NUCLEARE: RESA DEI CONTI A VIENNA?
Alla conferenza dell’Aiea a Vienna i paesi arabi presenteranno una mozione per imporre a Israele l’adesione al Trattato di non proliferazione. Lo Stato ebraico è l’unico a possedere la bomba atomica nel Vicino Oriente. Barack Obama si oppone e spedisce in Austria il suo inviato speciale
Roma, 20 settembre 2010, Nena News – In agenda ci sono molti punti: elezione Stati membri, il Consiglio dei Governatori, il bilancio, la sicurezza nucleare, la cooperazione tecnica. Ma sarà il nucleare israeliano a tenere banco da oggi fino a venerdì durante la conferenza annuale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che si è aperta questa mattina a Vienna.
Nonostante le forti pressioni americane, i paesi arabi sono (apparentemente) intenzionati ha presentare una mozione che invita lo Stato ebraico a dichiarare le armi nucleari in suo possesso e a ratificare il Trattato di non proliferazione (Tnp). Diversi rappresentanti arabi hanno già espresso nei giorni scorsi «forte delusione» per il rapporto annuale presentato all’inizio del mese dal direttore dell’Aiea, Yukiya Amano, che sorvola sulla presenza di un nutrito arsenale atomico in Israele mentre insiste sulla necessità di intensificare i controlli sulle produzioni nucleari dell’Iran (accusato da Usa e Israele si volersi dotare di ordigni atomici a scopo militare).
All’ultima riunione gli Usa aveva adottato una linea più equilibrata e, di fatto, accettato l’idea dell’adesione di Israele al Tnp. Successivamente l’Amministrazione Obama ha fatto marcia indietro e, secondo quanto hanno riferito in questi mesi i media israeliani, avrebbe «ammesso» durante colloqui con i rappresentanti dello Stato ebraico di aver commesso un errore ad appoggiare sia pure indirettamente la linea dei paesi arabi.
Gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali, senza dichiararlo ufficialmente, riconoscono a Israele il diritto di possedere segretamente armi atomiche. Diritto che invece negano agli altri paesi della regione mediorientale. E pongono ostacoli anche alla produzione di energia atomica a scopi civili da parte non solo dell’Iran ma anche di Stati arabi alleati, come Giordania ed Egitto (adesso anche l’Iraq dice di voler costruire centrali nucleari). Mascherano questa politica di «due pesi e due misure» paventando pericoli per il «processo di pace». Secondo Washington rivotare la mozione araba, approvata lo scorso anno con una stretta maggioranza, potrebbe compromettere i colloqui diretti tra israeliani e palestinesi, ricominciati il 2 settembre. Il nuovo voto, aggiungono gli Stati Uniti, rischia inoltre di spingere Israele a disertare la conferenza del 2012 per la creazione di un Vicino Oriente libero da armi di distruzione di massa. Obama ha percio’ inviato a Vienna il suo rappresentante nelle questioni del nucleare, Gary Samore, nel tentativo di persuadere i paesi arabi a non presentare la mozione contro Israele.
Dall”Iran e’ giunta oggi una pesante critica l’Aiea. Il capo dell’organizzazione iraniana per l’energia atomica, Ali Akbar Salehi ha definito ingiusto il rapporto presentato da Amano. «L’agenzia sta vivendo una crisi di autorità morale e di credibilità», ha detto Salehi all’assemblea generale dell’Aiea. Sono molto tesi i rapporti tra Teheran e Amano. Quest’ultimo rispetto al suo predecessore, Mohamed El baradei, ha avuto sin da subito un approccio duro accusando l’Iran di impedire agli ispettori di svolgere il loro lavoro.(red) Nena News.
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