martedì 5 luglio 2011

I Partecipanti della flottiglia determinati a salpare per Gaza

Haaretz.com
30.06.2011
http://www.haaretz.com/print-edition/news/gaza-flotilla-activists-determined-to-sail-on-despite-obstacles-1.370376



Gli attivisti della Gaza flottiglia sono determinati a salpare nonostante gli ostacoli.

Segnalazioni di ostacoli burocratici e tecnici hanno fornito l’occasione agli organizzatori della flottiglia di restare sotto i riflettori, con una conseguente presa di coscienza sempre maggiore delle politiche di Israele a Gaza

di Amira Hass

Da qualche parte in Grecia – Centinaia di partecipanti alla flottiglia per la Striscia di Gaza sono stati costretti a girarsi i pollici nei porti della Grecia o in altri paesi, in una guerra di logoramento del tipo di quella che si sta giocando su diversi fronti.


al karama
Al Karama



Il ritardo della partenza della flottiglia ha creato una tensione finanziaria a carico delle organizzazioni partecipi, nonché sui convenuti che devono pagare il viaggio e la permanenza prolungata negli hotel.

Gli organizzatori hanno affermato che, fino ad ora, nessuno dei passeggeri si è ritirato. Anche se il ritardo ha alterato i loro progetti personali e ha portato a spese in più. Ma uno dei promotori ha dichiarato che oltre alla crescita della pressione economica, si è determinato un aumento della tensione psicologica – che, ha aggiunto, rientra evidentemente negli intenti di coloro che sono responsabili dell’intoppo.

In tal modo se il ritardo della partenza della flottiglia dovesse protrarsi per un tempo prolungato, è lecito ritenere che alcune persone rinunceranno a partecipare.

D’altra parte, questa guerra di logoramento, a proposito della quale i partecipanti incolpano Israele, ha reso possibile la fusione del gruppo. Ritengono che la solidarietà di gruppo sia loro di aiuto per affrontare meglio le difficoltà in più che immaginano li attendano avanti. Tra i passeggeri che hanno in programma di salpare sulla Tahrir, è facile notare come da questa esperienza è risultata incrementata l’amicizia e un senso di responsabilità collettiva.

Segnalazioni di ostacoli burocratici e tecnici hanno fornito agli organizzatori l’occasione di restare sotto i riflettori, e hanno concesso frequenti interviste a proposito di Gaza a organi di informazione sia ufficiali che alternativi. Nell’era dei blog su Internet, di Facebook e Twitter, ogni componente condivide la sua esperienza con la propria comunità, facendo spesso paragoni tra il ritardo e il blocco di Gaza. Come risultato è cresciuta la consapevolezza del problema che sta a cuore alla flottiglia, le politiche di Israele nei Territori Occupati in generale e a Gaza in particolare.

A causa degli atti vandalici scoperti lunedì sul propulsore del battello greco-svedese Juliano, i partecipanti alla flottiglia hanno organizzato turni di servizio a guardia di ciascuna imbarcazione che avrebbe dovuto salpare per Gaza. La Juliano è stata rimorchiata per le riparazioni in un altro porto; la valutazione è stata che, a partire mercoledì, avrebbe richiesto altri due giorni di lavoro.

La nave americana della flottiglia, non è stata ancora certificata adatta a salpare, dopo un reclamo della settimana scorsa secondo il quale non era sicura. Mentre un’imbarcazione canadese, che una denuncia anonima aveva etichettata come non idonea a prendere il mare, è stata ispezionata di nuovo, ed ha ricevuto l’autorizzazione alla navigazione.

Contrariamente a una notizia iniziale secondo la quale un battello irlandese della flottiglia era già partito per Gaza, ora salta fuori che anche la sua partenza è stata ritardata. I motivi di questo intoppo non sono ancora chiari al momento di andare in stampa.

Le affermazioni israeliane che i passeggeri della flottiglia hanno accumulato sulle imbarcazioni prodotti chimici e lanciafiamme per utilizzarli contro le forze israeliane inviate per intercettarle vengono interpretate dagli organizzatori come guerra di propaganda. Il comitato direttivo della flottiglia ha rimarcato che ogni parte del bagaglio personale che è stato portato a bordo delle imbarcazioni verrà ispezionato.

Parlando con gli organi di informazione internazionali, i membri del comitato direttivo hanno citato ripetutamente le restrizioni contenute nelle normative che sono state sottoscritte da tutti i passeggeri della flottiglia, tra le quali il divieto di dare inizio al contatto con i soldati o il lancio di oggetti contro di loro (prodotti chimici inclusi).

Alcuni partecipanti della flottiglia che soggiornano nei quartieri vicino alla flottiglia hanno riferito di aver notato attività sospette. Ad esempio, alcuni hanno affermato di essere stati aggrediti per strada in luoghi diversi e che gli erano stati rubati i telefoni cellulari. Ci sono notizie sulla comparsa improvvisa di “pescatori” in prossimità di acque inquinate di benzina e di carburante diesel, pescatori che non avevano né esca né secchi. Anche senza un retaggio di particolare intelligenza, i delegati hanno concluso che quello strano pescatore aveva a che fare più con la flottiglia che con il pesce. I pescatori senza esca sono già diventati oggetto di barzellette tra i componenti della flottiglia.

(tradotto da mariano mingarelli)

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