* di michele giorgio
GAZA, MORTI ASFISSIATI 4 PALESTINESI
Gas nei tunnel, Hamas accusa il Cairo
Quattro giovani palestinesi sono morti mercoledì avvelenati come topi negli oscuri e angusti budelli sotterranei tra Gaza e l'Egitto attraverso i quali passa un po' di tutto. Erano semplici manovali che si guadagnavano il pane sotto terra, portando dentro la Striscia quanto serve alla popolazione per sopportare il durissimo assedio israeliano che dura da tre anni. Altri dieci palestinesi, impegnati in quel momento nei tunnel, sono riusciti miracolosamente a salvarsi, ha riferito ieri il dottor Muawiya Hassanin, responsabile dei servizi di emergenza sanitaria.
Il movimento islamico Hamas, che controlla Gaza, non ha dubbi. Quella morte orrenda, un «eccidio a sangue freddo» lo ha definito un suo portavoce Sami Abu Zuhri, è stata causata da una sostanza venefica pompata dalle guardie di frontiera egiziane per rendere impraticabili le gallerie. Dal Cairo fonti ufficiali confermano soltanto la «distruzione di quattro tunnel illegali» ma negano l'uso di gas (fatto però in passato) e attribuiscono la morte dei quattro giovani allo scoppio di bombole di butano trasportate dagli stessi palestinesi. «La soluzione (per far cessare il contrabbando sotterraneo, ndr) - ha protestato Abu Zuhri - non è uccidere civili innocenti, ma aprire i valichi di confine chiusi».
L'Egitto collabora attivamente all'assedio di Gaza attuato da Israele tenendo chiusa la frontiera di Rafah (che apre per motivi umanitari 2-3 giorni al mese) e sta completando lungo il confine la costruzione di una barriera di acciaio, in profondità nel terreno, al fine di bloccare i tunnel scavati dai palestinesi. Nei mesi scorsi il Cairo ha anche impedito o ostacolato in tutti i modi iniziative internazionali umanitarie e di solidarietà politica con la popolazione di Gaza come la Gaza Freedom March e il convoglio Viva Palestina.
3 commenti:
Myriam, tu odi solo Israele, non difendi i palestinesi.
Sennò ti preoccuperesti di dire che mentre gente muore a masticare terra, a respirare gas, i gonzi di Hamas intascano mazzette sui tunnel e impongono esose tasse che strangolano Gaza: ad esempio a macellai e gelatai, se vogliono lavorare con griglie e frigoriferi, è imposto un surreale balzello di 400 dollari l’anno. Il capo supremo, Ismail Haniye, spande ottimismo e garantisce che la crisi è solo un’invenzione. Per i suoi, forse. Che le sigarette se le prendono gratis. E che sui tunnel intascano la mazzetta.
Hamas ha le sue colpe, ma se Gaza non fosse ridotta a una prigione di cui i carcerieri israeliani e i loro complici egiziani hanno buttato le chiavi, non ci sarebbe bisogno di scavare tunnel nè ci si potrebbe speculare sopra.
Miryam
Eh no Myriam, prendersela con Israele è un modo troppo facile per scaricare sempre sugli altri tutte le colpe: la miseria di Gaza trova le sue radici profonde nel fatto che i capi di Hamas privilegiano i loro interessi politici rispetto agli interessi del popolo palestinese. I civili di Gaza da troppo tempo sono tenuti in ostaggio dai loro stessi capi: da quattro mesi i capi di Hamas evitano di rispondere a un accordo umanitario mediato dall’Egitto e messo sul loro tavolo dal intermediario tedesco, che permetterebbe la liberazione della popolazione civile della striscia di Gaza dal soffocamento politico ed economico
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