sabato 26 novembre 2011

DIFENDIAMO LA RIVOLUZIONE EGIZIANA!

In risposta all'appello dei manifestanti di Piazza Tahrir
IL GIORNO 29 NOVEMBRE 2001 ALLE ORE 16
presidio di solidarietà con la rivoluzione davanti all'Ambasciata Egiziana in V.Salaria, 267
Il popolo egiziano non si arrende, e continua a sfidare le forze armate perchè non venga tradito il sacrificio di oltre 1100 persone, che da gennaio hanno dato la vita per pane, libertà e giustizia sociale. Dopo la caduta di Mubarak la repressione non è affatto diminuita. Scrivono i manifestanti:
<< Da quando la giunta militare ha preso il potere, più di 12000 dei nostri compagni sono stati giudicati da un tribunale militare, senza la possibilità di chiamare testimoni, a porte chiuse, e con accesso limitato solo agli avvocati. Ci sono minori in prigioni per adulti, sentenze di morte, e l’uso della tortura è tornato ad essere la norma. Le manifestazioni delle donne sono state attaccate con violenza e molestie sessuali (...) da parte dell’esercito. >>
Fin’ora sarebbero 40 manifestanti sono uccisi al Cairo e in altre tre città egiziane, e i feriti si contano nuovamente in migliaia. Non possiamo tacere mentre G8, FMI e stati del Golfo promettono al nuovo regime prestiti per 35 miliardi di dollari.
Chiediamo assieme al popolo di Piazza Tahrir che il potere venga immediatamente e realmente trasferito dalla giunta militare a un'autorità civile credibile, che garantisca un autentico processo di transizione verso un governo eletto dal popolo, ristabilisca un'autorità giudiziaria indipendente, gestisca la sicurezza interna con altre modalità, punisca i colpevoli di crimini e eccidi commessi contro i manifestanti.
Chiediamo inoltre la libertà degli attivisti e blogger incarcerati per aver esercitato la semplice libertà d'espressione e manifestazione, basta detenuti politici!
Chiediamo che il nuovo Governo Italiano prenda atto dellasituazione e interrompa le relazioni diplomatiche con la giunta militare, condannando le violazioni dei diritti umani in atto.
Sosteniamo i movimenti civili di popolo che ancora lottano contro dittature e regimi non democratici in altri paesi del mondo arabo ed in medio oriente , facciamo luce sulle loro rivendicazioni e rifiutiamo ogni tipo di intervento armato da parte della comunità internazionale per presunti motivi umanitari. Non le armi ma la forza della mobilitazione civile, locale e internazionale, consegnano il potere al popolo.
Ti aspettiamo al presidio!
Un Ponte per, Action for Peace,Selforuminternazionale,

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