martedì 1 febbraio 2011

PIU’ DI UN MILIONE IN PIAZZA

Una folla oceanica, dice la stampa dal Cairo. Manifestazioni ovunque in Egitto. Contro il faraone che ormai "non ha più alcuna legittimità".

1 febbario 2011, Nena News (foto Al Jazeera) – L’esercito egiziano non ha usato la forza contro il milione di persone da questa mattina in piazza Tahrir, quella che è stata ribattezzata la piazza del popolo al Cairo. Il settimo giorno in piazza, per dare la spallata definitiva al faraone Mubarak. L’esercito non è intervenuto, perché le richieste degli egiziani sono “legittime” hanno fatto sapere gli alti ranghi militari in un comunicato stampa diffuso ieri. E l’azione dell’esercito è rimasta quindi limitata a mansioni di controllo e di ordine pubblico.

Le folle sono state convocate dal cosiddetto movimento del 6 Aprile, dal nome di quel movimento che il 6 aprile 2008 ebbe come espressione le richieste sindacali e portòin piazza più di 27mila lavoratori dell’azienda tessile Misr, a Mahalla al Kubra, per protestare contro il mancato pagamento degli straordinari. Uno dei tanti segnali che nel paese si andava creando un attivismo politico, una nuova coscienza sociale.E le folle oggi hanno risposto, un milione di persone solo a piazza Tharir, anche se per la stampa e i giornalisti presenti, sono molti di più, forse due, riporta la corrispondente di Al Jazeera.

Manifestazioni e proteste anche ad Alessandraia, Suez, e nelle città di Mansoura, Damnhour, Arish, Tanta. Davanti all’idea di numeri massicci di manifestanti in arrivo nela capitale, le autorità egiziane hanno fermato tutto il traffico ferroviario con effetto immediato da lunedì sera e la compagnia di bandiera (statale) Egypt Air ha cancellato tutti voli sia interni che internazionali durante le ore di coprifuoco, dalle 15.00 alle 8.00 di mattina (ora locale). La TV egiziana, che da giorni trasmette immagini di strade vuote, come mai sono state negli ultimi 7 giorni, ha chiesto alla gente di rimanere a casa, per limitare possibili violenze. Ma il popolo, ancora una volta si è ripreso la sua piazza.

Ancora oltre 25.000 persone sono state ieri in piazza Tahrir, altri sono rimasti accampati tutta la notte, sfidando il coprifuoco imposto da Mubarak, ogni giorno un’ora prima. E mentre Mubarak solleva lo spettro del crollo dell’economia egiziana, mantiene chiusa la rete ferroviaria e le banche, si placa per qualche ora l’ondata di panico e caos che aveva invaso ieri la capitale, la gente che fa razzia nei supermercati e negozi, ormai quasi vuoti, nei quali le consegne dei fornitori non avvengono da giorni, dove mancano i prodotti alimentari di base. Nelle zone limitrofe, dove regna povertà e fame, la popolazione è stremata e cominciano a cogliersi segnali di stanchezza per chi non ha risorse sufficienti per affrontare l’emergenza di questi giorni.

E si aspetta col fiato sospeso cosa accadrà a partire da domani. Se il milione e più di egiziani scesi in strada potrebbe segnare oggi la caduta definitiva del rais. Dare prova al faraone che il rimpasto di governo da lui voluto, che vede Ahmed Shafik come primo ministro, Mahmud al Wagdi agli interni e un neo vicepresidente (il primo in 30 anni), Omar Suleiman per loro rappresenta solo il fantasma di un apparato statale vecchio, che non può aspettarsi di placare la determinazione e la rabbia di 80 milioni di egiziani. E l’appello a questa nuova massiccia mobilitazione è anche un mettersi alla prova per il Movimento 6 Aprile, prima che in un modo o nell’altro la spontaneità di questa rivolta popolare sia fagocitata dai ranghi della politica, seppure dell’opposizione. Che è pronta a creare un “frinte nazionale” per trovare soluzioni nell’immediato, ma solo se Mubarak se ne andrà. Perchè Mubarak orami, aggiungono i partiti dell’opposizione, non ha più legittimità.

Il popolo dei giovani manifestanti intanto ha continuato ieri a sfidare Internet, quando anche l’ultimo provider rimasto, il gruppo Noor, è stato disconnesso; Renesys, una compagnia con sede nel New Hampshire che monitora in tempo reale I dati che passano in rete, ha dichiarato ieri ad Al Jazeera che anche il network Noor ha smesso di funzionare alle otto e mezza passate di ieri sera.

Google, in risposta al black-out imposto in Egitto, ha invece creato un modo per postare messaggi attraverso Twitter, facendo una telefonata, su numeri a costo zero. I messaggi vocali lasciati ai numeri +16504194196; +390662207294 o +97316199855 vengono cioè automaticamente convertiti in messaggi di testo. Nena News

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