Riporto il comunicato stampa del Comitato popolare di Bil'in,
> Traduzione dall'inglese
> Caterina Donattini
>
>
> Cari amici
> I comitati popolari in Palestina condannano l'ingiusta persecuzione
> dei leader della resistenza popolare palestinese. In particolare
> condanniamo la decisone presa dai servizi segreti israeliani dello
> SHIN BET che ha negato al Signor Iyad Burnat la possibilità di
> uscire dalla Palestina. Eyad è il capo del Comitato popolare che
> resiste contro gli insediamenti ed il muro illegali presso Bilin.
> Egli era stato invitato ad una serie di conferenze in Italia ed in
> Svizzera, avrebbe parlato del tema della resistenza non violenta.
> Tra le persone che lo avrebbero accolto ed invitato annoveriamo il
> sindaco di Ginevra, Remy Pigan, e gli organizzatori della marcia
> per la pace in Italia. Sia l’uno che gli altri si sono detti
> sconvolti per il fatto che il Signor Burnat non abbia potuto
> attraversare il ponte tra la West Bank e la Giordania il 1 Maggio
> 2010.
>
> Le autorità israeliane hanno tenuto il Signor Burnat in attesa per
> 3 ore per poi comunicargli il divieto di lasciare il paese.
> Il tentativo israeliano di impedire alle persone coinvolte nella
> resistenza non violenta e nelle varie forme di resistenza civile di
> raccontare le proprie storie all'estero fa parte della politica di
> intimidazione volta a porre fine a questo tipo di resistenza. Le
> azioni di Israele in questo senso mirano ad impedire che notizie
> discordanti con la propaganda israeliana raggiungano l'Occidente,
> limitando il più possibile i contatti tra i palestinesi ed il resto
> del mondo.
> In questi ultimi anni di lotta non ci siamo mai arresi nonostante
> l'uccisione di manifestanti pacifici quali il nostro compagno
> Bassem Abu Rahma nell'aprile 2009 e nonostante il rapimento e
> l'arresto di centinaia di dimostranti pacifici. Durante le
> manifestazioni, che hanno scadenza settimanale, le autorità
> israeliane hanno utilizzato ogni tipo di arma: lacrimogeni,
> sostanze chimiche, idranti, pallottole ed altre armi sperimentali.
> Iyad Burnat ha 37 anni, è sposato ed è padre di 4 figli. Fu
> arrestato durante la prima intifada nel 1987 e nel 1992 venne
> arrestato e dovette rimanere in prigione per due anni. Fu ferito
> diverse volte durante le manifestazioni settimanali presso Bilin.
>
> Ci opponiamo con forza ale misure prese contro il nostro compagno
> Eyad Burnat:
> -La negazione del suo diritto di viaggiare per ragioni addotte alla
> sicurezza;
> -La negazione del suo diritto di abbandonare la zona A (una
> richiesta piuttosto strana: l'area A costituisce meno del 10%
> dell'intera West Bank ed è costituita di tanti ghetti separati tra
> loro, il che richiede a chi voglia passare da un'area A all'altra
> di attraversare alcuni spazi di area B e C);
> -Il divieto di partecipare a manifestazione pacifiche;
> -Il fatto che sia passibile di arresto in caso abbandonasse l'area A;
>
> Potete offrirci il vostro sotegno:
> 1) Scrivendo lettere alle ambasciate israeliane in tutto il mondo e
> ai ministri israeliani
> 2) Pubblicizzando queste politiche ingiuste
> 3)Intensificando la solidarietà internazionale con la giusta causa
> del popolo palestinese ed unendoti a noi nelle manifestazioni e
> nella campagna per il boicottaggio, il disinvestimento e le
> sanzioni contro Israele.
>
> RIFIUTIAMO DI MORIRE IN SILENZIO
>
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1 commento:
Oh povero Kompagno Burnat costretto a rimanere beato nella sua amata Palestina, senza poter andare in giro per il mondo a incitare la liberazione della Palestina dal Giordano al mare...che perfida questa entità sionista kapitalista eh?
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