Freedom Flotilla, la protesta degli attivisti
Con le barchette di cartone a Villa borghese
Contro la decisione del governo israeliano di bloccare le azioni di solidarietà internazionale verso i cittadini della Striscia di Gaza, nei confronti dei quali esiste un blocco impenetrabile dal 2007 da parte dell’esercito di Gerusalemme. Due cargo umanitari sono bloccati. Sit in anche sulla Terrazza del Pincio
ROMA - Un gruppo di attivisti ha inscenato un’azione di protesta contro le azioni del governo israeliano per bloccare la solidarietà internazionale verso la Palestina. Con dieci barche di cartone, i rappresentanti della Freedom Flotilla , che ha lo scopo di rompere l’assedio israeliano di Gaza, in atto dal 2007, portando ai palestinesi solidarietà e riaffermando il loro diritto a disporre della propria terra e delle proprie coste, si sono recati al laghetto di Villa Borghese di Roma, riempiendolo di barche per protestare contro la decisione della Grecia, su ordini di Israele, di bloccare le navi della Freedom Flotilla Stay Human 2 impedendo loro di raggiungere il porto di Gaza.
I cargo umanitari. Attualmente le navi della Freedom Flotilla, compresi due cargo di aiuti umanitari, sono bloccate in base all'applicazione, da molti giudicato pretestuoso, di un articolo del codice di navigazione, valido in caso di guerra o di emergenza interna. Gli attivisti si sono recati anche alla Terrazza del Pincio dove hanno lanciato aerei di carta per protestare contro il blocco israeliano degli aeroporti europei avvenuto ieri quando, nell'ambito dell'iniziativa "Welcome to Palestine", centinaia di attivisti si sono dati appuntamento, l'8 luglio scorso, all'aeroporto di Tel Aviv al solo scopo di poter entrare apertamente nei Territori Palestinesi Occupati.
Vietato volare verso Tel Aviv. Da ieri, infatti, in Belgio, Germania, Francia, Svizzera e Italia, le compagnie aeree hanno impedito con un atto giudicato assai discutibile, l'imbarco sui propri aerei ai passeggeri regolarmente muniti di biglietto e di passaporto diretti a Tel Aviv. Alcuni di coloro che invece, sono arrivati a Tel Aviv sono stati immediatamente rispediti indietro ed altri addirittura arrestati e attualmente, a quanto pare, ancora in carcere.
(10 luglio 2011)
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