“Gabbie” di Miriam Marino
Edizioni Città del Sole
Pagg.108
Una raccolta di racconti sulla Palestina, sui migranti, sul mondo. Un'umanità in gabbia che inutilmente batte i pugni sulle pareti della propria prigione.
La molteplicità che forma l’umanità dolente viene a manifestarsi nei racconti che formano il libro. In esso è concentrato uno stile letterario giocato sulle contaminazioni tra il reale e il surreale, una scrittura sempre fluida e curata.
In alcuni racconti l’autrice fa uso del periodo breve come un regista potrebbe farlo della cinepresa mobile per portarci in due sole pagine a scoprire l’”insolito evento” che costituisce il titolo di un racconto. Anche qui sono mescolati sapientemente reale e surreale : la notizia catturata da un soffio di vento passa di casa in casa finché una lunga fila di persone si troverà incolonnata per vedere con i propri occhi qualcosa che nella Gaza martoriata dagli occupanti sembrava non potesse più accadere: il vecchio Abu Sharif “morto di morte naturale”. Racconti brevi, efficaci, pennellate che compongono un quadro giocando su tante tonalità dello stesso colore. Per esempio Imad, lo studente di Gaza, è clandestino in Cisgiordania, perché un palestinese di Gaza non può studiare all’università di Bir Zeit e allora Imad vive come in una tana e ogni notte sogna di scavare…e con un’ironia amara come quella che gli ebrei nei campi di sterminio hanno affidato alle loro tremende barzellette, con la stessa amara ironia il racconto si conclude strappando un sorriso tra la pena e la rabbia.
L’autrice sembra trarre dalle sue radici culturali di ebrea, l’energia intellettuale per denunciare il dramma della Palestina occupata e umiliata, col sostegno più o meno diretto dei governi di quella parte di mondo che si definisce “democratico”.
Scrivere per Miriam è una necessità umana e politica oltre che un’espressione culturale e non è mai un vuoto esercizio intellettuale. L’autrice è convinta che la letteratura abbia, comunque e sempre, una ricaduta nella sfera sociale, e per questo lo scrivere non può essere puro esercizio letterario.
Ognuno dei 13 racconti che compongono il libro, porta con leggerezza di stile il pesante carico di drammatici contenuti. Dall’Italia, alla Palestina, all’Irak una denuncia e una richiesta non detta, ma espressa in ogni rigo, la richiesta che Miriam, senza penalizzare l’aspetto letterario, manda ai suoi lettori e alle sue lettrici: quella di sentire sulla propria pelle l’ingiustizia e il tormento dei potenti sui deboli, degli occupanti sugli occupati, degli sfruttatori sugli sfruttati.
Il libro si può richiedere direttamente alla casa editrice che provvederà a spedirlo, oppure acquistarlo nelle librerie dove è disponibile. A Roma la libreria "Prospettiva" a via dei Sabelli (S. Lorenzo) e Bibli
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