giovedì 14 luglio 2011

Abir Aramin è stata colpita in testa ma nessuno le ha sparato.

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Nurit Peled-Elhanan
12 Luglio 2011

Domenica 10 luglio 2011, il libro “La Torah del Re” [1] ha ricevuto il sigillo legale di approgazione, 8 Tammuz, dall'Alta Corte d'Israele che attesta che la bimba Abir Aramin, 10 anni, sparata in testa tre anni fa ad Anata, fu colpita da una pallottola proveniente da un'arma sconosciuta di un soldato o un poliziotto sconosciuto. Il proiettile trovato sotto il suo corpicino non ha provenienza, e si può anche chiudere l'indagine.

In altre parole, l'Alta Corte ha autorizzato lo spargimento di sangue di tutte le ragazze Palestinesi e ha mandato un messaggio chiaro ai soldati/poliziotti delle Forze di Occupazione Israeliane – l'omicidio delle bimbe Palestinesi, soprattutto quelle che stanno comprando caramelle in un chiosco vicino la loro scuola alle nove del mattino, non è un crimine. Nessuno è stato punito e nessuno sarà punito. Le dichiarazioni degli accusatori, cioè, dei genitori, dei testimoni oculari, dell'organizzazione Yesh Din, della prova e dell'evidenza – non hanno sortito effetti alle orecchie dei giudici [donna]. Sono anche loro madri?

Questa sentenza è l'apice di una campagna evidentemente pianificata in modo fantastico e ben oliata per permettere l'omicidio dei Palestinesi protratto da decenni sui giornali, nei discorsi politici, nella letteratura e nelle canzoni, nei piani militari, nella formulazione del codice etico militare e nei libri di testo che spiegano quanto ogni massacro dei Palestinesi fin dal 1948 sia stato buono per gli Ebrei, per la democrazia ebraica e per la conservazione della maggioranza ebraica nello Stato/Terra di Israele nel lungo, breve e medio periodo.

Questa campagna ha ottenuto maggior impulso a partire dal massacro di piombo fuso e fosforo a Gaza due anni fa. Da quel momento chiunque ha trovato giustificazioni e razionalità per gli omicidi dei Palestinesi. Ufficiali militari in pensione e ufficiali in servizio si presentano agli scolari e agli studenti dei programmi di preparazione militare, o persone che vogliono dormire con la coscienza a posto, e spiegano loro che l'esercito più etico nel mondo non fa nulla senza giustificazioni morali-etiche-”di valore”, così se i bambini Palestinesi sono armati durante un'operazione militare giustificata-morale-etica, piena di valori e di moralità, allora era certamente il male minore, una ingiustizia necessaria, schegge, imposto dalle circostanze, una necessità che non va condannata – non va mai condannata.

Perché l'omicidio dei Palestinesi viene sempre fatto in nome della legge – internazionale o nazionale, o nel nome delle leggi della Torah, nel nome dei sublimi valori della preservazione della vita umana non-Palestinese, nel nome della Guerra del Terrore, adempimenti militari, il principale deterrente, che è sempre giustificato e spiegato con parole che non includono la componente umana. La Morte dei Palestinesi è un bersaglio, un obiettivo, un “settore”, un'operazione, un'azione, una procedura.

E infatti i giudici [donna] dell'Alta Corte – sono madri anche loro? - non hanno condannato l'omicidio, né hanno stabilito punizioni per i soldati che hanno tirato fuori un fucile da un mezzo blindato e hanno mirato alla nuca della bambina che stava comprando caramelle al chiosco con una mano e che teneva la sorella con l'altra mano, e hanno sparato con precisione, un colpo che ha lasciato una mano sospesa, che teneva la mano di Arin, e il resto del corpo di Abir disteso in una strada vuota e sporca. Non hanno condannato il gesto o l'istanza di cui i soldati o la polizia (dal massacro di Kfar Qasim [2] l'IDF ha sempre sottolineato che i componenti della Guardia di Frontiera sono poliziotti, non soldati) sono accusati ad ogni processo di ogni tipo.

Non hanno condannato gli assassini, né hanno espresso compassione per la famiglia di Abir. Le famiglie Palestinesi non provano dolore – mai, e quindi non è necessario condividere il loro dolore. Hanno troppi figli per provare dolore per la perdita di uno dei loro figli.

E per questa ragione dobbiamo chiedere la fine immediata delle vessazioni del Rabbino Elitzur e degli altri rabbini che hanno contribuito alla stesura del libro “Torah ha-Melech” dove viene esposto, utilizzando le sacre scritture e la Hlacha Ebraica, perché i bambini non-Ebrei debbano essere uccisi senza rimpianti o rimorsi, per il bene della nazione Ebraica, e coloro che predicano alle uscite come agli incontri organizzati con i soldati, nelle scuole e nei giornali, a favore dell'omicidio dei bambini Palestinesi. Le vessazioni/molestie dei rabbini potrebbero essere interpretate, Dio non voglia, come razzismo o discriminazione, dal momento che l'Alta Corte ha decretato che il loro predicare è lecito (kosher). Non che abbiano bisogno di una tale certificazione.

E l'unica consolazione che resta per chi di noi l'ha conosciuta (Abir), e sono addolorati per la sua morte e del dolore dei suoi fratelli, sorelle e genitori, è che Dio vendicherà il suo sangue.

La Prof.ssa Nurit Peled-Elhanan è la figlia dell'ex MK Matti Peled, moglie di Rami, madre di Smadar uccisa il 4 settembre 1997 durante un attacco ad un centro commerciale pedonale a Gerusalemme.

Note del traduttore:

in Ebraico, “Torat ha-Melech”. Un libro controverso scritto da un rabbino israeliano nel quale si argomenta che gli Ebrei possono uccidere i bambini se si pensa che questi possano crescere per fare del male agli Ebrei.

Il 29 ottobre 1956, truppe della Guardia di Frontiera (tecnicamente ufficiali di polizia) uccisero 48 Palestinesi nel villaggio Arabo Israeliano di Kfar Qasim, durante l'applicazione di un coprifuoco imposto ai villaggi Arabo Israeliani a causa della guerra del Suez.

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