domenica 13 febbraio 2011

LA NOTTE DELLA FESTA, PRIMO GIORNO SENZA MUBARAK

LA NOTTE DELLA FESTA, PRIMO GIORNO SENZA MUBARAK
Sono andati avanti per tutta la notte, ovunque in Egitto, i festeggiamenti per la caduta di Hosni Mubarak. Ora comincia una fase delicata, con l'esercito al potere. Guarda il video.

Il Cairo, 12 febbraio 2011, Nena News – Il Cairo e l’Egitto si sono svegliati stamani nel primo giorno, dopo trent’anni, con Hosni Mubarak non piu’ al potere. Lo scarno comunicato, quaranta parole in tutto, letto ieri pomeriggio dal vice presidente Omar Suleiman a nome del Consiglio militare supremo, ha chiuso l’era di un leader che credeva di essere un faraone dei nostri giorni. Piazza Tahrir, gonfia di manifestanti, è esplosa in un boato liberatorio di gioia. I festeggiamenti si sono impadroniti delle strade di tutto il paese, dove migliaia di persone sono scese con bandiere nazionali, cantando e ballando. Qualche ora prima Mubarak aveva lasciato il Cairo e raggiunto con la famiglia la sua residenza di Sharm el Sheikh. L’annuncio ha chiuso 18 giorni di proteste e battaglie anche violente che hanno provocato la morte più di trecento morti manifestanti e aperto una fase delicata nella quale saranno le Forze Armate, che hanno ricevuto tutti i poteri da Mubarak, a gestire la transizione verso la democrazia. Un po’ tutti gli egiziani, dall’intellettuale all’uomo della strada, sono convinti che l’esercito continuerà a svolgere il ruolo positivo che ha avuto sino ad oggi nella crisi egiziana. Si prevede che il Consiglio militare scioglierà subito il Parlamento e nominerà un nuovo primo ministro, forse l’attuale presidente della Corte costituzionale Faruk Sultan, mentre rimane incerto il destino del vice presidente Omar Suleiman. Già scaldano i motori alcuni dei possibili candidati alla presidenza, come il leader delle opposizioni Mohamed el Baradei e il segretario generale della Lega Araba Amr Mussa.

A costare caro al “faraone” è stata con molta probabilità la sua impuntatura per rimanere al comando, dopo che per tutta la giornata di giovedi si erano susseguite voci che davano per certe le sue dimissioni entro la serata. La giornata di ieri era cominciata nel segno di quella dichiarazione e nel timore che la grande manifestazione annunciata al Cairo potesse indurre una reazione violenta dei soldati e dei carri armati, schierati fino a ieri quasi esclusivamente a proteggere i manifestanti (denunce di atti di segno contrario sono giunte però da centri per i diritti umanitari nei giorni scorsi), per fermare i dimostranti che volevano raggiungere il palazzo presidenziale. Il comunicato n. 2 del Consiglio Supremo delle Forze Armate diffuso ieri mattina apriva la porta a scenari inquietanti. Non si sa se siano state queste paure a convincere Mubarak a salire alle 14 su un aereo che lo ha portato a Sharm el Sheikh, o se i vertici delle forze armate abbiano deciso di metterlo di fronte alla necessità di andar via, dato il numero incredibile di persone che continuava ad affluire a Tahrir e delle migliaia che stavano marciando verso il palazzo presidenziale. Quello che certo che l’11 febbraio rimarra’ scolpito nella storia dell’Egitto per il successo di una rivoluzione popolare pacifica che in 18 giorni ha sconfitto un leader che appena qualche settimana fa appariva invincibile. Nena News

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