" che utilizza per trasportare i prodotti freschi in Europa i cui
nomi, Bio-Top e EcoFresh, prentenderebbero di rifarsi all'ecologia.
Ma non c'è nulla di ecologico nell'occupazione e nella colonizzazione, niente di verde nella
violazione dei diritti umani e della dignità. Ed è proprio per questo che una coalizione
internazionale a sostegno dell'appello palestinese per il boicottaggio dei prodotti israeliani si
è posto l'obiettivo di far sparire i prodotti della Carmel Agrexco da supermercati - e porti - in
tutta Europa.
La Giornata della Terra ha le sue origini in delle mobilitazioni dal basso, proteste pubbliche
per promuovere il cambiamento e la consapevolezza politica. Nelle celebrazioni della
Giornata della Terra in Israele, la pittura verde non riesce a nascondere l'apartheid.
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1 commento:
La "giornata della terra" allude naturalmente alla terra fra il Giordano e il mare, che dev´essere palestinese e non israeliana
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